«Godi, cognome splendido», sottolinea Paolo Marchi ricordando lietamente una sua cena al 400 Gradi di Lecce di qualche tempo fa. E Godi, che di nome fa Andrea, sarà il protagonista insieme al collega Antonio Caputo, già visto al Marghe di via Plinio, di Cocciuto, la nuova pizzeria che ha aperto i battenti un po' in punta di piedi - «Vogliamo strutturarci al meglio e avviare per bene la macchina, prima di essere più visibili» - da pochi giorni, a Milano (via Bergognone 24, zona via Savona, proprio di fronte Al Fresco).
Non sarà una pizzeria come tante altre, Cocciuto. Per più di un motivo.
Primo, perché il locale è davvero bellissimo, non sembra neanche una pizzeria, almeno nell'accezione comune del termine. Nove vetrine che lasciano intravedere un locale elegante; 260 metri quadrati, per un totale di 80 coperti, che si rifanno a un design newyorkese. Sedute comode, tavoli larghi, mix sapiente tra elementi stile decò e altri contemporanei, atmosfera urban chic, una carta dei vini con molta Francia e ancor più numerose chicche nazionali, ben studiata con evidente passione e attenzione per i vini naturali.
Secondo, perché
Godi e
Caputo sono molto bravi. Il primo, salentino di Novoli, classe 1990, ha già portato al successo la sua
400 Gradi a Lecce, come si diceva; compagno di scuola di un certo
Floriano Pellegrino, figlio di papà
Andrea, che era venditore ambulante di panini, poi titolare in una pizzeria da asporto e poi in un’altra pizzeria ancora, ma finalmente con i posti a sedere. La stessa determinazione mostrata da
Godi jr, formatosi all'
Associazione Verace Pizza Napoletana ma poi folgorato sulla via di Caiazzo dal maestro
Franco Pepe, del cui stile è tributario. Più stringate le info biografiche su
Caputo, lucano, gli studi a Senise, lo avevamo incrociato in un'altra bella nuova realtà milanese, il
Marghe di via Plinio, prima ancora ha lavorato all'
Albero del Pepe di largo Augusto, sempre nel capoluogo lombardo.
Terzo, perché la pizza è veramente buona. In tavola, accanto a un menu che parte con un classico antipasto all’italiana (fritti, polpette al sugo, crocché...), il disco è tondo, versione campana alla
Pepe per intenderci, impasto diretto, una miscela di farine alle quali è stato aggiunto il germe di grano vivo, doppia lievitazione che dura minimo 30 ore per garantire alle pizze di
Cocciuto sofficità, fragranza, sapori, in generale maggiore leggerezza. A breve a questa versione ne sarà affiancata una seconda: sarà una pizza al metro, a favorire lo spirito di convivialità proprio del nuovo locale. Per i topping, grandissima attenzione per la materia prima: l'olio di
Frantoio Muraglia, la soppressata Calabra dop, il Culatello di Zibello, la mozzarella di bufala campana, molti Presìdi Slow Food...
Quarto, perché i nostri assaggi confermano che, pur con il locale non ancora del tutto assestato, già la proposta gastronomica è convincente. Noi abbiamo esordito con un piccolo tagliere di salumi (ottime la salsiccia al tartufo e soprattutto la spalla cruda), poi tante chicche. Se la
Piennolo (fiordilatte, piennolo giallo e rosso, parmigiano reggiano di montagna 36 mesi, melanzane, olio evo e basilico) è un po' spenta, la
Viola è già interessante (fiordilatte, chips di patate viola, fonduta di caciocavallo podolico, basilico), la
Vendicari golosa (fiordilatte, tonno alletterato, pomodoro semi dry, cipolla croccante, polvere di zenzero, menta, olio evo), la
Capocollo elegante (ricotta mista a fiordilatte, pomodori secchi, capocollo
Gioi, olio evo, basilico) la
Provolapepe davvero irresistibile (provola misto bufala, conciato romano
Le Campestre, guanciale croccante, pepe di Thalassery, olio evo, basilico).

La pizza dolce, buonissima
Quinto, perché fanno già una pizza dolce davvero da sballo: ricotta, olive disidratate, confettura di albicocche, limone.
Sesto, perché
Cocciuto è anche per il sociale, grazie a una partnership con la cooperativa
Arcadia, che ha l’obiettivo di formare e avviare al mondo del lavoro i giovani ospiti della casa famiglia
Harlock. Già dal 10 settembre nella brigata di
Cocciuto arriverà uno dei ragazzi provenienti da questa realtà che potrà avere la sua prima vera opportunità per un riscatto personale attraverso la dignità del lavoro.

Michela Reginato e Paolo Piacentini
Settimo, perché dietro a
Cocciuto c'è una compagine sociale assai seria, che comprende
Paolo Piacentini, imprenditore per quindici anni impegnato in una delle più blasonate aziende leader nel settore degli allestimenti di importanti format internazionali, nonché fondatore e anima creativa della fortunata pizzeria
Marghe dove si è formato
Caputo; e
Michela Reginato, un passato nella moda e nel life style.
Ottavo e ultimo, perché
Cocciuto parte in via Bergognone, ma è pronta ad estendersi in altre zone di Milano: entro il 2019 si arricchirà di altri due satelliti sempre a Milano, uno in zona piazza Medaglie d’Oro, l’altro in zona corso Sempione in prossimità dell’Arco della Pace.
Cocciuto
via Bergognone 24, Milano
tel. +39 02 36528327
aperto tutti i giorni a pranzo e cena
le pizze costano dai 7,5 ai 14 euro