02-08-2019
La veronese Chiara Pavan, classe 1985, da 3 stagioni chef di Venissa, in coabitazione con il compagno e collega Francesco Brutto (foto Maurizio Rossi)
«Cosa faccio nel tempo libero? Sto leggendo con piacere i saggi di Michel de Montaigne. Com’è brillante la sua visione della società, attuale in modo inquietante. Da studentessa, ero appassionata di epistemologia. Mi sono laureata in Filosofia a Pisa, specializzazione Filosofia della scienza: laurea triennale sul foucaultiano Georges Canguilhem e specializzazione su Ian Hacking, filosofo della mente canadese. Cucinavo e lavoravo: mi sentivo una privilegiata». Vengono in mente le parole di Mauro Uliassi («Finalmente la cucina sta passando da rifugio per pelandroni a fucina di interpreti forti e preparati») o Massimo Bottura («L’ingrediente del futuro? La cultura») ad ascoltare quelle di Chiara Pavan, chef di Venissa, il complesso gioiello sull’isola mignon di Mazzorbo di cui abbiamo scritto tante volte. Meno abbiamo raccontato il talento di questa ragazza veronese che non ama ostentare le sue passioni, se non debitamente incalzata. Seduti a colazione, la scorgi già all’orizzonte, china dietro ai filari di Dorona, tra nugoli di zanzare già voraci e le sculture surreali di Stefano Bombardieri. Affonda le mani nell’orto popolato da lei stessa: « Mi alzo quasi sempre molto presto. È un esercizio che mi rilassa. Curo pomodori verdi, bietole, rape e rape rosse, cetrioli, peperoni, melanzane, cipollotti e spinacini. Mi hanno sgridato perché ho piantato fin troppo».
Il ristorante, immerso tra le vigne di Dorona a Mazzorbo. Venissa è un wine resort di poche camere, che include anche un'Osteria tradizionale di cucina veneziana
Le entrée del menu attuale. Da ore 12 in senso orario: Spugna di cozze, sardella calabra, prezzemolo e limone, Crostino di nocciola, patè di fegato di coniglio e topinambur fermentato, Pannacotta di aringa e olio all'eucalipto, Cialda di tapioca, malto d'orzo ed erba San Pietro, Cannolo di ricotta di capra e caviale di aringa
Scampi appena scottati, lardo, brodo di acacia, fragola fresca, gel di fragola e fragola fermentata
Cappelletti con impasto di pomodoro, ripieni di crema di mandorla, pomodoro acidificato e arrostito, olio di menta e alici in shio koji
Tortellini con doppia panna, tamarindo fermentato e angostura, piatto simbolo di Francesco Brutto, da Undicesimo Vineria a Venissa
Peperone candito, salsa di peperone acidificata, gelato di latte di capra, camomilla in spugna gel e biscotto, estratto di alloro
Team Venissa 2019, con la cuoca si riconoscono Gabriele Iacobucci (primo a sinistra, sommelier), Redha Marzo (maitre, terzo da sinistra) e Francesca Negusanti (in sala, seconda da destra). Foto Maurizio Rossi
Il punto di Gabriele Zanatta: insegne, cuochi e ghiotti orientamenti in Italia e nel mondo
di
classe 1973, laurea in Filosofia, coordina la Guida ai Ristoranti di Identità Golose e tiene lezioni di storia della gastronomia presso istituti e università. instagram @gabrielezanatt
Insegne, cuochi e ghiotti orientamenti: a narrarceli è Gabriele Zanatta, laureato in Filosofia, nonché coordinatore della Guida ai Ristoranti di Identità Golose. Il suo punto di vista va ben oltre la superficie, per esplorare profondità e ampiezza della tavola, di tutto quello che è Zanattamente Buono.