Laura Fratton
Pizza con crema di mandorle, timo selvatico, carota passata nel Marsala, oliva canditadi Lello Ravagnan
Dall'Italia Vito Mollica: «Non mi interessa solo il piatto, ma come la ristorazione può cambiare una città»
“Cibo” di Steve McCurry, è la mostra che i musei di San Domenico a Forlì hanno voluto dedicare (fino al 6 gennaio) al grande fotografo americano. McCurry è uno dei più grandi maestri della fotografia contemporanea ed è un punto di riferimento per un larghissimo pubblico. Molte delle sue immagini sono diventate delle vere e proprie icone, conosciute in tutto il mondo, a partire dalla ragazza afghana pubblicata dal National Geographic.
Da circa 30 anni, McCurry è considerato una delle voci più autorevoli della fotografia. La sua maestria nell'uso del colore, l'empatia e l'umanità delle sue foto fanno sì che le sue immagini siano indimenticabili. Ha ottenuto copertine di libri e di riviste, ha pubblicato svariati libri e moltissime sono le sue mostre aperte in tutto il mondo.
Steve McCurry
Dopo molti mesi girovaghi, si ritrova a passare il confine con il Pakistan. Là, incontra un gruppo di rifugiati dell'Afghanistan, che gli permettono di entrare clandestinamente nel loro Paese, proprio quando l'invasione russa chiudeva i confini a tutti i giornalisti occidentali. Riemergendo con i vestiti tradizionali e una folta barba, McCurry trascorre settimane tra i mujahidin, così da mostrare al mondo le prime immagini del conflitto in Afghanistan, dando finalmente un volto umano a ogni titolo di giornale.
McCurry è stato insignito di alcuni tra i più importanti premi della fotografia, inclusa la Robert Capa Gold Medal, il premio della National Press Photographers e per quattro volte ha ricevuto il primo premio del concorso World Press Photo.
La sua è una fotografia umanista, popolata da storie talvolta poetiche e altre tragiche, serie e delicate, un unico grande affresco delle categorie più fragili, i bambini, i civili che subiscono le conseguenze delle guerre, finanche gli animali. Citando Biba Giacchetti: «Sono le storie dei sentimenti che accomunano gli esseri umani, narrate in un linguaggio fotografico di grande bellezza, che appassionano con una forza evocativa che arriva dritta al cuore».
In luoghi torturati da guerre o da calamità naturali o più semplicemente da una natura impervia, il cibo ha un valore profondo, che sconfina nel sentimento, lenisce le paure, accomuna gli esseri umani. Nelle immagini ritroviamo l’antica dolcezza del focolare domestico, tanto consolatoria in situazioni estreme.
Cibo di Steve McCurry presso Musei San Domenico, piazza Guido da Montefeltro 12, Forlì mostramccurry.it Dal martedì alla domenica dalle ore 9,30 alle 19. Ingresso 12 euro
autore e conduttore televisivo e radiofonico, uno di quelli colpevoli di aver riportato il cibo in tv nell'era corrente. Ama molto la cultura, la storia e il costume, non solo in ambito gastronomico. La fotografia è una delle sue passioni attuali
Recensioni, segnalazioni e tendenze dal Buonpaese, firmate da tutti gli autori legati a Identità Golose