Qualche giorno fa sono state svelate le nuove insegne entrate nella 50Best Discovery. Un’estensione delle più note 50Best Restaurants, Bars e Hotels, la Discovery non è una classifica, ma raccoglie i migliori indirizzi nel mondo dell’ospitalità, segnalati da un panel di 3000 membri dell’Academy. Le insegne presenti sono i luoghi del cuore, quei bar hotel e ristoranti amati da un parterre di alto livello di esperti del settore.
L’edizione 2025 rappresenta un traguardo importante con le sue 3700 segnalazioni, tra le quali anche tre bar italiani che hanno fatto il loro ingresso incarnano format diversi, come lo sono i professionisti che li animano e le città che li ospitano.
RITA - Milano

Il Rita nasce a Milano nel 2002 da un'idea di Edoardo Nono e Gianluca Chiaruttini – a cui poi subentra Chiara Buzzi nel 2022– di offrire alla città un American bar dove vivere un'esperienza di qualità.
A Milano, dopo
Carico e
Nik’s& Co, entra un locale considerato un punto di riferimento per la città meneghina oltre ad aver fatto la storia dell’aperitivo moderno ovvero il
Rita Cocktail di
Edoardo Nono. Nato nel 2002, il
Rita è un American Bar che già dai suoi esordi si è caratterizzato per essere un precursore delle mode e delle tendenze, grazie alle intuizioni e alla determinazione di
Nono. Un professionista che ha saputo tenere la barra a dritta e ha cavalcato i cambiamenti e le rivoluzioni di questi ultimi vent’anni senza snaturarsi, rimanendo coerente con l’identità e l’impronta data al locale. Ancora oggi lo si trova dietro il bancone con la stessa verve e passione, innamorato del lavoro di squadra e dell’ospitalità. L’ ingresso nella
50Best Discovery è anche frutto del lavoro di
Chiara Buzzi, socia del
Rita, che ha portato il locale fuori dai confini italiani con guest internazionali – ad esempio a Londra e in Asia – e dando quindi, maggiore visibilità al lavoro di
Nono e del suo team. È il coronamento sicuramente di una visione e della caparbietà di due professionisti, che hanno saputo interagire costruttivamente con le evoluzioni della bar industry contemporanea e resistere a quelle mode stagionali, che spesso portano un locale fuori fuoco. Come sottolinea
Nono, “noi rimarremo fedeli alla nostra idea di ciò che vuole essere il
Rita e ci fa piacere aver portato questo messaggio a un pubblico più ampio. Tanti bartender che hanno lavorato da noi, hanno poi intrapreso una carriera all’estero di rilievo riconfermando la qualità di un lavoro, che è stato fatto in profondità e sempre coerente”.
PIANO 35 - Torino

È il 2019 quando Marco Sacco sbarca sul rooftop del grattacielo Intesa Sanpaolo e da qui iniziano grandi successi, che si coronano anche per il bar (il team nella foto) con l'entrata nella 50Best Discovery di quest'anno.
Spostandoci invece nella città di Torino, che ospiterà il gala
The World’s 50Best Restaurants il prossimo 19 giugno, è
Piano35: il Lounge Bar dell’omonimo ristorante gestito dallo chef stellato
Marco Sacco. A dirigerlo dal febbraio 2020 il figlio
Simone Sacco, head of mixology, affiancato da
Ansony Murcia e che ha raggiunto un traguardo importante, frutto di un percorso iniziato sin dal primo cocktail in cui le tendenze e le influenze internazionali dovevano essere bilanciate e miscelate l’identità locale.
Simone e
Ansony hanno alle spalle delle esperienze internazionali e maturato una consapevolezza del proprio lavoro, che li accomuna a diverse realtà del capoluogo piemontese. Un fermento della bar industry in cui nuovi ristoratori e bar owner italiani rientrano finalmente in patria per seminare quanto raccolto all’estero e costruire un nuovo tessuto di locali.
THE BAR - Venezia

Collocato al primo piano del palazzo nobiliare, che ospita l'Aman Venice, The Bar è diretto da Antonio Ferrara. L'attuale drink list è un omaggio al palazzo stesso e, in particolare, ai sei saloni che hanno ispirato altrettante ricette inedite di cocktail.
Se Torino sta crescendo come meta per gli appassionati del bere bene, Venezia rimane al passo. La Serenissima ha sempre avuto i riflettori puntati quale città d’arte e meta turistica prediletta, oltre a strutture ricettive di lusso di grande fascino. Eppure per alcuni decenni non è mai uscita fuori dai consueti schemi di una miscelazione classica, da quella comfort zone sicuramente di qualità ma che non aveva prodotto quell’ eccellenza che troviamo nella
50Best Discovery e in
The Bar all’Aman Venice, diretto dall’ottimo
Antonio Ferrara e dal suo team. Qui si coniugano perfettamente tutte le tendenze attuali in termini di format di locali, ma anche di contenuti come la valorizzazione del territorio e della sua storia, oltre a un’attenzione puntuale all’ospitalità. Un esempio di bar d’hotel in cui signature e grandi classici si accompagnano a una capacità di accogliere e intrattenere l’ospite di alto profilo e, indubbiamente, in armonia con il contesto dell’
Aman e del Palazzo Papadopoli che lo ospita. Risultato importante per
Antonio Ferrara, che confessa: “non mi aspetto cambino le cose, ma siamo consapevoli che le aspettative si alzeranno e questo sarà un’ottima sfida per continuare su questa strada”. Del resto la cifra distintiva dell’Aman e naturalmente del suo
The Bar è l’ospitalità; essere entrati nella
50Best Discovery rappresenta quindi il raggiungimento di un obiettivo che il bar manager veneto si era prefissato. “Volevo essere vicino ad altre strutture alberghiere, che hanno una storia e un passato molto attivo, così come il nostro nome affiancato al loro, ci riempie di orgoglio. Vuole dire che abbiamo fatto bene e abbiamo impostato il lavoro su alcuni valori per noi imprescindibili. Innanzitutto la costanza incrollabile e la caparbietà, ma anche l’avere le idee chiare e non perdere mai di vista dove si vuole arrivare”. È con queste parole che
Ferrara celebra un percorso di continua crescita che, negli ultimi due anni, che gli ha permesso di ottenere diversi premi ma, soprattutto, di affermarsi nel panorama internazionale con il suo stile di miscelazione e ospitalità.