02-06-2015
Foto ricordo a Londra al termine della serata dedicata all’edizione 2015 dei World’s 50 Best Restaurants. Da sinistra verso destra: Jordi Roca (primo assoluto come nel 2013 assieme ai due fratteli), Massimo Bottura (secondo, mai uno chef italiano si è spinto così in alto), Joan Roca, Juan Mari Arzak (monumento della cucina spagnola), René Redzepi (terzo) e Joan Roca. Con il 2016 si cambia: la cerimonia si sposta, cambiando sponda dell’Atlantico, da Londra a New York
Che botte e che sorprese ieri sera a Londra, edizione numero 14 dei World’s 50 Best Restaurants, che cinquanta in verità non sarebbero perché la classifica scende giù giù fino al centesimo gradino, ma poco più di nessuno fa caso alla seconda parte. Chi in fondo ha mai comperato un 45 giri per il suo lato B, a parte Michelle dei Beatles?
Primo, come due anni fa, El Celler de Can Roca dei fratelli Roca a Girona in Spagna, Joan, Josep e Jordi, il cuoco, il sommelier e il pasticciere che così tornano a sentire il dolce in bocca dopo l’amarezza della primavera scorsa, secondi. E seconda ecco l’Osteria Francescana di Massimo Bottura a Modena, per due edizioni consecutive al terzo gradino, quello dove si è attestato René Redzepi e il suo Noma a Copenhagen. Visti altri capitomboli, perdere due posizioni e rimanere sul podio è grasso che cola.
La realtà sarà ben diversa. Al momento dell’annuncio del locale 26° lo stupore è massimo perché nessuno se lo immagina: Alinea, un capitombolo di quelli che fanno male, -17. Esistesse il premio Passo del Gambero, nessuno glielo toglierebbe visto che partiva dal nono. Altri cinque annunci e ci risiamo: 20° il Ledbury di Brett Graham a Londra, era decimo. Ancora due e al 17° lo speaker pronuncia una parola sola: Arzak. Stupore. Baschi di San Sebastian, il padre Juan Mari e la figlia Elena, da ottavi che erano scivolano in maniera marcata.
Lara Gilmore e Massimo Bottura a Londra per i World's 50 Best Restaurants
Poi si torna a snocciolare nomi: 10. Gaggan a Bangkok, era 17°; 9. DOM a San Paolo, Alex Atala, offeso per la settima posizione del 2014, non c’è; 8. Narisawa a Tokyo, era 14°. Al settimo l’intruso, il londinese Dinner, era quinto. Andoni e il Mugaritz nei Paesi Baschi sesti erano e tali rimangono. La tensione aumenta, Federico De Cesare Viola e io ci aspettiamo il Central di Virgilio Martinez a Lima. Non più di una dozzina di mesi fa si era fermato lontano dai dieci, 15°, scalare dieci tacche è motivo per fare festa. Invece esce sullo schermo gigante l’annuncio che verrà premiato il miglior locale del Nord America e tutti capiscono: quinto l’Eleven Madison. Il passo di Humm non è dei più spediti. Forte di un quarto posto, non si immaginava proprio di fare un passo indietro .
Albert Adrià, posa per una foto ricordo. Patron a Barcellona di Tickets, è stata anche la sua serata: new entry al 42° posto con il ristorante, è stato premiato come miglior pasticciere da ristorazione al mondo anche se sono lontani i tempi in cui a Rosas era il pastry-chef del Bulli del fratello Ferran
Contenti anche Raffaele Alajmo, Calandre dal 46° al 34° posto, e Enrico Crippa, Piazza Duomo dal 39° al 27°. Il Buon Paese ha tre chef nei top50, proprio come Città del Messico. E questo fa pensare. E la cerimonia, nel 2016 solcherà l’Atlantico. Con ieri Londra va in pensione, nel futuro c’è New York: “Pensa come sarà bello se vincessi a Manhattan”. Bottura è già ai blocchi di partenza.
Gli appuntamenti da non perdere e tutto ciò che è attuale nel pianeta gola
a cura di
nato a Milano nel marzo 1955, al Giornale per 31 anni dividendosi tra sport e gastronomia, è ideatore e curatore dal 2004 di Identità Golose. blog www.paolomarchi.it instagram instagram.com/oloapmarchi