29-06-2016
Giorgio Scarselli, classe 1969, direttore del ristorante del Bikini, stabilimento balneare fondato dal nonno Franco 60 anni fa a Vico Equense in Penisola Sorrentina (Napoli). Pescatore da 3 generazioni, si batte per elevare la cultura del pesce, sottolineandone la stagionalità e promuovendo le specie poco utilizzate
L’estate ha già archiviato la sua prima settimana ma la nostra preoccupazione rimane intatta: quali pietanze di pesce evitare sulle tavole a un passo dal mare? Quali piatti preferire, al di là delle mode? Come schivare i sapori anonimi dei prodotti congelati o delle cernie che ci spediscono dallo stretto di Hormuz in Oman? Il discorso è molto complesso e varia non solo da paese a paese o da Tirreno ad Adriatico, ma da golfo a golfo. Perché ogni mare ha i suoi ecosistemi e le sue popolazioni ittiche. E quindi non possiamo applicare regole con presunzione universale. Il nostro focus di oggi è sulla Penisola Sorrentina. Incontriamo Giorgio Scarselli, responsabile del Bikini a Vico Equense. Diffondere la cultura del pescato a tavola è una missione da quando nel 2010 prese le redini del ristorante che guarda dall’alto lo stabilimento balneare di famiglia, col Vesuvio in lontananza. Fu fondato da nonno Franco, avvocato-pescatore, 60 anni fa: «Allora il nome era il più esotico che si potesse scegliere», racconta Giorgio. Sguardo curioso ed eloquio intelligente, si è riappropriato dell’insegna che il padre Riccardo, pescatore pure lui, rese popolare già negli anni Ottanta: «Era un pioniere. All’epoca teneva una barchetta ormeggiata sotto. E raccomandava ai pescatori di tornare con le ceste piene di alghe verdi per fare le frittelle. Nella stagione della riproduzione, tornavano con tanti ricci così. E ci facevamo splendidi risotti. Preparava anche una pizza gourmet ante-litteram: famosa era la Bikini, con ruchetta di scoglio e provola dei monti Lattari». Tre generazioni col mare dentro. Quali regole dovremmo seguire per apprezzare il nostro pescato al meglio? La prima e più importante è la stagionalità. Oggi tutti gli operatori, o quasi, sanno quand’è il momento giusto di comprare e cucinare le zucchine o i pomodori. Ma della stagionalità dei pesci si parla ancora pochissimo: su internet non trovi quasi nulla. Eppure, al di là dei fermi biologici, c’è sempre un momento più adatto di un altro per pescare un certo tipo di pesce. Le triglie, ad esempio, vanno mangiate quando l’acqua è più fredda perché hanno carni più sode e saporite. E quando fa caldo, è meglio preferire quelle di scoglio a quelle di fango.
Gli Spaghetti con limoni di mare e foglie di finocchietto del ristorante Bikini, chef Domenico De Simone
Lo sguardo dalla veranda del ristorante. In fondo, il Vesuvio
Il punto di Gabriele Zanatta: insegne, cuochi e ghiotti orientamenti in Italia e nel mondo
di
classe 1973, laurea in Filosofia, coordina la Guida ai Ristoranti di Identità Golose e tiene lezioni di storia della gastronomia presso istituti e università. instagram @gabrielezanatt