Ha aperto a settembre in Brera: ristorante stile place-to-be, con crudi sontuosi, chicche anche rare, fornitori d'eccellenza. Il patron, il pugliese Antonio Fresa, possiede dieci indirizzi di successo in Russia. E replica qui con una cucina italiana di mare, dai tocchi mediorientali e asiatici
Ha aperto da pochi mesi – a settembre – il Sea Signora, nuovo indirizzo di pesce nel cuore di Brera. A entrarci e assaggiare qualche piatto, si viene colpiti non tanto dagli arredi ricercati o da un’allure generale che dichiara fin da subito le sue intenzioni (diventare un locale place-to-be per altoborghesi e mondani in cerca di una serata all’insegna del buon cibo e di qualche bottiglia importante), ma dall’estrema qualità della materia prima impiegata. Per dire, il pescato – con le chicche di mercato, la selezione di ostriche, i mitici carabineiros accanto al gambero rosso di Mazara e al viola di Gallipoli, il caviale Osciètre Suprême selezione speciale Sea Signora… - è di Orobica pesca, assaggiamo poi dei Garganelli con trombette dei morti, lambrusco e prosciutto d’oca affumicato, e quest’ultimo è di Jolanda de Colò, mentre sul finale ad accompagnare la Torta Sea Signora è il gelato al cardamomo verde del grande Ciacco….
Insomma, compito dello chef Roberto Godi, è quello di accarezzare tale cornucopia d’eccellenze; lo fa con un surplus di golosità, salse e intingoli sono intensi e goderecci. Con qualche sorpresa: ci arriva un’harissa clamorosa, equilibrata, fatta in casa, con peperoncino, peperone, coriandolo fresco, cumino, coriandolo in semi, limone salato, aglio confit, sale, olio evo. Davvero perfetta.

Garganelli con trombette dei morti, lambrusco e prosciutto d’oca affumicato, unico primo piatto "di terra" nel menu del Sea Signora
Ci siamo goduti anche dei
Paccheri Gerardo di Nola con astice blu bretone (con sugo di bisque, crema di latte, pomodorini del piennolo e astice), dei dolci ben realizzati, ma chiaro che l’attenzione vada soprattutto alla prima parte del menu, quella dei crudi, ci si può concedere un sontuoso e spettacolare
Plateau Signora Royale (c’è la versione short, si chiama
Plateau Signorina), mentre noi abbiamo adocchiato un intero alfonsino, gustato poi a carpaccio con intingoli come tabasco, salsa ponzu + tartufo e una terza, sorta di salmoriglio (invece l'harissa di cui sopra accompagnava una spadellata di ovuli fritti, con in alternativa la tahina).
Patron di Sea Signora è il pugliese Antonio Fresa, che nasce chef: oggi è imprenditore trapiantato dal 2011 in Russia, dove gestisce dieci indirizzi tra San Pietroburgo, Mosca e Vladivostok: quattro sono di impronta italiana (Sea Signora, Fresa, Marso Polo, Ti Ama), tre israeliani coi marchi Saviv e Tel Aviv by Saviv, il nuovo nato è il Koi a San Pietroburgo, impronta fusion asiatica. È un cocktail di stili che troviamo, shakerato, al Sea Signora milanese: cucina di pesce italiana con qua e là influenze mediorientali e qualche tocco dell’Estremo Oriente. «Non volevo ricadere nella semplice etichetta “cucina italiana”». Tavola semplice, immediata, con grandi prodotti, godibili.
Sea Signora
Via Fiori Chiari 32 - Milano
Tel. +39 345 2831086
seasignorarest.com
Sempre aperto a pranzo e cena