21-01-2020
Masashi Suzuki è il master sushi del sushi banco all'Iyo Aalto, entusiasmante novità milanese di Claudio Liu
La novità più interessante di questi mesi a Milano porta la firma di quel grande imprenditore della ristorazione che è Claudio Liu, già protagonista come patron del successo di Iyo, primo ristorante "etnico" a ricevere la stella Michelin nel nostro Paese. Il 5 novembre scorso ha debuttato Iyo Aalto (leggi Sushi Banco e Ristorante Gastronomico: la doppia formula di Iyo Aalto a Milano), secondo indirizzo di Liu, senza contare la sorella Giulia che si occupa di Gong e il fratello Marco di Ba, poi c'è anche l'Aji, sushi a domicilio... Claudio non vuole definire il nuovo locale come "fiore all'occhiello" del gruppo, perché ognuno ha in effetti la propria identità e sviluppa un concept ben preciso, per proposta gastronomica e fascia di prezzo. Però per noi si tratta della ciliegina sulla torta, una gemma assoluta, oltre che qualcosa che in città ancora non esisteva.
L'entrata
L'altra parte del ristorante
Da sinistra lo chef Domenico Zizzi, il primo maître e head sommelier Savio Bina, il titolare Claudio Liu, il secondo maître Matteo Coltelli, il sushi master Masashi Suzuki
Il sushi banco è la realizzazione di un desiderio coltivato a lungo da Claudio Liu: dare vita, in un luogo simbolo di Milano, a un rito che si trova solo a Tokyo e in Giappone. Il sushi banco è un luogo che riproduce fedelmente, per pochi intimi, lo spirito della tradizione dell’edomae zushi giapponese, un insieme di rituali che affonda le radici nell’epoca Bunsei (1818-30), fase finale del periodo Edo (che significa appunto “Tokyo”). Nel percorso omakase edomae, i nigiri sono preparati davanti all’ospite e serviti uno alla volta secondo una sequenza progressiva di grassezze e umami. È un percorso ricco, che alterna sushi espresso a intervalli di “cucina cucinata” giapponese autentica, sia essa al vapore o alla griglia robatayaki, che fuma silenziosamente alle spalle dei sushi master.
Non esisteva una cosa simile, con questa qualità, a Milano. L'unico paragone che ci viene in mente è il bancone di Wicky's, altra eccellenza meneghina: là però domina la personalità dello chef e la sua rilettura gastronomica di un Giappone che incontra il Mediterraneo; qui invece ci si propone di rimanere assolutamente fedeli ai riti e alla cultura nipponica. Con esiti entusiasmanti.
Suzuki al lavoro. Con lui è Miwa Saito, che si occupa con grazia del servizio
«Questa è la concretizzazione di un sogno - ci ribadisce Claudio Liu - Il primo Iyo in 13 anni (apertura nel 2006, ndr) ci ha dato enormi soddisfazioni, rimane fondamentale, rappresenta le nostre radici; di pari passo è cresciuto in noi il desiderio di aprire qualcosa che non esistesse ancora e fosse rappresentativo della grande cucina giapponese autentica», dell'omakase insomma, «è una tipologia che ci è molto vicina», conclude con orgoglio.
Suzuki spiega che il percorso proposto mira ad essere il più possibile fedele al modello nipponico di riferimento, senza adattamenti "all'occidentale", benché qualche elemento venga pur variato, «ad esempio, preferisco usare il tonno rosso siciliano, che è fantastico. Ma per in resto non c'è alcuna altra contaminazione, è un Giappone senza compromessi».
«Milano è oggi pronta per una proposta di questo tipo di cucina "sartoriale", così come accoglierebbe bene una buon teppanyaki, se qualcuno lo aprirà. Dieci anni fa sarebbe stato troppo presto». Diciamo noi: visto anche il servizio perfetto, c'è aria di stella, la seconda per Liu, «ma ti assicuro che preferisco avere il locale pieno», conclude lui. Come dargli torto?
Si inizia con vari piattini: dalla sinistra amasake (riso fermentato con koji); gel di agar agar con gambero rosso e succo di yuzu; polpo cotto a bassa temperatura con purea di patate, uova di merluzzo e alga nori; frittata giapponese con anguilla, foie gras e sedano in salsa agrodolce. Il polpo è meraviglioso, magistrale piccantezza, forse manca giusto qualche grado di temperatura
Primo sushi: è di melanzana con zenzero candito ed erba cipollina. Caldo, è una totale goduria. Una sorta di baba ganush con note piccanti
Pezzogna, sudachi, caviale: eleganza, temperatura perfetta
Brodo di cannolicchi e di tonno, miso, polpetta di gambero, spinacino, shiitake, buccia di yuzu: convincentissimo, con il gambero dalla giusta consistenza, lo spinacino a sgrassare insieme allo yuzu
Sushi di tonno. Lo chef utilizza la parte semigrassa vicina alla ventresca, appena sotto alla pelle. Il condimento è una salsa di soia speciale, a doppia fermentazione. Golosissimo, carnoso, anzi carnale
Ricciola, buccia di yuzu sotto sale, peperoncino
Sashimi di pezzogna ai due condimenti (rapa bianca grattugiata e peperoncino piccante; zenzero ed erba cipollina). Poi un tris di tonno: tonno rosso, ventresca cruda, ventresca scottata, con wasabi fresco e crema di pianta del wasabi
Sushi di tartare di scampo e di tartare di gambero
Il miglior black cod che chi scrive abbia mai mangiato, con un superbo abbinamento di castagne. Il pesce viene marinato in un miso che ancora è in fermentazione
Capesanta scottata sul carbone, succo di sudachi, sale Maldon, yuzu kosho (peperoncino e yuzu)
Mazzancolla con tartufo bianco
Temaki di alga croccante, l'interno è di tonno - varie parti - battuto al coltello e condito con soia, wasabi, uova di salmone. Buonissimo, una delizia
Shabu shabu di wagyu, tempura di soba, salsa dashi con daikon grattugiato
Ventresca di tonno scottata, wasabi fresco. La ventresca è meravigliosa, eccezionale il condimento di wasabi fresco
Anguilla maturata 10 ore con pepe sancho. Morbida, gustosa
Abbiamo chiesto un sushi extra. Eccolo: tonno, avocado e tartufo bianco
Zuppa di miso rosso con brodo di pesce (granchio, pezzogna, ricciola, tofu)
Dolce alle castagne in tre versioni (gelato, crema e candita), pan di Spagna al chinotto. Anche i dessert sono di livello
Gita fuoriporta o viaggio dall'altra parte del mondo? La meta è comunque golosa, per Carlo Passera
di
classe 1974, milanese orgoglioso di esserlo, giornalista professionista dal 1999, ossia un millennio fa, si è a lungo occupato di politica e nel tempo libero di cibo. Ora fa l'opposto ed è assai contento così. Appena può, si butta su viaggi e buona tavola. Coordinatore della redazione di identitagolose.it e curatore della Guida di Identità Golose alle Pizzerie e Cocktail Bar d'autore. Instagram: carlopassera
Gita fuoriporta o viaggio all’estero? La meta è comunque golosa. Lo è perlomeno per il nostro Carlo Passera, alias Carlo Mangio. Un cibo succulento le sue parole, che stimolano curiosità e salivazione, pensieri limpidi, tanta sostanza per una delle penne più interessanti del panorama gastronomico nazionale