Da anni Identità Golose racconta la rivoluzione che sta vivendo il mondo della pizza. Una realtà evidenziata anche durante la presentazione della guida Pizzerie d’Italia 2018 del Gambero Rosso, tenutasi a Napoli il 20 settembre a Palazzo Caracciolo. La pluralità di espressioni è certamente l’aspetto più entusiasmante di questo profondo cambiamento, così come la crescita costante dei singoli pizzaioli e dei territori. Sul palco partenopeo c'erano anche due gran professionisti che hanno sicuramente segnato l’evoluzione ed il cambiamento: Franco Pepe e Renato Bosco.
Nel primo caso, si tratta di un fuoriclasse che riesce ad affermare l’idea di far vivere un’esperienza unica a chi varca la soglia della sua pizzeria: chi arriva al Pepe in Grani non mangia semplicemente una buona pizza, viene coinvolto da più aspetti in ognuno dei quali albergano passione e cultura. Quanto a Bosco, c’è la voglia matta di sperimentare all’infinito l’arte bianca, che ama proporre in interpretazioni molto variegate nel suo Saporè. Quindi, non solo pizza, ma un dialogo continuo tra farine, lievitazioni e gli ingredienti ricercati: un (altro) veronese che fa tendenza nel mondo della pizza è da sola una notizia che fa clamore.
La diversità ha fatto da attrazione tra i due, così come la passione comune, sugellando una grande amicizia. Non a caso sono stati accoppiati nell’ iniziativa
Pizzerie d’Italia on Tour, una serie di serate con pizze a quattro mani in alcuni locali campani dotati dei Tre Spicchi. Quello con
Franco e
Renato, alla quale abbiamo presenziato, è stato sicuramente un incontro all’insegna del divertimento. Loro l’hanno definita “
stai senza penziere”, un modo di dire dei napoletani che potremmo tradurre nel più diffuso “stai sereno”, o anche “take it easy”.
Bosco si è dimostrato molto divertito ed incuriosito della lingua napoletana e questa frase è sembrata calzargli a pennello: era disteso e gioioso, molto più di
Pepe, invece un po’ agitato, quasi sentisse gravare sulle sue spalle la responsabilità di fare da padrone di casa.

I golosi panini al vapore di Renato Bosco
I due hanno voluto evidenziare proprio il piacere della diversità e della contaminazione, elementi capaci di produrre sperimentazioni e novità che mettono un bel po’ di sale alla vita. Il menu prevedeva due classici per
Renato: il celebre panino con acqua di governo della mozzarella di bufala, cotto al vapore, delicatissimo, con porchetta, condito con la scarola riccia campana adorata da
Franco e maionese alla curcuma. Ancora più famosa la sua pizza
Doppio Crunch, con mortadella, "contagiata" dal tocco
altocasertano della ricotta di bufala e del fior di latte, più pistacchi.
Pepe ama a sua volta mettere l’accento sui prodotti, sugli artigiani e contadini che custodiscono saperi ormai preziosi. L’impasto nel suo locale è uno solo e la varietà è declinata sulla combinazione dei prodotti. La
Bucolica è stata la sua prima pizza uscita dal forno, contaminata dal radicchio trevigiano che ha regalato un indovinatissimo tocco di amaro alla zucca e alla crema di fagioli di Alife, il tutto su scamorza di latte di bufala.
Profumi del Matese è stato a sua volta un omaggio sentito e doveroso di
Pepe al proprio territorio, con funghi porcini, fior di latte, formaggio scamosciato del Matese e pomodorini del Vesuvio semi dried.
C’era grande attesa per la novità della pizza dolce
Crisommola (ne abbiamo parlato qui:
Franco Pepe, la mia pizza all'albicocca del Vesuvio), dedicata all’albicocca del Vesuvio divenuta presìdio Slow Food lo scorso luglio.
Crisommola ha ricevuto il premio
Pizza Dolce 2018 del
Gambero – che per la prima volta ha premiato appunto una pizza dolce. È fritta, croccante ed asciutta, guarnita con soffice ricotta di bufala profumata al limone, confettura di crisommole, granella di nocciole del Vesuvio, polvere di olive caiazzane e menta fresca. Un po’ tutti hanno chiesto il bis, nonostante la lunga degustazione.
Contaminazione, scambio, apertura e una buona dose di leggerezza, quest’ultima ricercata non solo negli impasti: sono i temi sui quali si sono rimbalzati i due pizzaioli che hanno dimostrato di schivare ogni presunzione, di non voler trasmettere messaggi o insegnamenti, ma di puntare dritti a un obiettivo. Divertirsi e divertire.