23-06-2024
Simone Fracassi, a destra, a Identità Golose Milano insieme al nostro chef Edoardo Traverso. Quest'ultimo è stato bravissimo nell'interpretare al meglio la pregiata Chianina messagli a disposizione da Fracassi, così da ottenerne piatti di gran fattura, su tutti una golosissima Pappardella mantecata con ristretto di cappello del prete, alloro e polvere di cipolla e un favoloso Bollito alla griglia con misticanza. Tutte le foto sono di Carlo Passera
Si vuol bene a Simone Fracassi, gran macellaio in quel di Rassina, frazione capoluogo di Castel Focognano, in provincia di Arezzo, non solo perché le carni che seleziona e vende sono sublimi, ma anche perché parlare con lui significa immergersi in un mondo di artigianalità vera al servizio del gusto, della salubrità, del territorio. Così, la serata che l’ha visto recentemente protagonista a Identità Golose Milano, coi tagli prelibati da lui forniti magistralmente interpretati dal nostro chef Edoardo Traverso (una cena da applausi, come vedremo), è diventata una sorta di ode alla Chianina, della quale Fracassi è il re. Doveroso l’omaggio a Vanni Finocchi, da sempre il suo allevatore di fiducia, venuto a mancare un paio di settimane fa. «Per fortuna il figlio Andrea da tempo ne prosegue l’attività» con tutte le difficoltà del caso, perché il lavoro dei piccoli allevatori e artigiani del gusto – come sono appunto Fracassi e Finocchi Jr – ha degli ostacoli potenti.
Il primo e più insidioso è la standardizzazione. «Ora son di moda le steakhouse. Son tutte uguali, tutte con il maturatore all’entrata, tutte con una sfilza degli stessi tagli provenienti da ogni parte del mondo. Certo c’è la Piemontese, se è davvero Piemontese; spesso anche la Chianina, se è davvero Chianina. Ma poi: Black Angus, Aberdeen Angus, Rubia Gallega, Wagyū… Persino i nomi dei tagli non son italiani: tomahawk, ribeye, picanha». Fracassi non dice questo per gastronazionalismo – anche questo è di moda, peraltro – ma per altre ragioni: «Primo, oggi tutti parlano di green, di sostenibilità ambientale: poi fan viaggiare queste carni su e giù per il globo, mi pare un’assurdità. Secondo, tutti dicono di voler valorizzare il territorio: e allora perché non aiutare quei nostri piccoli allevatori che garantiscono produzioni di altissima qualità e salubrità?».
Crudo di bovino adulto, ciliegia Lari, crema di mandorle, olio al coriandolo, in abbinamento Metodo Classico Rosè Brut – Di Sipio
Pappardella mantecata con ristretto di cappello del prete, alloro e polvere di cipolla, in abbinamento Rosso veronese 2017 – Le Guaite di Noemi. Piatto di intensa goduria
Un mondo nutrito da tanti Fracassi non è pensabile, «ma certamente, se si continua così, di Fracassi ce ne saranno sempre meno, bisogna tutelare l’artigianalità vera, che comprende l’attenzione alla salute dell’essere umano. È bello che ci sia questo cambio generazionale, che Andrea abbia preso il posto di Vanni, tra i miei fornitori accade più o meno così, ma altrove invece molti “piccoli” stanno smettendo», sono economicamente uccisi dallo strapotere dei grandi gruppi, «io vendo il taglio per il bollito a 12,50 euro al chilo (è il 40% del vitello), il cappello del prete a 19,50 euro, sempre Iva compresa. Non ho margini, come faccio a fare investimenti? Come faccio a dare di più al mio allevatore, a confrontarmi, a migliorare insieme, magari a costruire con lui una nuova stalla?». Anni fa Fracassi ci aveva raccontato: “Non sono ricco, vivo con la mia famiglia in un appartamento di 65 metri quadri, ho un'auto che ha già fatto 515mila chilometri e un Ducato con 450mila, inseguo i debitori che non mi pagano le fatture, ma sono fiero del mio lavoro”. Ora? «Adesso, approfittando degli incentivi, ho acquistato i locali sopra la macelleria, son 140 metri quadrati di abitazione ma non ci posso andare a vivere perché non ho i soldi per completare i lavori. Il Ducato c’è ancora, ho cambiato invece il Doblò che aveva 700mila chilometri. L’auto? Era una Golf, mi ha lasciato a piedi: ne ho una nuova da sette anni e devo ancora finire di pagarla, a rate».
Bollito alla griglia, misticanza, in abbinamento Sondraia 2019 – Poggio al Tesoro. Piatto prelibato
Mousse di cioccolato bianco, gelato al fieno e albicocche, in abbinamento il cocktail Albicoccami (mezcal, fiori di sambuco e albicocca).
Racconti, storie e immagini dal primo Hub Internazionale della Gastronomia, in via Romagnosi 3 a Milano
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classe 1974, milanese orgoglioso di esserlo, giornalista professionista dal 1999, ossia un millennio fa, si è a lungo occupato di politica e nel tempo libero di cibo. Ora fa l'opposto ed è assai contento così. Appena può, si butta su viaggi e buona tavola. Coordinatore della redazione di identitagolose.it e curatore della Guida di Identità Golose alle Pizzerie e Cocktail Bar d'autore. Instagram: carlopassera
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Identità Golose Milano è tutto quello che accade tra le mura dell’hub internazionale della gastronomia: eventi, attività esclusive, ma anche aggiornamenti sugli attesi cambi menu a cura dell’executive chef Edoardo Traverso, fino ai deliziosi report delle cene firmate da prestigiosi chef ospiti