16-11-2015
Il presidente nazionale Ais, Antonello Maietta, e la vicepresidente del Consorzio Franciacorta, Maddalena Bersi Serlini, premiano Andrea Galanti, vincitore della finale del concorso Miglior Sommelier d'Italia - Premio Franciacorta, svoltosi a chiusura del 49° congresso nazionale dell'Associazione italiana sommelier (foto Sonia Santagostino)
E' Andrea Galanti, fiorentino, 31 anni, dell'enoteca-gastronomia Galanti di Firenze, il vincitore della finale del concorso Miglior Sommelier d'Italia - Premio Franciacorta, svoltosi a chiusura del 49° congresso nazionale Ais. Galanti ha battuto gli altri due finalisti, il secondo classificato Massimo Tortora, dell'enoteca-cantina Massimo di Livorno, e il terzo classificato Maurizio Dante Filippi, ristorante Sala della Comitissa di Baschi (Tr).
La giuria che ne ha giudicato le prove era super-qualificata: Ivano Antonini, Luca Martino, Luisito Perazzo e Maurizio Zanolla (giuria tecnica); Maddalena Bersi Serlini, Mauro Carosso, Cristiano Cini, Antonello Maietta e Ottavio Venditto (giuria istituzionale); Paolo Massobrio, Emanuele Patrini e Alessandro Torcoli (giuria giornalisti). Per la prima volta prendevano parte alle semifinali anche due sommelier affiliati a delegazioni Ais all’estero, nello specifico ad Ais del Regno Unito.
Il vincitore Andrea Galanti, al centro, tra Maurizio Dante Filippi, a sinistra, terzo classificato, e Massimo Tortora, secondo
Ovvia la soddisfazione espressa dal presidente nazionale Ais, Antonello Maietta: «E’ stato un congresso molto bello. Devo elogiare l’efficienza lombarda, che ha saputo organizzare questo evento così bene». Poi, parole di plauso anche nei confronti del vincitore.
L’interessato è apparso orgoglioso ed emozionato insieme. E’ in quale modo “nipote d’arte”. Fu nonno Aldo ad aprire nel 1960 la gastronomia Galanti, in piazza della Libertà a Firenze, che poi negli anni si è sempre più dedicata anche al mondo del vino, fino a ospitare oggi circa 500 etichette. Andrea Galanti, classe 1984 («Fu un’annata pessima per i vini», scherza) dopo gli iniziali studi d’Economia – il padre è commercialista – si è diplomato sommelier nel 2011, seguendo la propria passione e decidendo di farne una professione. «Mi piace trasmettere agli altri l’interesse nei confronti del vino. Cosa farò ora? Proseguirò certo a curare l’attività di famiglia, ma non nascondo che mi piacerebbe anche intraprendere percorsi diversi. Valuterò le offerte che dovessero giungermi, mi piacerebbe mettermi in gioco».
I sommelier semifinalisti
I tuoi punti di riferimento nel mondo della sommellerie? «Certamente Armando Castagno, un uomo dal carisma ipnotico. Ma se sono arrivato fin qui, molto lo devo anche a Simona Bizzarri e Cristiano Cini».
Un momento della prova di Andrea Galanti
Cosa ci manca ancora rispetto ai cugini transalpini? «Poco a livello territoriale, anche se loro possono vantare aree, penso allo Champagne, che sono davvero fantastica e inimitabili. Però io credo che soprattutto sappiano vendere bene il loro prodotto e siano capaci di fare sistema. Riescono ad avere maggiore appeal: è questo che dobbiamo ancora imparare. E’ una questione di capacità comunicativa: alcuni nostri Consorzi – penso a quello del Soave, o alla Franciacorta – sono già sulla buona strada e lavorano molto bene. Altri devono fare di più».
Storie di uomini, donne e bottiglie che fanno grande la galassia del vino, in Italia e nel mondo
a cura di
classe 1974, milanese orgoglioso di esserlo, giornalista professionista dal 1999, ossia un millennio fa, si è a lungo occupato di politica e nel tempo libero di cibo. Ora fa l'opposto ed è assai contento così. Appena può, si butta su viaggi e buona tavola. Coordinatore della redazione di identitagolose.it e curatore della Guida di Identità Golose alle Pizzerie e Cocktail Bar d'autore. Instagram: carlopassera