06-09-2015
Enrico Crippa premiato qualche ora fa dall'Enoteca regionale del Roero e dal Consorzio tutela vini Roero, per mano di Enzo Vizzari e di Antonella Parigi, assessore regionale alla Cultura e Turismo. Motivazione: l'aver valorizzato il territorio, attraverso il suo straordinario orto a Piazza Duomo. (Tutte le foto sono di Bruno Murialdo)
Giacché quasi nessuno è mai profeta in patria, che Enrico Crippa del Piazza Duomo di Alba abbia vinto il premio “Omaggio al paesaggio della tavola” istituito dall’Enoteca regionale del Roero lo si spiega sottolineando quando lo chef sia piemontese d’adozione ma assolutamente lombardo, anzi brianzolo, di nascita (tanto che Giovanni Tesio parla per lui di “terza patria”, dopo Carate Brianza e Viganò, ossia i luoghi dove è nato e cresciuto) e rimarcando inoltre come in realtà non roerino sia diventato, ma langarolo doc – ed è una buona notizia il superamento definitivo di un dualismo, o inferiority complex, ormai antistorico, come testimonia questa celebrazione «delle colline-sorelle di Langa».
Che è per il resto strameritata, senza se né ma, perché Crippa possiede il gheddu, ossia “quel qualcosa in più” (in altri ambiti si direbbe x-factor, ma il vocabolo in piemontese stretto ci fa molta più simpatia), come ci racconta Davide Palluda de All'Enoteca, membro della giuria con Luciano Bertello e Tesio, dunque co-autore di una scelta, a ben vedere, assai facile, quasi doverosa.
Crippa nella serra
«In Langa ci sono tanti interpreti, a volte nascosti, degli orti: potevamo avere l’imbarazzo della scelta – spiega Bertello – Penso a Maurilio Garola della Ciau, o a quelli dell’osteria Da Gemma a Roddino, con la sua insalata russa... Abbiamo voluto premiare il cuoco più internazionale, il vanto di un territorio nel quale lui ha saputo giungere con sguardo candido, osservandolo dunque con occhi nuovi: questo gli ha consentito di mettere a fuoco quanto forse altri, del posto, non riuscivano a cogliere bene. Il che si è tradotto in una cucina straordinariamente moderna».
Enrico Crippa a Canale con Angelo Gaja
L’evento a Canale è stato caratterizzato dalla presentazione de “Gli orti del Roero incontrano gli orti di Langa”, il libro celebrativo che come sempre viene stampato in onore e tratteggiando la figura dello chef premiato, coi testi di Tesio, Bertello e Luigi Sugliano.
Poi, è stata l'occasione per far esordire la collaborazione dell’Enoteca con il neonato Consorzio tutela vini Roero, presente il suo presidente Francesco Monchiero: «Giusto aver pensato a suo tempo a un premio che celebrasse chi utilizza i prodotti dell’orto. Inevitabile che la scelta dovesse cascare prima o poi su Crippa: uno che lavora fin troppo vicino al Roero, ma i cui meriti sono indubbi», ci ha spiegato, prima di sfoderare i numeri del Consorzio nato nel marzo 2014, 300 produttori che rappresentano il 70% della produzione, con l’obiettivo di valorizzare il Roero, vino rosso a base di uve nebbiolo, e il Roero Arneis, bianco a base delle omonime uve (+5% nel 2013, +7% nel ’14 e verso il +5% quest’anno sono i numeri lusinghieri di quest’ultima doc, mezzo milione di bottiglie in più in un biennio, da 4,7 a 5,3 milioni).
Il futuro non porterà lo chef fuori dalla Langa, ma non per questo sarà avaro di novità: «Questi sono luoghi che mi piacciono tantissimo, le colline mi ricordano la mia Brianza, in più qui la gente è fortemente legata al territorio, una dimensione che da me si è un po' persa. Mi piace lo spirito contadino dei langaroli, che all’inizio non ti danno confidenza ma che poi diventano amici fraterni. Mi viene difficile pensare di staccarmene». Perciò Crippa non prevede addii, anzi: «Abbiamo avviato due progetti, sempre coi Ceretto e sempre in questa zona: un locale a Barolo, legato al vino, e una struttura con camere, una sorta di resort sulle colline, a Diano d’Alba. Dove coccoleremo il cliente dal mattino alla sera». I tempi? Occorrerà aspettare ancora qualche anno.
Recensioni, segnalazioni e tendenze dal Buonpaese, firmate da tutti gli autori legati a Identità Golose
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classe 1974, milanese orgoglioso di esserlo, giornalista professionista dal 1999, ossia un millennio fa, si è a lungo occupato di politica e nel tempo libero di cibo. Ora fa l'opposto ed è assai contento così. Appena può, si butta su viaggi e buona tavola. Coordinatore della redazione di identitagolose.it e curatore della Guida di Identità Golose alle Pizzerie e Cocktail Bar d'autore. Instagram: carlopassera