27-08-2012

Il pasto del rientro

Dopo i traumi delle ferie, tutti da Cesare a Roma, trattoria di quartiere dall'atmosfera rilassata

Le Polpette di bollito con salsa al basilico di Ce

Le Polpette di bollito con salsa al basilico di Cesare al Casaletto in via del Casaletto 45 a Roma, +39.06.536015. Leonardo e Maria Pia Vignoli hanno concepito una trattoria di cucina romana vecchio stile, dai prezzi corretti e i sapori autenticamente veraci

Noi (giornalisti, critici, blogger, foodies, gastronomi, appassionati...) percorriamo migliaia di chilometri per assaggiare la cucina di un certo chef, anche se si tratta di licheni e formiche vive, figuriamoci se quando siamo in viaggio dall'altra parte del mondo ci tiriamo indietro davanti alle specialità del posto. Guardiamo con aria di sufficienza quelli che davanti all'ennesimo piatto di noodle o al centesimo couscous iperspeziato se n'escono con il banalissimo «si, ma vuoi mettere un piatto di pasta...», e commiseriamo chi cede stremato ed entra nel primo ristorante italiano che trova in cerca della sua dose di carboidrati scotti e mal conditi.

Affrontiamo coraggiosi anche i tramezzini dell'aeroporto o i temibili pasti della classe turistica sulla compagnia aerea "scamuffa" distraendoci a guardare le foto scattate in viaggio (a piatti e prodotti tipici, naturalmente) ma la verità è che sul volo di ritorno – e forse già da qualche giorno prima – abbiamo in mente un solo pensiero: dove andremo a mangiare una volta tornati a casa? E cosa ordineremo? La questione è serissima: il Primo Pasto al ritorno da un lungo viaggio è una specie di rito, sancisce il tornare definitivamente alla vita quotidiana, con la sua dolce, noiosa routine. Non è alta cucina quella che cerchiamo in questi momenti, non sono le sperimentazioni d'avanguardia o le cotture estreme. Dobbiamo riappropriarci della nostra identità gastronomica (e non solo) e per farlo servono sapori semplici, rassicuranti, quelli che fanno casa. 

Baccalà alla romana

Baccalà alla romana

Una volta ci pensavano mamme e nonne a farci trovare pronto in tavola quello che avevamo sognato segretamente all'altro capo del mondo, ma oggi quasi sempre tocca andare al ristorante, anche perchè mamme e nonne probabilmente stanno anche loro in vacanza ai Tropici o in Salento. E allora il tutto va scelto con cura, dall'indirizzo ai piatti da ordinare (possibilmente informandosi prima della partenza del periodo di chiusura del locale scelto, per non restare delusi).

Per quanto mi riguarda, sono piuttosto abitudinaria e da qualche anno ormai le scelte si riducono a poche possibilità, per lo più in base appunto a chi trovo sicuramente aperto il fatidico giorno del mio rientro a Roma. O si tratta di pizza – da Sforno o Tonda, possibilmente, non avendo le forze di percorrere qualche altro chilometro fino a Napoli o dintorni – o si va da Leonardo in via Catania, +39.06.44233705, o, meglio, da Cesare al Casaletto.

"Cesare" è una storica trattoria di quartiere (all'estremità di Monteverde, proprio dove c'è il capolinea del tram 8, l'unico mezzo pubblico affidabile della Capitale), di quelle col pergolato e il vino della casa. È così da sempre (da parecchio, diciamo...), solo che da qualche anno è di Leonardo Vignoli, espertissimo sommelier con una passione dichiarata per la Francia e i vini “naturali” (o come volete chiamarli) e vecchia conoscenza dell'alta ristorazione romana (potreste ricordarvelo che vi consigliava una bollicina al Giuda Ballerino o alla compianta Trattoria di San Rocco a Monterotondo). 

Gnocchi cacio e pepe

Gnocchi cacio e pepe

Dopo aver girato per grandi ristoranti tra Parigi e Roma, qualche anno fa ha rilevato la vecchia trattoria insieme alla moglie Maria Pia e – invece di trasformarla in “trattoria moderna” con arredi finto-rustici, ingredienti griffati e prezzi di conseguenza – l'ha lasciata quel che era sempre stata: una trattoria di quartiere super affidabile, con l'atmosfera rilassata (potrebbe capitarvi di veder arrivare al vostro tavolo la piccola e simpaticissima figlia Giulia a “prendere le ordinazioni”), i prezzi giusti e – soprattutto – un'ottima cucina verace.

Invece di inutili reinterpretazioni della tradizione romanesca, Leonardo – che ormai è oste a tutto tondo, sempre presente in sala ma senza mai perdere d'occhio quel che succede in cucina - propone la tradizione nella sua veste più pura e migliore, più che altro intelligente, dove la ricerca è quella di materie prime gustose e genuine ma senza “marchio” (gran parte della verdura viene dall'orto di famiglia a Monterotondo, l'ottima carne da un fornitore di fiducia monteverdino), ed esecuzioni attente ma fedeli dei grandi classici romaneschi, dalla carbonara alla coda alla vaccinara.

Unico problema, decidere cosa mangiare e a cosa rinunciare. Già normalmente è difficile scegliere dal menu e tra i fuori carta dettati dal mercato, figuriamoci per il Pasto del Rientro! Impossibile rinunciare ai fritti, tutti buonissimi, e quindi via con le fantastiche Polpette di bollito con salsa al basilico (imperdibili a ogni visita, figuriamoci al rientro) e i geniali Gnocchi fritti con salsa cacio e pepe - questa sì un piccola invenzione che strizza l'occhio alla tradizione – ma come dire di no anche alle alici e ai totanetti fritti serviti nel cartoccio?

Cesare al Casaletto

Cesare al Casaletto

Naturalmente, non si può – soprattutto in un'occasione come questa – rinunciare alla pastasciutta, e visto il clima converrà lasciar perdere (a malicuore) gli Gnocchi con il sugo di coda per i più leggeri Tonnarelli con baccalà basilico e pecorino, o magari per gli ottimi Maltagliati fatti in casa con farina di mais ottofile ai frutti di mare. Scelta ancora più ardua – ma basta essere in due o anche di più per poter assaggiare tutto, o quasi - tra i secondi “di stagione: le imponenti Mazzancolle del Tirreno spadellate con aglio olio peperoncino e pomodorini o l'immancabile Pollo coi peperoni della tradizione ferragostana della Capitale? E il Baccalà alla romana con pomodorini, cipolle, uvetta e pinoli, dove lo mettiamo?

Tocca assaggiare tutti e tre (rimandando le delizie del quinto quarto, dalla coratella ai fegatelli, ai prossimi mesi) e rinunciare al dolce, anche se certo che le crostate di Cesare... per non parlare della Crème brulèe dalle millimetriche proporzioni. Quanto al vino, il “rosso della casa” è un ottimo Montepulciano d'Abruzzo, ma forse sarà il caso di brindare al rimpatrio con un bianco fresco; basta chiedere e Leonardo è pronto a sfoderare quello che ci vuole per accompagnare al meglio i piatti, dal Sud Italia alla Francia. Insomma, partire è un po' morire, ma tornare mette fame.

Cesare al Casaletto
via del Casaletto, 45
Roma
+39.06.536015
Prezzo medio: 35 euro, vini esclusi 
Chiuso il mercoledì
Ferie: 10-19 settembre


Dall'Italia

Recensioni, segnalazioni e tendenze dal Buonpaese, firmate da tutti gli autori legati a Identità Golose

Luciana Squadrilli

di

Luciana Squadrilli

giornalista, napoletana di nascita e romana d'adozione, cerca di unire le sue tre passioni: mangiare, viaggiare e scrivere

Consulta tutti gli articoli dell'autore