22-06-2013

Green e golosa

Due motivi per spostarsi fino in Nuova Zelanda? La natura rigogliosa e i numerosi food festival

Il Marlborough Wine and Food Festival è uno degli

Il Marlborough Wine and Food Festival è uno degli eventi a tema goloso più importante della Nuova Zelanda: si tiene ogni anno, nel secondo sabato di febbraio (foto newzealand.com)

Non riesco a immaginare qualcuno che andasse in Nuova Zelanda alla ricerca del corrispettivo downunder di anfore dell’epoca romana o vestigia della civiltà greca. Infatti, una delle campagne pubblicitarie turistiche più efficaci negli ultimi anni è stata la famosa “100% Pure” con cui si evidenzia l’immagine green della nazione della lunga nuvola bianca (questa la traduzione più accreditata di Aotearoa, il nome con cui i māori chiamano la loro terra). E quindi l’inclinazione verso l’ambiente, più che la dimensione storica o architettonica, con cui il turismo kiwi si identifica.

Central Otago Pinot Noir Celebration, 30 gennaio-1 febbraio

Central Otago Pinot Noir Celebration, 30 gennaio-1 febbraio

In realtà la campagna ha destato nella comunitá scientifica e tra gli ambientalisti un certo sgomento per tale slogan (le contestazioni si basano su dati di carattere ecologico), e tuttavia ha avuto molto successo nel cambiare la percezione della Nuova Zelanda. Che il target fosse la promozione turistica è assodato, le ricadute positive però si hanno anche in termini di agroalimentare e rinnovato interesse nella cultura culinaria. Appiccicare l’etichetta di “purezza” e “conservazione” a un territorio vuol dire estendere la patente di “naturalità” anche a ció che dalla terra viene, a tutto il mondo vegetale e ai prodotti alimentari che faranno poi parte di una ricetta.

La Nuova Zelanda vive di export, e il settore agroalimentare è la locomotiva di questo convoglio dello sviluppo. A fine 2011 hanno registrato incrementi a due cifre l’export del settore dairy (tutto ció che ha a che vedere con i latticini) così come orticoltura, carne e pesce. La nota di rilievo in questi dati va a tutto ciò che esce dal Paese con una certificazione attaccata, ossia standard qualitativi elevati. Per dirla brutalmente, l’etichetta green funziona. E paga. Paga anche per la disponibilità merceologica nel mercato interno e per l’interesse inarrestabile verso la cucina.

Praterie sconfinate

Praterie sconfinate

Scorrendo i siti web istituzionali a carattere turistico, le attivitá fisiche e sportive sono la prima ragione d'interesse, seguite dall’offerta culinaria. É sicuramente imparagonabile all’Italia, che vanta da anni manifestazioni legate alla celebrazione e promozione di un preciso prodotto, però per una innamorata del cibo è rassicurante vedere che anche in Nuova Zelanda i food festival prendono piede e che la cultura legata alla cucina e alle tradizioni alimentari cresca di suo, a prescindere dalla spinta mediatica.

Si svolgono soprattutto nel periodo estivo (quindi tra dicembre e aprile) e tendono a promuovere una intera zona o regione (come il Marlborough Wine and Food Festival o il Central Otago Pinot Noir Celebration), una categoria (come il WildFoods Festival a Hokitika) o una cultura (nello specifico il cibo tipico māori, Kaiwhia Kai Festival a Hamilton, Maketu Kaimoana nella Bay of Plenty o Kai in the Bay a Napier). ‘100% Pure’ magari è un po’ azzardato, green invece lo è fortemente, golosa senza ombra di dubbio. L’estate non tarderá a tornare anche da queste parti.


Dal Mondo

Recensioni, segnalazioni e tendenze dai quattro angoli del pianeta, firmate da tutti gli autori legati a Identità Golose

a cura di

Cinzia Piatti

classe 1975, lombarda, laureata in Scienze della Comunicazione, vive in Nuova Zelanda, dove lavora come ricercatrice nell'ambito sociologico e delle politiche globali alimentari

 

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