«Diciamo la verità: con queste materie prime eccezionali, è impossibile fare piatti cattivi». La provocazione è firmata Antonello Zaccardi, a margine di una recente competizione tra giovani chef pugliesi, sua moglie Angelica Giannuzzi – grande pasticcera – in giuria, noi con lui in platea ad assaggiare preparazioni come quella commentata dall’ex Piazza Duomo, brutta da vedere, sempliciotta nell’esecuzione, ma inevitabilmente golosa, «senti questo pomodoro! E il sapore della melanzana...».

Mamma Cicorella con Antonello Magistà
Perché la Puglia (non solo la Puglia, per la verità) è così: uno scrigno di bontà. Facile ricavarne portate
a-tutto-gusto, come sottolinea
Zaccardi. Più difficile fare il passo successivo: aggiungere a tanto sapore un quid di complessità, e poi ancora quel tot di eleganza. L’esito finale si chiama alta cucina, ed è ciò che il grande
Antonello Magistà, sommelier-patron, ha voluto perseguire ancor più, nel momento in cui, con mamma
Maria Cicorella che ha spento di recente le sessanta candeline, ha scelto di rinforzare la brigata del suo
Pashà con un pezzo da novanta,
Zaccardi appunto, strappandolo dal ruolo che l’aveva reso famoso – ma in fondo, anche limitato, com’è inevitabile i questi casi - ormai da anni, quello di sous chef di
Enrico Crippa.

Il giro di appetizer inizia con Peperone rosso arrostito e il suo gel

Asparagi, maionese alla senape e riso soffiato

Finte olive alla carne, olio all'alloro

Cocomero barattiere in osmosi di Campari, succo di datterini e tabasco

Crackers con lardo calabrese piccante e miele di carrubo
La svolta come sapete è recente noi l’abbiamo raccontata qui:
Svolta al Pashà, arriva Zaccardi ad affiancare Maria Cicorella. E dunque dopo nemmeno due mesi dalla costituzione di questo strano
trio maravilla –
Cicorella-Magistà-Zaccardi, in ordine rigorosamente alfabetico – noi siamo stati a Conversano per tastare con mano e testare con papille i primi esiti. Il cambiamento è ancora solo abbozzato, come inevitabile visto il poco tempo trascorso, ma percepibile. Un plus di armonia, un - ancora un po’ indefinito ma palpabile - distacco progressivo dai porti sicuri del sapore a tutto tondo, verso i mari perigliosi ma ricchi di fascino che sono l’habitat della migliore tavola creativa.

Mandorle e ricci, ne parliamo nel testo. Il piatto è spolverato con caffè campano Carbonelli, tostato a legna
Tale distacco ci pare per ora ancor più distinguibile proprio nei piatti che sarebbero, per loro natura, meno vocati a interpretazioni volte a esprimere maggior delicatezza, eleganza. I secondi di carne, ad esempio: eppure l’
Agnello, zucchina e zafferano di
Cicorella-Zaccardi è un capolavoro di armonia che va ad aggiungersi alle (scontate, a questi livelli) eccellenza della materia prima, perfezione nella cottura, sapienza nell’abbinamento, sapidità del risultato. O ancora, magnifico è il
Riso pizza marinara, una strofinata di aglio, poi pomodoro e acciughe ma soprattutto la polvere di pane di Altamura tostata a 180° per conferire note abbrustolite, un profumo di forno buono che regala nuova vita alla base di riso al pomodoro, che sarebbe come sempre piacevole, ma un po’ monocorde.

Peperone crusco, tartare di podolica. Molto buono

Uovo al sugo di datterini, brunoise di sedano, carota e peperone
Risalendo a ritroso:
Mandorle e ricci è un’eredità che
Zaccardi (ap)porta dal
Piazza Duomo, «ma qui s’esprime ancor meglio – ci confida – grazie alle mandorle di Conversano, fantastiche», che in effetti sprigionano tutto il loro aroma e regalano una texture perfetta.
Gamberi e peperoni è proposta complessa, perché abbina un elemento prepotente, quello vegetale: eppure trova un bell’equilibrio che non annichilisce affatto il crostaceo, il quale sopravvive in effetti egregiamente a un abbraccio che si sarebbe detto mortale.

Anguria marinata e acciuga. È arrostita intera, con la buccia, quindi abbattuta, tagliata a fettine e condita. Sembra un carpaccio, sa un po' di carne, un po' di peperone. Riprende una tecnica di Pier Giorgio Parini

Gamberi e peperoni, il Porto per dare una spinta, poi salsa di olive e caviale
E per finire questa rapida carrellata:
Fave e foglie è la perfetta rappresentazione del nuovo
Pashà à la Zaccardi. Connubio di un piatto identitario pugliese,
Fave e cicoria, immaginiamo mamma
Maria Cicorella a controllarne attenta la perfetta realizzazione; e che poi viene sormontato da un cappello di erbe e misticanze, come fosse una delle insalate del tristellato albese. Buono? Delizioso. Siamo all’inizio del percorso? Certo, ma la via appare tracciata. È una scommessa fertile? Non ne abbiamo dubbi, anche perché su tutto veglia
Magistà, che sa il fatto suo e amministra sala e cantina col solito piglio. Anzi, ancor meglio di prima.

Delizioso l'Agnello, zucchina e zafferano

Semifreddo alla crema, scaglie di cioccolato fondente, maraschino, lingue di gatto alla farina di pistacchio, ciliegie Imperiale e la loro salsa

Albicocca e pera Coscia sciroppate con olio e sale, la pera è condita anche con panna e cacao