21-10-2022
Una bella famiglia, i D'Amato: papà Gianni, mamma Fulvia e il figlio Federico avevano due stelle al Rigoletto di Reggiolo (Reggio Emilia), prima che il locale venisse distrutto dal sisma del 2012. Ora rilanciano in Liguria, al Miranda di Tellaro (La Spezia)
«La sua idea era quella di vedere il mare». E davvero papà Gianni si gode la tranquillità del luogo, la serenità che sale con la brezza della sera inoltrata dai viottoli del meraviglioso centro storico di Tellaro, abbarbicato alla costa, lui accomodato sulla poltrona del salone di fronte a un camino che attende solo i mesi più freddi per essere acceso, a completare l'affresco d'armonia. Sembra, papà Gianni, in pace con sé stesso, silenzioso mentre noi chiacchieriamo con la moglie Fulvia e il figlio Federico qualche metro più in là, all'aria aperta. «Questo è un territorio sul quale scommettere», ci dice ardimentoso quest'ultimo, che pure non nasconde tutte le difficoltà della scommessa. Mamma Fulvia accenna a un sorriso: lei fa da collante a questa famiglia del gusto, sospesa tra la quietezza di Gianni e una certa irrequietezza di Federico; impasta ogni pensiero di buon senso e un po' di quella ironia cordiale che è stigma della sua emilianità, da nubile di cognome faceva Salvarani, che è come un marchio doc tra Reggio e Modena (a proposito di impastare: impasta anche gli straordinari "pani di Fulvia", eccellenti, per noi pane al farro, pane "Po river" alla zucca, pane alle olive, focaccia rossa e carta musica alle erbe, uno migliore dell'altro).
Loro avevano due stelle Michelin, al Rigoletto di Reggiolo, prima che il sisma del 29 maggio 2012 spazzasse via tutto, son giusto dieci anni e qualche mese fa. Loro non sono stati piegati da un terremoto e sono abituati alle sfide: ne hanno accettata per nulla semplice il 3 luglio dello scorso anno, quando han scelto Tellaro («Molto bello ma scomodo») per il nuovo locale. Loro sono i D'Amato.
Veduta di Tellaro dall'alto
È, questo, il classico esercizio alberghiero di un borgo ligure di bellezza struggente ma non à la page come, ad esempio, le vicine Cinque Terre: stanze accoglienti, ampie, un po' fané. Anche il ristorante al piano terra soffriva fino allo scorso anno dei medesimi acciacchi: passato glorioso, stella Michelin dal 1987 al 2011, presente più malinconico e decadente. Son arrivati i D'Amato per massaggiargli l'anima.
Il Miranda è una locanda storica, dal 1959. Sotto, una foto d'antan
E dunque tifiamo davvero per i D'Amato. Intanto perché son belle persone, è un piacere vederli affaccendati a preparare la linea, la mattina al risveglio, nella bellissima cucina del Miranda. E poi perché magari a Tellaro e dintorni manco lo capiscono ancora, ma è da loro che passa un'opportunità importante per il rilancio turistico e gastronomico dell'area.
E poi, lo abbiamo già accennato, son perfetti per proporre una cucina diversa, "nobile", rispetto ai tanti menu turistici e tristanzuoli che pullulano qui attorno, tutti uguali tra di loro. Il loro mix stilistico ligure-emiliano richiama perfettamente una rappresentazione della "terra di Luni". Spiegano: «Quando siamo arrivati, abbiamo voluto proporre soprattutto la nostra idea di cucina ligure. Ora abbiamo inserito in carta anche dei piatti che percorrono la nostra storia», dunque di stampo terragno ed emiliano, i deliziosi Cremosi di zucca, i Cappelletti reggiani, la Zuppa inglese... Tra l'altro, son idee di tavola complementari: l'una perfetta per l'estata, l'altra più invernale.
Tra i nostri assaggi, oltre ai rimarchevoli Cremosi di cui sopra: un eccellente Ostrica e Vermentino, con il tocco della salsa all'ananas piccante a regalare un tocco differente, intrigante, esotico; il Sedano rapa in crosta di sale e farro della Lunigiana, ganache di nocciole di Chiavari e brodo di mele Rotella, manca un po' la chiusura ma è preparazione di classe; il suadente Spaghett'oro affumicato Verrigni, burro, acciughe, limone nero, lemon curd, acetosella; un'Orata "come un'isolana" dalla cottura perfetta. E un Piccione arrostito comme il faut.
E ora la nostra cena, negli scatti di Tanio Liotta.
Lisca al nero di seppia, limone e burro di acciughe
Crostino con paté di carota tonnata, carotine
"Ossi di seppia" e il suo quinto quarto
Alghe e cavolo nero, sale di alghe
Riccio di mare, pistacchi tostati, emulsione di agrumi
Ostrica e Vermentino: ostrica Krystale nr. 2, quinoa soffiata, salsa all'ananas piccante, Vermentino, nasturzio e culatello
Arriva il prossimo piatto...
Sedano rapa in crosta di sale e farro della Lunigiana, ganache di nocciole di Chiavari e brodo di mele Rotella. Riprende una preparazione tipica della piana di Sarzana, il sedano rapa cotto sotto terra
Cappuccio di scampi, funghi e topinambur, con tuille di finferli, funghi secchi e brodo di pigna
Ravioli a vapore, brodo di porcini e pigne, gambero rosso
Spaghett'oro affumicato Verrigni, burro, acciughe, limone nero, lemon curd, acetosella
Cremosi di zucca: tortelli alla zucca con mostarda, amaretto, Parmigiano Reggiano 36 mesi da razza bruna
Bottoni di animella, ricci di mare, funghi
Orata "come un'isolana", con spuma di patate e olive, patate viola, salsa di pomodoro
Piccione arrostito: petto, filettino, rollé di cuore e fegatini impanato nel panko e fritto, hummus di melanzana, castagne, foie gras, bietolina e ribes nero
Le coscette del piccione alla brace
Caco e bottarga di muggine, con gelato alla doppia crema
Tarte au citron
Gianni D'Amato - Miranda via Fiascherino 32 - Tellaro (La Spezia) tel. +39 0187 964012 giannidamato.it aperto solo a cena, nel weekend anche a pranzo. Chiuso il lunedì menu degustazione a 60 e 90 euro
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a cura di
classe 1974, milanese orgoglioso di esserlo, giornalista professionista dal 1999, ossia un millennio fa, si è a lungo occupato di politica e nel tempo libero di cibo. Ora fa l'opposto ed è assai contento così. Appena può, si butta su viaggi e buona tavola. Coordinatore della redazione di identitagolose.it e curatore della Guida di Identità Golose alle Pizzerie e Cocktail Bar d'autore. Instagram: carlopassera
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