21-01-2023
Cristiano Tomei nel suo nuovo Corteccia, ristorante appena aperto a Milano. Lo chef sarà tra i protagonisti pure a Identità Milano 2023, nella sezione Identità di Pasta, domenica 29 gennaio. Tutte le foto sono di FMF
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«Ne vedrete delle belle» ridacchia Cristiano Tomei a margine dell'inaugurazione del suo nuovo ristorante milanese e parlando del suo atteso intervento a Identità di Pasta, quattordicesima edizione della giornata pastaiola a Identità Milano, come sempre in collaborazione con Pastificio Felicetti, s'inizia alle 11 di domenica 29 gennaio in sala Blu1 e si finisce nel tardo pomriggio dopo sette lezioni con otto relatori, a chiudere proprio Tomei e prima di lui Giuseppe Iannotti, Marco Ambrosino, Michele Lazzarini, il duplex Karime Lopez e Takahiko Kondo, Dario Pandolfo e Gianluca Gorini, qui il programma completo della tre giorni.
Ridacchia allora lo chef guascone di Lucca, tra un selfie e un cocktail, perché l'altra sera è stata festa grande a due passi dalla Madonnina, in corso Europa 12, San Babila è dietro l'angolo e sono andati a ruba gli assaggi di Bistecca primitiva, sempre strepitosa, un classico de L'Imbuto: manzo stracciato massaggiato con olio su una corteccia di pino marittimo, chips di buccia di patata - nel nostro caso di topinambur - e grasso di manzo tostato. E proprio Corteccia si chiama la nuova creatura di Tomei, per la prima volta su suolo meneghino: 67 coperti all’interno, di cui 10 al bancone e 8 nella sala privè con al centro un tavolo imperiale, a cui nella bella stagione si aggiungono i 15 posti del dehor. Un'idea di osteria contemporanea che calza a pennello con la personalità prorompente e conviviale dello chef toscano, da sempre sarcastico nemico dei fighettismi modaioli e delle astruserie culinarie (nella sede de L'Imbuto a Palazzo Pfanner domina una scritta al neon, inequivocabile: "No al gastronanismo"), il che lo colloca apparentemente nell'ambito degli alfieri del prodotto e dell'italianità, poi però lui ha una vocazione naturale così fulgida da consentirgli di rileggere il già noto con sguardo libero, personalità istrionica e soprattutto fervida mente creativa.
La sala
Lui scherza, ma mica è scemo, tutt'altro. Il concetto è quello giusto: un ristorante che vuol essere inclusivo e accogliente, senza né velluti né tavolacci, dunque una medietà equilibrata dove la garanzia è nel suo nome e chi - come il sottoscritto - vuol farsi l'esperienza ordinerà il percorso degustazione (a 100 euro, correttissimo), ma chi vorrà anche solo mangiare un piatto e bere qualcosa (c'è una selezione di piccoli produttori bio. E ci sono i cocktail, durante o dopo il pasto) potrà farlo in tutto relax.
Pennoni panna e prosciutto
Tortelli all'olio d'erbe
Crema catalana al Parmigiano e finocchio
Sofficino milanese, ossia una cotoletta di nervetti di vitello e verza
Al Corteccia Tomei porta la brigata che aveva al ristorante del Bauer di Venezia, ora chiuso per una lunga ristrutturazione che durerà due anni: «Sono bravissimi». Il resident chef sarà Fabio Anello, in sala invece Giorgio Di Nunno, «diventerà iconico. È il giusto compromesso tra classicità e contemporaneità».
di
classe 1974, milanese orgoglioso di esserlo, giornalista professionista dal 1999, ossia un millennio fa, si è a lungo occupato di politica e nel tempo libero di cibo. Ora fa l'opposto ed è assai contento così. Appena può, si butta su viaggi e buona tavola. Coordinatore della redazione di identitagolose.it e curatore della Guida di Identità Golose alle Pizzerie e Cocktail Bar d'autore. Instagram: carlopassera
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