Non fosse per la scritta "I Feel Slovenia", impressa a caratteri cubitali, difficilmente scorgeresti il padiglione dell’ex feudo jugoslavo a Expo. All’ingresso sono piazzate piccole postazioni di street food che fanno un poco ombra. Ma a illuminarci la via c’è Tomaz Kavcic, il Cracco di Slovenia – e chef di Identità Expo fino a domani sera, con un menu sulle variazioni di brodo che sta conquistando tutti.
E’ lui a introdurci ai contenuti di un complesso piuttosto discreto, giocato su cinque simboli importanti del paese che confina col nostro (incredibilmente, non tutti gli italiani lo sanno). Il primo è anche un emblema della cucina di Kavcic: il sale. Era il 2007 quando il folletto del Vipacco stregò gli spettatori di Identità Milano con la sua piastra di sale. Avvolgeva carne e pesce meglio di una griglia d’acciaio. A un certo punto, il cuoco asserì poetico «Il sale è quel pezzo di mare che non è voluto tornare al cielo».

Un alveare a specchio serve a enfatizzare l'importanza delle api nell'ecosistema del mondo
Lo sanno bene i salinai di Pirano e Portorose, ben rappresentati da ampie vasche appena dentro al padiglione. Sale così puro che a Lubiana e dintorni lo chiamano “oro bianco” di Slovenia. Dopo il cristallo marino, si apre un grande alveare a specchio, che rimanda a un secondo vanto del paese: le api. Non si contano i mieli pregiati che addolciscono i palati dei due milioni di abitanti del paese, appena 100 per chilometro quadrato. Una scarsa densità che è il segreto del sereno proliferare degli insetti, api di genere carniola, altrove nel mondo decimate dall’inquinamento. Un tema molto in voga a
Expo (per esempio nel padiglione del Regno Unito e nell’ingrediente di cui è ambassador la chef
Cristina Bowerman). E giustamente: se d’improvviso sparissero tutte le apidi del mondo, il genere umano farebbe altrettanto nell'arco di 4 anni.
Sale, api e sorgenti termali. Il centro di Posavje, a sud-est del paese, è uno dei più importanti al mondo, seminato da spa di ogni genere. Mentre l’acqua in bottiglia ha una concentrazione record di magnesio. Chi poi non conosce le grotte di Postumia? Con un milione di turisti l’anno, è l’attrazione turistica più celebre, l’unica al mondo con treno dal doppio binario che la percorre. Un fatto che il padiglione giustamente rammenta.

La lavagna con le specialità tradizionali slovene
Per le sue grandi distese e praterie, Slovenia significa sopratttuto fare sport, il quarto elemento del paese: ciclismo, escursionismo e climbing, soprattutto. La vetta disegnata del Monte Triglav, 2864 metri, è lì a ricordare che «Non sei un vero sloveno se non lo hai mai scalato fino in cima». L’ultimo tema, il quinto, è legato alla qualità dell’aria: il celebre aviatore
Matevž Lenarčič ha dimostrato di recente che l’emissione del carbonio nero sopra ai colli sloveni è tra le più ridotte d'Europa. La qual cosa consente alle distese di grano saraceno sottostanti di dare origine a del pane eccezionalmente fragrante.
Col che arriviamo al cibo A cui, per la verità, non è assegnato molto spazio. C’è un piccolo corner a fine percorso che offre specialità tradizionali del paese (vedi la lista foto qui sopra). Fossimo in voi, faremmo scorte di salsicce carniche e di torte potica, strudel in versione mini.