CASA RAMEN SUPER - via Ugo Bassi 26, Milano, +39 02 83529210
Luca Catalfamo, il milanese che faceva i ramen in Giappone, ha aperto 9 mesi fa la sua premiatissima seconda insegna. A Casa Ramen, il gettonatissimo micro-locale di via Porro Lambertenghi, un isolato più in là, ha affiancato un’izakaya, “trattoria giapponese”. La carta del Super dà sfogo all’istinto del ragazzo con una serie più complessa di piatti che nell'insegna madre non era possibile concepire. Il ramen più buono della città è anche qui, ma in due sole versioni: Soya Ramen (pollo, chashu, anatra, erbe, funghi) e Super Ramen (dashi, ceci, uovo marinato, verdure). Leggi l'intera recensione di Gabriele Zanatta
DABASS - via Piacenza 13, Milano, +39 02 45371120
E’ un locale particolare e dalla formula piuttosto insolita, questo Dabass. Ciò nonostante ha immediatamente conquistato l’attenzione di un pubblico ampio, mediamente giovane, mediamente cool: aperti i battenti a fine luglio 2017, ai primi di settembre era già strapieno, o quasi, ogni sera. Merito certamente di un’atmosfera accattivante, di un design e un arredamento tremendamente azzeccati, tra modernariato chic e vintage da casa della nonna. Merito forse anche di uno spazio decisamente bello, dove prima sorgeva una storica cartoleria, in un palazzo che qualcuno chiama il Flatiron di Milano. Tutto il resto però lo si deve al lavoro della responsabile di sala Maddalena Monti, del mixologist Robi Tardelli e dello chef Andrea Marroni. Leggi l'intera recensione di Niccolò Vecchia
DESINOLENTO - via Filippo Turati 6, Milano, +39 02 36630509
Il nuovo locale di Domenico Della Salandra è nel centro del capolugoo milanese, in via Turati, ma all'interno di una corte tranquilla tra i grattacieli della city. Dopo due anni di consulenze sparse per lo stivale, ha deciso di mettere le radici col suo sous chef Raffaele Russo, con lui da quattro anni, e DesinoLento ne è la prova. Per una pausa pranzo veloce si può scegliere un piccolo menù degustazione, il Business Lunch, per assaggiare comunque la cucina dello chef, raffinata e creativa seguendo una stagionalità, infatti non sempre si troveranno gli stessi piatti in carta. Leggi l'intera recensione di Chiara Nicolini

Domenico Della Salandra, DesinoLento
DIM SUM - via Nino Bixio 29, Milano, +39 02 29522821
Raviolo is the new black. Ovvero: come riscattare uno dei più vieti prodotti del
cinesamegastronomico all'italiana, il gommoso saccottino reputato una sorta di cestino del pane della cucina orientale, con il brivido tutt'al più del dilemma: al vapore o alla griglia? Tempi lontani. Ora il
laviolo diventa dim sum e fa prodigi, primattore di un percorso che è quasi un
tapear per Chinatown, disorientante per varietà e ricchezza. Prima di tutto bisogna impugnare la bussola delle diverse tipologie: il floreale
Shao Mai(raviolo aperto), il compatto
Shaolong (rotondo e chiuso), il delicato Changfen (aperto e di pasta di riso), il compatto
Baozi (pasta di pane cotta e ripiena), il duttile
Jaozi (chiuso a forma di piccolo corno).
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Andrea Cuomo
IL RONCHETTINO - via Lelio Basso 9, Milano, +39 02 8262762
"Antica Osteria con specialità milanesi" è scritto a chiare lettere nella pagina di benvenuto del sito del
Ronchettino. E' vero, ma non è tutto. Perché da quanto in cucina c'è
Federico Sisti, un solido cuoco romagnolo, ai classici del capoluogo lombardo, si è aggiunta una seconda lista animata da uno sprint un tempo sconosciuto in una questa cascina del Seicento, una perla nascosta tra i casermoni del Gratosoglio, poco prima che Milano lasci spazio a Rozzano. Il
Ronchettino occupa due strutture parallele tra loro. Nel sito sono indicati 120 coperti e non siamo più abituati a questi numeri in una Italia dove per i più la qualità porta con sé pochi tavoli.
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Paolo Marchi

Federico La Paglia, Sikelaia (premiato anche come sorpresa dell'anno)
SIKELAIA - via Marco Polo 10, Milano, +39 02 29014556
Siké +
elaia =
Sikélaia ovvero il fico più l'ulivo, in siciliano, danno il nome a uno dei ristoranti più validi aperti nel corso del 2017 a Milano, il
Sikélaia per l'appunto. Il rodaggio a fine dicembre, i primi clienti ufficiali da inizio del nuovo anno, quindi mesi pieni di lavoro per farsi conoscere. Tutto questo in via Marco Polo, un po' nascosta ma strategica, angolo via Galileo Galilei, tra piazza Repubblica, le Torri delle ex-Varesine e piazza XXV Aprile. Prima si andava lì vicino per la cucina di
Paolo Lopriore, adesso in via Marco Polo c'è lui. In un ristorante di cucina siciliana la prima che cosa che appare evidente è che non ha nulla di folkloristico e retorico come capita sovente con i posti di cucina tradizionale, quale essa sia.
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Paolo Marchi
SOUL GREEN - piazzale Principessa Clotilde, Milano, +39 02 62695162
Plant-based è un termine cult del mondo
green e sta a indicare una cucina che utilizza cibi vegetali: frutta, verdura, legumi, cereali, frutta secca, semi, ingredienti organici, naturali e che esclude i prodotti di origine animale. Una cucina che qui al
Soulgreen, zona Garibaldi, si combina alla filosofia ayurvedica, fatta di un sistema delicato di equilibri, in cui energia, salute e bilanciamento nutrizionale sono gli obiettivi primari. Tutti bellissimi propositi, interpretati da
Stefano Percassi, il proprietario di questo locale dall'innegabile anima
veg e dallo stile
industrial, con pareti e soffitto ricoperti da piante rampicanti. In questa fresca oasi, la ricercatezza della cucina
plant-based viene declinata in nuovi sapori, colori e piatti di diversa ispirazione.
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Andrea Grignaffini
THE STAGE - piazza Gae Aulenti 4, Milano, +39 02 63793539
È una cucina che trasmette grande personalità e padronanza tecnica, senza essere gratuitamente concettuale, quella che
Fabrizio Albini propone al ristorante
The Stage. Lo chef, bresciano di Roncadelle e classe 1976, è approdato al ristorante di piazza Gae Aulenti - gestito dalla società
At Carmen di
Martino de Rosa e
Carmen Moretti - dopo aver maturato, a partire dagli anni Novanta, importanti esperienze tra Italia, Francia e Israele e dopo aver rivestito il ruolo di executive chef presso il
Cristallo di Cortina d’Ampezzo. Una carriera ormai ventennale per la cui evoluzione sono stati fondamentali tre chef:
Gualtiero Marchesi per la creazione dei piatti e la semplificazione del passaggio tra concezione e realizzazione degli stessi;
Vittorio Fusari e
Alessandro Cappotto per la conoscenza della materia prima.
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Luca Torretta
UNICO - viale Achille Papa 30, Milano, +39 02 39214847
Un po’ tormentata la vita di
Unico Milano, ristorante al ventesimo piano della
WJC Tower in zona Portello, con magnifico panorama sulla città, che negli ultimi anni ha visto succedersi alla guida delle sue cucine prima
Fabio Baldassarre, poi
Felice Lo Basso e dall’aprile 2016
Fabrizio Ferrari, solido professionista pavese classe 1965, proveniente da altri “locali con vista” come il
Roof Garden di Bergamo e poi la
Terrazza Triennale di Milano.
Ferrari mette in campo un ampio ventaglio di proposte. Al momento del nostro passaggio avevamo davvero apprezzato il
Risotto alla clorofilla di erbe di campo profumate - trifoglio, melissa, tarassaco, boraggine, spinacino novello, maggiorana -
e ragù di lumache.
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Carlo Passera