05-02-2023

Fondazione Cotarella a Identità Milano 2023: «Il cibo buono e salutare fa parte del nostro patrimonio culturale. Difendiamolo»

Distinguere l'abuso di alcol dal bere un ottimo calice di vino, conoscere le proprietà benefiche dell'olio extravergine di oliva e l'importanza dell'educazione. Ecco alcuni dei temi che sono stati oggetto di riflessione nell'Arena di Identità Golose

I protagonisti del dibattito pensato dalla Fondazi

I protagonisti del dibattito pensato dalla Fondazione Cotarella durante Identità Milano 2023. Sul palco dell'arena Riccardo Cotarella, Presidente Nazionale e Internazionale, Luigi Nicolais, Professore Emerito dell’Università di Napoli Federico II, Bruno Vespa, Umberto Capitanio, Specialista Urologo dell’Istituto Scientifico San Raffaele di Milano, Silvio Barbero, vicepresidente dell'Università di Scienze Gastronomiche di PollenzoNicola Di Noia, docente di scienze e tecnologie alimentari all'Università degli Studi di Tor Vergata e direttore generale Unaprol e lo chef Giancarlo Perbellini.

Che ruolo hanno salute e benessere quando si parla di cibo? Su questo tema ci si è interrogati durante Identità Milano 2023 in un dibattito pensato dalla Fondazione Cotarella.

La discussione si è aperta con un commento di Riccardo Cotarella, Presidente Nazionale e Internazionale di Assoenologi, sulla decisione dell’OMS riguardo ai possibili danni alla salute da indicare sull’etichetta del vino. «Serve un uso moderato, consapevole e intelligente. Il vino oggi non è più solo una bevanda, è catalizzatore di rapporti umani e motore economico del nostro paese, con 17 miliardi di fatturato. Con Assoenologi abbiamo voluto esplorare tutta la letteratura scientifica e le ricerche dicono che il pericolo è l’alcol e il suo abuso, non il bicchiere di vino al giorno».

E Bruno Vespa interviene per rafforzare questa posizione: «Si sta confondendo il consumo eccessivo di alcol e superalcolici con il consumo del vino. Noi italiani siamo inclini a credere alle cattive notizie, che circolano veloci e oscurano anni di ricerca scientifica». Si aggiunge sul tema Luigi Nicolais, Professore Emerito dell’Università di Napoli Federico II, che commenta come la circolazione delle fake news possa essere combattuta solo introducendo conoscenza, la stessa conoscenza che negli ultimi venti anni ha portato una nuova qualità nel mondo del vino, e cambiando il nostro modo di essere e di pensare alle cose ed è questo che fanno gli scienziati e i grandi artigiani del cibo e del vino, supportati da ricercatori e innovatori di tutti i settori.

Umberto Capitanio, Specialista Urologo dell’Istituto Scientifico San Raffaele di Milano, sottolinea come dire che un bicchiere di vino al giorno faccia male sia un errore, dato che circa il 90% dei soggetti che secondo la ricerca riportano danni da alcol usavano soprattutto spirits e in maniera smodata. Inoltre, in passato le ricerche non consideravano altre condizioni come l’età, l’area geografica e le condizioni di salute del paziente. «La letteratura generica sull’alcol non va generalizzata al bicchiere di vino: sarebbe come mettere sulla bustina di zucchero che nuoce gravemente alla salute solo perché l’obesità è un grande problema».

La parola passa a Silvio Barbero, vicepresidente dell'Università di Scienze Gastronomiche di Pollenzo, che racconta l’esperienza formativa di Slow Food: «Abbiamo voluto dare alla gastronomia dignità di scienza. Il cibo è cultura, arte, emozione, economia, relazioni e se ne deve parlare in modo olistico, con un approccio anche umanistico che abbracci queste sfere e le faccia dialogare. Stiamo formando i formatori del futuro, coloro che da gastronomi sappiano condividere le loro conoscenze con un pubblico molto ampio, che tocchi anche le scuole».

E di scuola parla anche lo chef Giancarlo Perbellini, che racconta di un progetto di educazione alimentare alle scuole primarie: «I bambini a casa spesso mangiano male, con genitori sempre di fretta e che conoscono poco la materia. Abbiamo quindi dimostrato agli adulti che in 5 minuti in più si può preparare un pasto sano anziché aprire barattoli. La rivoluzione salutistica è arrivata anche in cucina, tanto che oggi proponiamo  i “menu del senza”, con in carta piatti che possano soddisfare anche chi ha intolleranze o allergie specifiche».

Chiude il talk Nicola Di Noia, docente di scienze e tecnologie alimentari all'Università degli Studi di Tor Vergata e direttore generale Unaprol, che a proposito di salute a tavola ricorda il valore dell’olio extravergine d’oliva, pilastro della dieta mediterranea, verso il quale serve alimentare conoscenza e cultura. «I produttori di olio sono quasi tutti autodidatti e spesso convinti che il loro olio sia il migliore. Manca in questo settore professionalizzazione, basti pensare al fatto che l’olio non ha corsi didattici universitari dedicati e mancano figure che formino. Da lato della scienza, poi, manca la ricerca anche base sui problemi che ci affliggono, come quello della xilella, per esempio, che ha ucciso 21 milioni di piante».

Conoscenza e ricerca, formazione e informazione, consapevolezza e innovazione paiono essere le parole chiave per coniugare felicemente salute e benessere al buon cibo e vino, che sono parte imprescindibile del patrimonio culturale italiano.


IG2023: signore e signori, la rivoluzione è servita

a cura di

Amelia De Francesco

Napoletana di nascita e lucchese di adozione, parte dalla critica letteraria per arrivare poi a raccontare di cibo e di vino (che sono anche le sue passioni). Adora viaggiare e va matta per la convivialità che si crea intorno alla tavola

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