02-11-2017
Gioacchino Gaglio in primo piano e, sulla destra, Franco Virga. Sono le due anime del Gagini e di altri locali che stanno modernizzando la scena gourmet di Palermo
Tagliatella di calamaro, spuma di patate, alghe e asparago selvatico. Si parte già benissimo, piatto dritto, rigoroso
Arancina, limone, zenzero, confettura di cipolle
Chips di tapioca, salsa di sfincione
Chips di panella, finocchietto, granita di limone
Gallinella marinata, rapa rossa, passion fruit, pesche, salsa di asparagi e alghe. Gran piatto, complesso e suadente
Una rivisitazione azzeccatissima del polpo alla pantesca: Polpo arrosto, salsa di asparagi di mare, fagiolini, patate, cipolle, chips di fagioli e lauro
Piatto nuovo, ricco, buonissimo, che accosta triglia e sfincione: Triglia marinata e fritta, pomodoro infornato, pane di cipolle, olive, bisque, quinoa, paté di olive e plancton
Spaghetto aglio, olio, peperoncino e prezzemolo
La pasta con le sarde Gagini style: è condita con acqua di patate, colatura di Aspra, pane tostato, pinoli, polvere di acciughe. Il ripieno è di finocchietto, uva sultanina, acciughe ripassate in padella
Altro piatto nuovo: Piccione arrosto, crema all'aglio nero, intingolo di coriandolo e yuzu, sorbetto ai gelsi, bieta alla menta. «Esprimo la mia fascinazione per l'India»
L'ultima novità è dolce: Cassatella, crema ai frutti rossi, gelato alla cannella, grue di cacao, biscotto al limone, essenza di cannella (di Massimiliano Alajmo)
Raccontavamo l’altro giorno delle prove tecniche di rilancio del Charleston, storico ristorante palermitano: una bella notizia (leggi: Le strummole di spaghetti dolci e il nuovo Corso del Charleston). E già abbiamo avuto modo di professare tutta la nostra stima per quel gran professionista, ancora molto meno celebrato di quanto meriti (almeno a nostro giudizio), che è Carmelo Trentacosti, chef del Cuvée du Jour del Villa Igiea. Poi c’è Tony Lo Coco a Bagheria, del quale già abbiamo scritto (leggi: L'altra Bagheria di Tony Lo Coco) e torneremo presto a occuparci; e dall’altra parte della città, a Terrasini, anche Giuseppe Costa.
Franco Virga con la compagna Stefania Milano nella bella foto di Salvo Mancuso
Il bancone cocktail del Bocum
Un’altra novità è alle porte: sarà un locale di street food di mare, un gradino sopra al livello già buono del Buatta, nella stessa via dei Cassari dove c’è il Bocum e, proprio di fronte a quest’ultimo, l’ammiraglia del gruppo (tali sono le creature di Virga: «Abbiamo ormai 60 dipendenti»), ossia Gagini, il ristorante gastronomico.
La sala del Gagini
Dalla fine del 2014 è al Gagini, successore di quel Gianni Lettica ora a Cefalù (ne abbiamo parlato qui). Vi propone oggi una delle cucina più convincenti di tutta l’isola. Accogliendo l’idea di fondo di Virga, lo stile risulta insieme siciliano e contemporaneo; Gaglio non segue la lezione a volte fin troppo barocca della generazione precedente, ma sceglie una via personale e fertile, attenta al sapore eppure mai didascalica né scontata; aliena insomma da ogni folclorismo, che è spesso il punto debole di molta alta ristorazione di Trinacria. A parere di chi scrive, è il percorso giusto.
La brigata del Gagini: da sinistra Gherardo Chirivino, Andrea Lo Nardo, lo chef Gioacchino Gaglio, Jonny Uddin e Filippo Vela, che lavora in sala e cantina con i responsabili Michela Vitale e Michele Puleo, più Laura Carollo e Alessandro Scarpulla. Questi ultimi mancano nella foto, come pure il sous Alessandro Fanara e il pastry chef Francesco Mango
Gita fuoriporta o viaggio dall'altra parte del mondo? La meta è comunque golosa, per Carlo Passera
di
classe 1974, milanese orgoglioso di esserlo, giornalista professionista dal 1999, ossia un millennio fa, si è a lungo occupato di politica e nel tempo libero di cibo. Ora fa l'opposto ed è assai contento così. Appena può, si butta su viaggi e buona tavola. Coordinatore della redazione di identitagolose.it e curatore della Guida di Identità Golose alle Pizzerie e Cocktail Bar d'autore. Instagram: carlopassera
Gita fuoriporta o viaggio all’estero? La meta è comunque golosa. Lo è perlomeno per il nostro Carlo Passera, alias Carlo Mangio. Un cibo succulento le sue parole, che stimolano curiosità e salivazione, pensieri limpidi, tanta sostanza per una delle penne più interessanti del panorama gastronomico nazionale