È probabilmente il piatto più conosciuto al mondo e, allo stesso tempo, la Cenerentola della ristorazione. Qualcosa, però, sta cambiando. A far capire che dietro la pizza c’è di più, oltre l’impegno quotidiano di una nuova generazione di pizzaioli, ci sono anche moltissime manifestazioni e aziende che si spendono per aiutare ad accrescerne qualità e conoscenza. Senza dimenticarne l’aspetto più popolare. Una di queste manifestazioni è Elementi che, unendo il mondo della pizza a quello dell’intrattenimento, ha appena chiuso la sua seconda edizione al Mare Culturale Urbano di Milano con 6.000 pizze sfornate in 3 giorni nei 6 forni ai quali si sono alternati 18 pizzaioli.
Elementi è stata la celebrazione di ogni tipo di pizza, dalla napoletana alla romana, della sua storia e delle sue tradizioni ma, soprattutto, degli ingredienti che compongono uno dei simboli più autentici della cultura gastronomica nostrana. Non per caso tra i partner della manifestazione c’erano
Molino Vigevano, che in quei giorni ha lanciato il contest dedicato alla farina professionale
Vesuvio, nuova miscela di farina tipo 0 con germe di grano macinato a pietra per pizza napoletana contemporanea disponibile anche nel retail, e
Moretti Forni, che mette a disposizione dei pizzaioli un’ampia gamma di forni professionali specifici per la cottura di ogni tipo di pizza.
«Ci piace dare la possibilità alle nuove leve dell’arte della pizza di utilizzare i nostri forni», ci ha detto
Nicola Roberti, corporate chef di
Moretti Forni che a
Elementi ha portato alcuni forni
Neapolis e alcuni della
Serie S. Ad alternarsi nei tre giorni ci sono stati, tra gli altri,
Antonio Pappalardo de
La Cascina dei Sapori di Rezzato (Brescia);
Petra Antolini della pizzeria
Settimo Cielo, in Valpolicella;
Antonio Greco, responsabile della catena
Da Zero;
Giorgio Caruso di
Lievità;
Michele Bellomo del milanese
Amunì;
Jacopo Mercuro di
180 G a Roma;
Danilo Brunetti di
Giolina;
Umberto Calemme di
Cocciuto;
Pietro Giordano di
Papilla; e pure
Diego Vitagliano con la sua gluten free. Nell’assolata giornata di chiusura sono state gettonatissime la
Nerano di
Calemme con vellutata di zucchine, mozzarella fior di latte, caciocavallo podolico, chips di zucchine e fiori di zucca, e la
Papilla di
Giordano con pomodoro datterino giallo, filetto di pomodoro datterino rosso e mozzarella di bufala di Caserta.
Afferma
Ilaria Palma, brand manager di
Molino Vigevano: «
Elementi è nata da un’idea di
Fabrizio Lo Conte, amministratore delegato di
Molino Vigevano, allo scopo di aiutare e far riflettere tutti gli addetti al settore su quelli che saranno i requisiti della pizza nel prossimo futuro». Ma la crescita della pizza passa anche per la maggiore conoscenza da parte di chi la mangia e in quell’esercito di amatori che si cimenta nella sua preparazione. «Sono ormai tantissimi quelli che preparano la pizza a casa cercando di replicare la qualità delle pizze dei professionisti. Per questo abbiamo deciso di lanciare
Vesuvio anche nel retail. Per questo abbiamo lanciato il contest
#masterdelcornicione invitando tutti, attraverso alcun dei più bravi influencer del mondo della pizza, in una sfida al cornicione perfetto».
«La seconda edizione di
Elementi conferma il successo della formula pizza-socialità-intrattenimento nel quale abbiamo sempre creduto», ha sottolineato
Natale Porcino, responsabile della manifestazione, che apre alla terza edizione con una formula che mette al centro ancora la pizza.