18-03-2015

La Francia celebra il suo passato

Il 19 marzo 1300 chef cucineranno francese, 100 tra loro sono italiani ma la grandeur è un ricordo

Sapete cosa accomunerà domani, giovedì 19 marzo, Heinz Beck, Chicco Cerea, Nadia e Giovanni Santini, Andrea Berton, Giancarlo Perbellini, Andrea Fusco, Anthony Genovese, Roy Caceres, Angelo Troiani, Davide Scabin e Davide Oldani, Claudio Sadler, Danilo Ciavattini, Cristina Bowerman, Simone Rugiati, Valentino Marcattilii, Stefano Marzetti, Matteo Baronetto e Gennaro Esposito? Assieme a un’ottantina di loro colleghi italiani celebreranno la grandezza della cucina francese. Nessun errore: la cucina francese e nemmeno quella più attuale, perché Goût de France è grandeur allo stato puro, il voler ribadire che, almeno per loro, ma non più per tutti, Première France, poi gli altri che però negli ultimi vent’anni hanno fatto passi da gigante e distrutto un monopolio francese dell’alta cucina che pareva eterno avendola inventata loro. La giornata nasce da questa crisi, ne è la reazione.

Si tratta di qualcosa di portentoso, un programma davvero tosto da pensare e realizzare quello di Goût de France, qualcosa come 1300 chef di 150 differenti nazioni che nelle loro cucine prepareranno piatti della gastronomia francese, il

Foto ricordo per Goût de France: il ministro per gli affari esteri e lo sviluppo internazionale, Laurent Fabius, tra gli chef Alain Ducasse e Guy Savoy

Foto ricordo per Goût de France: il ministro per gli affari esteri e lo sviluppo internazionale, Laurent Fabius, tra gli chef Alain Ducasse e Guy Savoy

tutto partendo da un appello di Laurent Fabius, ministro degli affari esteri e sviluppo internazionale, e di Alain Ducasse. Come è scritto nel comunicato stampa, “Diventando per una sera, i protagonisti della più vasta azione di promozione mai messa in atto dal paese di Guillaume Tirel, George Auguste Escoffier, Paul Bocuse, Alain Ducasse e… Ratatouille”. Io avrei citato anche Joël Robuchon oltre al topo-chef, ma il concetto è chiaro lo stesso.

Nessun altro Paese si è fatto coinvolgere tanto quanto l’Italia, e non ho letto, almeno non ancora, voci contrarie alla cosa. Da noi fa più scandalo cercare di fare qualcosa in favore della cucina italiana, mentre è cool farsi accettare a corte dai cugini che mai e poi mai parteciperebbero in massa a un impossibile giornata dedicata al Gusto Italiano. Impossibile non perché in Italia non sappiano organizzare grandi eventi, ma perché dedicheremmo più energie a sbranarci che a fare qualcosa di concreto per tutti.

Tra l’altro è importante notare come la giornata di domani si svilupperà lungo tre diversi livelli: alta cucina, gusto contemporaneo e bistrot. Anche se poi la protagonista è l’alta cucina, quella da 200 euro a coperto nei tre stelle che però non sono più presi d’assalto come un tempo e che hanno nella Michelin la guida di riferimento, a sua volta incalzata da realtà come i 50Best.

La Rossa è sempre molto importante, ma non è la più importante. Un esempio: scrivo da San Sebastian, lì nei Paesi Baschi per la presentazione di Oceana, una ventina di superchef, per l’Italia Massimo Bottura, che si impegneranno per una pesca sostenibile e rispettosa della vita dei mari. Sono stati scelti in base alla classifica promossa a Londra. Si può dissentire, però tanti lo hanno trovato giusto perché quando scegli, comunque elimini altri altrettanto di valore. A me ha fatto più specie che, dopo avere spiegato perché il futuro è di aringhe, acciughe e sgombri, al cocktail sono stati serviti rotolini di salmone.

La speranza invece è che sempre più italiani, dopo avere applaudito Goût de France, si dimostrino meno italiani e più altruisti quando si tornerà a parlare di Sistema Italia.


Dal Mondo

Recensioni, segnalazioni e tendenze dai quattro angoli del pianeta, firmate da tutti gli autori legati a Identità Golose

a cura di

Paolo Marchi

nato a Milano nel marzo 1955, al Giornale per 31 anni dividendosi tra sport e gastronomia, è ideatore e curatore dal 2004 di Identità Golose.
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