30-05-2023

Il racconto di Take it slow in Friuli: percorsi golosi tra storia, boschi e laghi

Un progetto interessante che permette di scoprire luoghi dove nutrirsi è un atto da intendersi in un senso ampio e rigenerante, dove sfide quotidiane assumono la dolcezza del potersi muovere insieme...

Take it slow, il progetto Interreg tra Italia e Croazia, conduce al  cuore del turismo lento e sostenibile per il futuro del patrimonio naturalistico e culturale dell’Adriatico. Permette di scoprire luoghi dove nutrirsi è un atto da intendersi in un senso ampio e rigenerante, dove sfide quotidiane assumono la dolcezza del potersi muovere insieme. Piano piano. Ecco allora il Progetto Friuli in Movimento 10 mila passi di salute realizzato da Federsanità Anci Fvg, con la collaborazione dell’Università degli Studi di Udine, Dipartimento di Scienze Economiche e Statistiche, e il supporto di PromoTurismo Fvg: una tappa importante nella più vasta programmazione della Direzione centrale salute della Regione che mira a promuovere la salute e nello specifico l’attività fisica e il movimento nella popolazione. Determinanti ruolo e approccio del cardiologo Lucio Mos: il medico che invece di consigliare le passeggiate, ha deciso di invitare i pazienti con lui promuovendo attivamente questo stile in vita.

Lucio Mos

Lucio Mos

Osteria alla Speranza

Osteria alla Speranza

Il percorso comincia dal Bosco Incantato, in un piccolo “regno”: quello della Val Resia. Alessia Del Bianco, responsabile del progetto e di tutte le iniziative di valore sostenibile messe in campo da PromoTurismo Fvg, e Patrizia Crespi, sorridente cantastorie di questi luoghi, ci accolgono all’Osteria alla Speranza, a San Giorgio di Resia. In questo locale, dall’aspetto alla cucina, si comincia a sussurrare perché ci troviamo in un mondo a sé. Dove si cerca di preservare la tradizione, dalla lingua resiana al piatto tipico. Una zuppa d’aglio resiano stempera il freddo della giornata che presto si arrenderà al sole, poi d’obbligo frico e gnocchi: lo stile è sempre insaporirli con fiori d’aglio rigorosamente del posto. L’osteria, ricca di oggetti e foto in ogni angolo, sussurra della bellezza di stare insieme specialmente nei  momenti di festa quale il Carnevale: l’abito bianco rappresenta la neve dell’inverno che finalmente si congeda e lascia il posto ai fiori, addobbi imprescindibili del cappello. Una cucina che parla di storia e casa con un linguaggio fresco, apprezzabile anche dal turista alla sua prima esplorazione della valle. La fierezza passa anche dai giovani e da progetti come “Krama, mercanti di storie”, dal glossario sul resiano ai podcast.

Il frico de l'Osteria alla Speranza

Il frico de l'Osteria alla Speranza

Ma ancora immersi nei sapori e nei simboli del locale, ci troviamo in viaggio verso il Bosco Incantato con la guida Leonardo Cerno.  Il sentiero circolare scorre tra Prato e San Giorgio, 3,6 chilometri tra pinete, boschi di latifoglie e il torrente che dà il nome alla valle. Le montagne sfoggiano, quasi con stupore, un velo di neve fresca e anche in questo percorso si intrecciano natura e storie di vita del paese.  Queste ultime, rafforzate dalla sosta al centro culturale Rozajanska Kultürska Hïša.  Il gruppo folkloristico Val Resia”è il sodalizio di questo tipo più antico d’Italia e sa richiamare i giovani: ricercato anche all’estero per le sue coinvolgenti esibizioni, convince facilmente gli spettatori a unirsi alle danze. Anche questa volta l’invito di Dino Valente viene subito raccolto: si balla.

Chef Aldo Andreutti di Intergaldo

Chef Aldo Andreutti di Intergaldo

I piatti di Integraldo

I piatti di Integraldo

Ma bisogna spostarsi a vivere un’altra esperienza, quella di Integraldo, a Majano, frazione Tiveriacco. Hotel, ristorante, negozio, è una base di partenza per esplorare il territorio dichiarandone l’appartenenza: si presenta infatti come un’oasi ecosostenibile, in cui ogni aspetto è stato pensato per rispettare la natura e quindi l’essere umano che ne fa parte. La prova senza esitazioni è in cucina con chef Aldo Andreutti. La cura scrupolosa fin dalle farine, massima attenzione da focacce e pizze alle brioche. Avanti con cereali biologici e verdure che sprigionino l’autenticità della stagione. Impeccabili Gnocchi di patate e sclopit al pesto di aglio orsino, ma la curiosità di assaggiare le Polpettine primaverili ai semi è premiata lautamente: hummus di lenticchie al curry  madras, cappucci marinati e majo veg, un’armonia che appaga il palato e la mente e fa capitolare anche i non vegetariani.

Il principio di Integraldo si inserisce perfettamente nel progetto che stiamo vivendo: «Mangiare bene per star bene, con sé e con gli altri».

È quanto si appresta a raccontare la seconda giornata, in cui la pioggia costringe ad abbandonare una magia – il Lago di Ragogna, che deriva dall’antico ghiacciaio del Tagliamento – solo per immergersi in un’altra. Siamo infatti giunti all’Hospitale di San Giovanni di Gerusalemme a San Tommaso di Majano: un cartello ci avvisa che «in questi luoghi ci troviamo ad essere persone» e l’artefice di questa sensazione è sempre lei, la natura. Ma anche il coraggio e la fede degli antichi pellegrini, un modello rivoluzionario di gratuità che attraversa il tempo e che permette di accogliere appunto le persone: il plurale è fondamentale. Nato nel 1199 -poco dopo la morte di Riccardo di Cuor di Leone per collocarlo nel contesto storico ampio – per accogliere i pellegrini che da tutta l’Europa scendevano verso Gerusalemme, viene acquistato dal Comune di Majano nel 2004 e riprende slancio, anche dalle ferite inferte dal terremoto, grazie agli Amici dell’Hospitale.

Amici dell’Hospitale

Amici dell’Hospitale

Dietro, ci sono la passione e la determinazione di una donna, Maria Teresa Garzitto, ricordata all’ingresso con un cuore e il suo nome. L’architetto Marino Del Piccolo ha gli occhi che brillano, mentre descrive il progetto e le radici di questo luogo: «L’hospitale è stato realizzato sulla via del Tagliamento, una delle vie principali che arrivano dalle Alpi, dai passi dove giungono le vie di Alemagna. Si seguivano gli affluenti del Tagliamento per arrivare al mare».

Marino Del Piccolo

Marino Del Piccolo

La pavimentazione è ancora quella originale, le pietre restaurate una a una e ricollocate. Alcune parti dell’edificio sono state mantenute, altre realizzate in base al disegno iniziale. Tra queste mura, il dottor Lucio Mos svela la sua storia: «Lavoravo nella medicina d’urgenza con pazienti cardiologici. Mi sono chiesto, devo continuare a curare la gente che ha l’infarto o far qualcosa per far sì che non l’abbia. Questa è la seconda parte della mia vita professionale. Come convincere i pazienti a camminare?  Ci siamo detti: li accompagniamo noi».

Orto Borto

Orto Borto

Nascono i 10 mila passi di salute che tracciano la via principe di Take di Slow. Importante per il corpo e per la mente. Intanto, la connessione è offerta anche dal forest bathing, Stefania Gentili invita a levare scarpe e barriere e nemmeno la pioggia scoraggia: «Usiamo troppo la mente, lasciamo fare prima a sensi e sentimenti». Quando si ritira e cede il passo al vento, ecco che Maria Teresa Bortoluzzi di OrtoBorto conduce nel mondo delle erbe: «Cerchiamo di fare orto e giardino nel modo più naturale possibile». Con tecniche che aiutano anche a ridurre l’irrigazione, fattore chiave di questi tempi. L’orto della tradizione rurale friulana prima di tutto consente di coltivare relazioni: ciò che è stato raccolto, viene portato nella cucina dell’hospitale in un pranzo che è concentrato di aromi ed emozioni, oltre che di amicizia. Ciascuno annusa, assaggia, decide ciò che alimenta la connessione. Per noi  si affermano gli asparagi, ma è una gara nessuno resta indietro.

Il frico de l'Osteria alla Speranza

Il frico de l'Osteria alla Speranza

Bisogna ripartire, visto che stiamo parlando di cammino ci lasciamo affasciare da Nicola Masolini che è tornato dall’estero per riprendere la tradizione calzaturiera tracciata dal nonno a Gonars con RE49 : gli asciugamani degli alberghi, gli ombrelloni lasciati indietro dai lidi, e ancora vele. Tutto viene trasformato in scarpe, questo in una economia circolare che è anche alchimia con il territorio.

Diecimila passi e chilometro zero, anche a Caneo e poi alle Oche Selvatiche arrivando a Grado. La natura cambia scenario, la laguna, e porta verso altri momenti speciali ad Aquileia. La voglia di mettersi in cammino non si placa, grazie a questi e altri scenari e agli uomini e alle donne che hanno afferrato fili dal passato per slanciarsi con fiducia il futuro. Sentiamo in tasca i semi di peperoncino e di tabacco di OrtoBorto e ci sembra di avere in tasca un tesoro unico: una ricetrasmittente con la parte silenziosa ed essenziale del mondo, la natura.

Val Resia

Val Resia


Dall'Italia

Recensioni, segnalazioni e tendenze dal Buonpaese, firmate da tutti gli autori legati a Identità Golose

Marilena Lualdi

a cura di

Marilena Lualdi

responsabile de l'Informazioneonline e giornalista di Frontiera - inserto de La Provincia, scrittrice e blogger, si occupa di economia, natura e umanità: ama i sapori che fanno gustare la terra e le sue storie, nonché – da grande appassionata della Scozia – il mondo del whisky

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