23-04-2022
La squadra di Bollicine dal Mondo sul palco della Sala Gialla 2 a Identità Milano 2022: da sinistra, Andrea Grignaffini, Luca Torretta, Monica Coluccia, Raffaele Foglia, Adele Granieri, Luca Turner, Cinzia Benzi e Alessio Pietrobattista. Si è poi collegato in diretta streaming anche Manlio Giustiniani. Foto a cura di Brambilla-Serrani
Il futuro è oggi, anche per il mondo delle bollicine. A Identità Milano, con tre degustazioni tematiche, è stato possibile fare un viaggio tra le Bollicine del Mondo, guidati dall’App presentata a Milano lo scorso 23 marzo, realizzata da 14 esperti di spumanti che hanno selezionato 500 vini di altrettanti produttori.
Un viaggio che è partito dal mare, che è passato dalle colline italiane e che ha poi raggiunto le vette dei vulcani, in un percorso emozionale guidato da Cinzia Benzi, che venerdì in Sala Gialla 2 ha raccontato la genesi dell’App e le scelte, sempre originali, dei 14 collaboratori: Giovanna Abrami, Cinzia Benzi, Monica Coluccia, Meritxell Falgueras, Raffaele Foglia, Elio Ghisalberti, Manlio Giustiniani, Adele Granieri, Andrea Grignaffini, Stefania Oggioni, Bruno Petronilli, Alessio Pietrobattista, Luca Torretta, Luca Turner.
Cinzia Benzi ha guidato le tre masterclass
Dalla Catalogna, i calici si sono poi idealmente mossi alla volta della Liguria. È qui che Raffaele Foglia ha selezionato il Metodo Classico Cuvée Lunae dell’omonima cantina spezzina di proprietà della famiglia Bosoni in quel di Castelnuovo Magra. Un’etichetta di recente realizzazione che onora pregevolmente quelle uve locali di Albarola e Vermentino messe a dimora tra il Mar Ligure e le Alpi Apuane.
I vini della prima masterclass dedicata al mare
Finale affidato a Luca Turner e a un’inedita etichetta che entrerà di diritto nella prossima edizione della Guida: lo Spumante Extra Dry Ruffiano di Virgona. Una Malvasia in purezza - rifermentata in autoclave, figlia dell’isola di Salina e fiera espressione delle terre vulcaniche di Malfa - che ben coniuga l’intensa aromaticità con altrettanta piacevolezza alla beva.
Un momento della degustazione
Costeggiando il parco fluviale del Tevere, e raggiungendo la Provincia di Terni, si resta in Umbria per scoprire il Metodo Classico Brut 2017 Decugnano dei Barbi: «La famiglia Barbi, che ha origini bresciane – ha raccontato Monica Coluccia - è arrivata qui nel 1973 e già nel 1978 ha iniziato a vinificare, effettuando anche la prima spumantizzazione, diventando così il primo metodo classico dell’Umbria».
Alcuni dei vini della seconda masterclass, dedicata alle bollicine di collina
Viaggio anche nella storia: il 1865, Oltrepò Docg di Conte Vistarino, rappresenta una data fondamentale, quella dove Carlo Gancia e il conte Vistarino realizzarono, con le vigne di Pinot Nero dell’Oltrepò, il primo metodo classico secco della storia. Recentemente si è inoltre scoperto che il vigneto, realizzato nel 1850, era stato un “prototipo” dell’allevamento a guyot, quando il dottor Jules Guyot concluse il suo studio su questo sistema che porta il suo nome solo nel 1867.
Ottavia Giorgi di Vistarino durante il suo intervento
Storia, quindi, ma anche futuro. E anche provocazione, come quella che ha lanciato Alessio Pietrobattista presentando il Metodo Ancestrale “Ali Boit boit et le 40 Buveurs” di Domaine Agnès Paquet dalla Borgogna. «L’azienda è nata solo nel 2000. Questo vino ha un naso originale, fuori dagli schemi. Anche la vinificazione è originale, con le uve che vengono raccolte a buona maturità, poi viene avviata la fermentazione che è successivamente interrotta e il vino viene imbottigliato».
I vini della seconda materclasse, dedicata alle colline
Cinzia Benzi ha concluso il viaggio collinare entrando nel mondo dei vini dolci: prima con il Moscato d’Asti Docg “Scrapona” di Marenco e poi con l’Asti Spumante Dolce Millesimato Docg 2017 di Cuvage. «Dobbiamo uscire dal cliché del vino dolce da fine pasto – spiega Cinzia Benzi – ma entrare nel mondo degli abbinamenti».
Andrea Costa di Marenco
Stefano Ricagno, vicepresidente del Consorzio dell’Asti
I vini della terza masterclass dedicata ai vini del vulcano
Stesso vulcano e stessa denominazione per Luca Torretta che ha raccolto il testimone raccontando poi l’estrema piacevolezza di beva, pur nel pieno rispetto della propria territorialità, dell’Etna Metodo Classico Blanc de Noir Brut (70% Nerello Mascalese, 30% Nerello Cappuccio) de La Gelsomina: un gioiello enologico incastonato a 500 metri di altitudine in quella frazione Presa, dove Piedimonte Etneo cede il passo a quella che un tempo fu la contea di Mascali.
Le masterclass hanno avuto un grande successo: l'App Bollicine del Mondo è disponibile sia per sistemi Apple che per Android
Il finale della degustazione ha visto protagonista ancora Cinzia Benzi che ha portato all’attenzione della sala il Metodo Classico Brut prodotto da Famiglia Cotarella. Uno spumante sorprendente sia per collocazione geografica, sia per uve utilizzate per la sua realizzazione: rispettivamente Montefiascone, in provincia di Viterbo, nel Lazio e la varietà Roscetto in purezza, vitigno autoctono a bacca bianca appartenente alla famiglia delle uve Greco, che si esprime qui a ottimi e appaganti livelli.
Il viaggio tra mare, colline e vulcani, si conclude qui, almeno questa volta. Ma è solo una sosta. Ognuno può proseguire il proprio viaggio, spinto dalla curiosità. La stessa curiosità che è stata fondamentale per i 14 collaboratori dell’App Bollicine del Mondo.
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Da anni collaborano per la sezione vino di Identità Golose, hanno partecipato alla realizzazione della app Bollicine del Mondo