Shake & shock

04-10-2022

È sempre Italia ai 50 Best Bars: vince il Paradiso di Giannotti! Simone Caporale 3°, Perrone-Bargiani 8°

Trionfa l'indirizzo di Barcellona con team tricolore. Il Drink Kong di Roma è 16°, salgono Il Locale di Firenze (39°) e L'Antiquario di Napoli (46°), preceduti dal 1930 di Milano al 35°. Bene gli italiani di Argo a Hong Kong (28°) e di Bulgari, Dubai, 50°

Festa grande sul palco di Barcellona per quelli de

Festa grande sul palco di Barcellona per quelli del Paradiso di Giacomo Giannotti, cocktail bar proprio della capitale catalana che ha trionfato ai World's 50 Best Bars 2002

Assalto alla diligenza! L’Italia c’è alla grande nella The World's 50 Best Bars, la classifica mondiale più attesa nel mondo della mixologia, la cerimonia di premiazione si è conclusa qualche minuto fa a Barcellona. Tra pronostici e attese i bartender del nostro Paese hanno saputo superare ogni pronostico, con novità e conferme.

Esattamente come per la gemella classifica dedicata ai ristoranti e presentata lo scorso 18 luglio, a Barcellona la cerimonia ha premiato e celebrato la Bar Industry di tutto il pianeta e i suoi protagonisti. L’anticipazione di una settimana fa delle posizioni dalla 51 alla 100 aveva lasciato un po’ di amaro in bocca sia per qualche assenza (che poteva essere anche promettente per la verità: e così è stato) – Il Locale di Firenze, L’Antiquario di Napoli tra tutti – sia per un ranking non positivo di alcuni indirizzi italiani rispetto all’anno precedente (LEGGI: Pochi giorni alla 50Best Bars 2022, le anticipazioni: Freni e Frizioni entra al n° 86, tre italiani "scomparsi").

Stasera però non può passare inosservato il trionfo di cocktail bar e barman tricolori che sono espressione di un’ospitalità e una professionalità davanti e dietro al bancone, e portano alto lo stile italiano.

Roma, Milano, Londra, Barcellona, Dubai, Napoli, Hong Kong… La mano e l’estro dei nostri connazionali sono riconosciuti e sono premiati grazie a posizionamenti top. Trionfa la creatività di Giacomo Giannotti del Paradiso di Barcellona – primo posto in classifica - e quella Simone Caporale che al Sips, sempre nella città catalana, sovverte le regole del bancone, della sala e presto anche della drinklist con il suo nuovo Esencia (di cui vi racconteremo presto). Si confermano l’eleganza e la raffinata ricerca degli ingredienti di Agostino Perrone e Giorgio Bargiani de The Connaught di Londra, che perde la prima posizione e si deve accontantare dell'8° posto (Perrone però viene premiato con l'Industry Icon Award). E poi stupisce il team tricolore del Bulgari Bar di Dubai, capitanato da Dario Schiavoni, che conquista a sorpresa la posizione n° 50, prima era 58°, e quello dell'Argo di Hong Kong, con Lorenzo Antinori, al 28° posto.

Cento per cento italiani nell’insegna e alle redini sono il Drink Kong (Roma) di Patrick Pistolesi che passa dal 19° posto al 16°, e il 1930 Cocktail Bar – lo speakeasy milanese – che lascia la posizione 20 per la 35. L’Antiquario di Napoli, uscito dai "secondi 50", entra tra gli applausi nella lista d'onore al posto numero 46 dall'82, così come Il Locale di Firenze, salito addirittura al 39° posto dal 51°.

Proprio ai primi classificati per due edizioni abbiamo chiesto a chiusura di premiazione quale sia quella cifra distintiva del lavoro al Connaught che va oltre le classifiche e che ben rappresenta lo spirito che anima la 50 Best Bars secondo i suoi stessi protagonisti, indipendentemente dal ranking raggiunto. È proprio Agostino Perrone, in qualità di director of mixology, a sottolineare che ciò che non si è disposti a cambiare è «la nostra essenza, una base di classicismo reinterpretata tramite le esperienze e le storie del nostro bar e delle nostre persone. Abbiamo sempre avuto una visione solida che abbiamo sviluppato con coerenza nel corso degli anni con ricerca, studio, passione e dedizione. È questo che ci ha premiato e che ci continuerà a premiare, indipendentemente dagli awards».

Ma vediamo nel dettaglio i profili dei locali italiani più alti in classifica.

 

DRINK KONG - Roma
Psichedelico, aveniristico, una porta aperta tra Giappone e Occidente: entrare al Drink Kong significa abbandonare ogni preconcetto o aspettativa su un cocktail bar e scoprire l’idea che ispira la figura poliedrica del patron Patrick Pistolesi. Ogni drinklist sorprende per la profondità delle riflessioni e dei temi, che vanno a toccare corde importanti della cultura e, in particolare. Ad esempio, New Human riflette su temi importanti quali l’umanità e l’essere speciali di ognuno di noi; prende spunto dai nuovi linguaggi, che collegano simboli e sapori traducendosi in forme, colori e in ultima istanza in cocktail che ridefiniscono l’esperienza del gusto. Qualunque sia la propria preferenza rispetto ai cinque gusti, Pistolesi riesce a spostare i confini e ridefinire un’opzione di bevuta che porta ogni cliente a uscire dalla comfort zone dei suoi desiderata senza accorgersene e arrivare così ad esplorare nuovi sapori. La carta richiede, in modo entusiasmante, la complicità del cliente che potrà giocare tra i cinque macro argomenti Newmami, Holus, Kudamono, Herbs&Herbs e Sukoshi e regalerà di certo un’esperienza a 360° grazie anche a un’offerta food di alto profilo tra la tradizione orientale dei dumpling e a la tradizione sud americana con abbinamenti all’altezza dei cocktail.

 

1930 COCKTAIL BAR - Milano
Affascinante, avvolgente ed eclettico, il 1930 è da sempre caratterizzato da un’aura di mistero. Numerose sono le leggende sul suo indirizzo e sulla modalità di accedervi, ma tutte accomunate da un unico principio il passaparola sull’esperienza unica che si può vivere in un cocktail club a cui si ha l’accesso solo grazie a un rapporto di amicizia con lo staff del locale. A consolidare tali leggende metropolitane, non possono che esservi i racconti dei frequentatori che hanno avuto l’occasione di vivere l’esperienza di un vero e proprio speakeasy, che riesce a catapultare ogni ospita nel periodo del proibizionismo sia per l’allestimento sia per l’atmosfera. A Fabio Cavagna – da tutti conosciuto come Benjamin–, head bartender del 1930 dalla sua apertura, il compito di articolare una drinklist aperta alla contemporaneità e al mondo della miscelazione internazionale. Le sue intuizioni lo hanno portato a lavorare in modo nuovo con i mezcal e la tequila, ma anche a guardare alla creazione dei cocktail con lo stesso punto di vista di uno chef e quindi, nella selezione attenta degli ingredienti e in una loro lavorazione mai troppo invasiva. Vivere il 1930 è un’esperienza sempre più personale, in cui ognuno di noi può scegliere se farsi guidare in un percorso o affidarsi alle proprie inclinazioni.

 

IL LOCALE - Firenze
Raramente si incontrano locali di tale bellezza, dove la storia ha dato il paso e le persone che ne animano le sale hanno saputo portarlo ancora più in alto. È questo il segreto de Il Locale, che ha trovato dimora a Palazzo Concini e che nasconde al suo interno un cocktail bar, tra i più famosi al mondo grazie all’ottima mano di Matteo Di Ienno, bar manager dal curriculum ricco di esperienze internazionali. Circondato da un suggestivo giardino verticale e dalle mille luci di un’importante bottigliera, il bancone è il regno di Di Ienno e diventa un vero e proprio laboratorio dove vengono preparati liquori e distillati, succhi sciroppi e bevande fermentate che diventano protagonisti delle diverse drinklist. Tutte le materie prime seguono infatti, il corso delle stagioni e se ne sfruttano tutte le parti in un’ottica di sostenibilità e circolarità. Ad esempio, la zucca diventa protagonista di una proposta di cocktail dove se ne usano ogni singola parte per farne uno shrub, un’orzata di semi di zucca e da queste creare dei drink avvolgenti e unici.

 

L’ANTIQUARIO - Napoli
In uno dei quartieri più belli della Capitale partenopea, l’Antiquario è da sempre una perla della miscelazione non solo italiana. Aperto da Alex Frezza, bartender tra i professionisti italiani più noti e accreditati anche a livello internazionale, il cocktail bar è uno dei primi indirizzi da tenere in agenda se si vuole scoprire il mondo della miscelazione contemporanea ma con un’attenzione sempre puntuale anche alla gestualità e ai riti che accompagnano il servizio di alcuni grandi classici. Il colpo d’occhio e il fascino di questo locale vengono spontaneamente catturati dalla bottigliera retro-illuminata, che stabilisce fin da subito la sua importanza e il suo essere “la vera prima donna”, oltre all’estrema eleganza dell’arredamento. Non a caso il locale prende il posto di un negozio di antiquariato di cui mantiene l’allure e la rafinatezza. È qui che ha luogo la magia grazie alle mani sapienti di un team di bartender affiatati, capitanati dall’head Vincenzo Iencheralli, e dalla grande accuratezza con cui Frezza idea le nuove drinklist, che non dimenticano mai di celebrare anche la città di Napoli e della sua cultura. Per chi ama i locali da scoprire, L’Antiquario ha anche una secret room per chi ama vivere un’esperienza ancora più discreta e personalizzata.


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ll mondo dei cocktail e dei bartender raccontati da Identità Golose.

Claudia Orlandi

di

Claudia Orlandi

sceneggiatrice e scrittrice, dalla scuola di giornalismo enogastronomico del Gambero Rosso è approdata a Identità Golose

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