20-01-2020
L'homepage della seafood guide pescesostenibile.wwf.it, nella quale il Wwf indica le specie a rischio, che dunque non bisognerebbe ordinare (né servire) nei ristoranti
Che anno sarà il 2020? Senza dubbio sarà un anno cruciale per l’ambiente, per le grandi emergenze climatiche che preoccupano tutti noi e dove è fondamentale affrontare la tematica dei comportamenti sostenibili tra i consumatori, anche a proposito del cibo, delle scelte che si fanno al supermercato così come al ristorante.
È il momento di chiedersi come consumatori se l’impegno per la sostenibilità ambientale enunciato da tanti sia reale o meno. Se vogliamo che quello che facciamo contribuisca concretamente alla tutela delle risorse naturali e del clima e che non peggiori la situazione non possiamo permetterci di trascurare alcuni aspetti “scomodi” ma sotto agli occhi di tutti. Mi riferisco in particolare al tema della sovrapesca, nel Mediterraneo in primis.
La verità è che, oggi, gli chef italiani non hanno vita facile quando devono approvvigionarsi di pesce. Chi fa cucina d’autore ricerca in primis il meglio dei prodotti locali, pertanto idealmente dovrebbe acquistare solo prodotti ittici del Mediterraneo. D’altra parte il nostro mare è uno dei più sovrasfruttati al mondo e la situazione di numerosi stock ittici è estremamente critica.
L'autrice di questo articolo, Lisa Casali
Nonostante la situazione critica c’è qualcosa di concreto che possono fare gli chef e possiamo fare anche noi come consumatori: evitare quelle specie che oggi si trovano in una situazione di forte sovrapesca, che rischiano di sparire e per le quali non esiste un’alternativa sostenibile né di pesca né di allevamento. Le specie che abbiamo individuato sono 5.
È giunto il momento di fare in modo che la cultura e la tradizione della nostra cucina, famosa e apprezzata nel mondo anche per i benefici che offre, non siano più considerate a prescindere dal consumo responsabile delle risorse di cui disponiamo, ma tengano conto anche del benessere del pianeta, in particolare quello marino. È più che mai importante che chef, ristoratori e tutti coloro che attraverso il proprio lavoro contribuiscono a creare una nuova consapevolezza alimentare conoscano i rischi a cui sono sottoposti gli ecosistemi marini e sappiano adottare criteri di scelta sostenibile dei prodotti.
Se oggi sono presenti sulle tavole di tanti ristoranti di cucina d’autore specie fortemente sovrasfruttate, una delle ragioni principali è la mancanza d’informazione e la vendita non sempre trasparente di prodotti ittici. Per porre rimedio alla disinformazione che espone i nostri chef anche al rischio di truffe ai loro danni, è di grande importanza che non solo chi fa cucina, ma anche chi la racconta, la recensisce, la valorizza, abbia chiaro il problema e la soluzione e dia il proprio contributo in termini d’informazione.
Questi e altri consigli sono presenti nella Seafood Guide di WWF. Il WWF lavora per tutelare gli ecosistemi e le specie marine, ma anche le persone che vivono di pesca nel mondo.
Il progetto “Io cambio menu” si pone l’obiettivo di sollevare l’attenzione sull’importanza delle scelte sostenibili anche in cucina. Chiunque può aderire all’iniziativa e sostenerla eliminando queste 5 specie dal proprio menu e pubblicando una propria foto con #iocambiomenu; così facendo si contribuirà in modo concreto alla tutela dei mari e delle risorse ittiche e che hanno maggiore urgenza di protezione.
Recensioni, segnalazioni e tendenze dal Buonpaese, firmate da tutti gli autori legati a Identità Golose
a cura di
Scienziata ambientale ed esperta di cucina sostenibile, è autrice del blog Ecocucina su D di Repubblica e di 5 volumi tra cui “Tutto fa brodo”, "Autoproduzione in cucina" e "Cucinare in lavastoviglie". Ha condotto The CooKing Show su Raitre