«L'idea da cui siamo partiti è quella di pensare questo spazio come l'area di un festival». Racconta così Erik van der Schaft, direttore del Padiglione olandese a Expo Milano 2015. In effetti la scelta fatta per organizzare il rettangolo di 2300 mq che si affaccia sul Decumano è assolutamente originale e distingue il padiglione "orange" da tutti gli altri, facendogli avere un grande successo presso gli avventori dell'Esposizione.
L'Olanda ha scelto un padiglione aperto, una specie di Luna Park (con tanto di piccola ruota panoramica su cui si può anche mangiare), con una grande piazza su cui si affacciano molti food truck. «Il nostro spirito è questo - continua Erik van der Schaft - d'estate tutta l'Olanda si riempie di situazioni simili, se ne trovano ovunque, dalle più imponenti alle più raccolte: gli olandesi amano vivere all'aria aperta e condividere momenti di convivialità».

La Molina, la piccola ruota panoramica su cui è anche possibile pranzare o cenare
L'idea della condivisione fa parte anche dello slogan che accompagna la presenza olandese a
Expo 2015: "Share, grow, live". “Condividere”, perché i temi dell’alimentazione sono sia locali che globali, ed è fondamentale lo scambio di conoscenze tra gli stati del pianeta per trovare soluzioni efficaci. “Crescere”, perché il cibo ha una grande influenza anche da un punto di vista economico e sociale e da questo punto di vista i Paesi Bassi sono un modello interessante, in quanto sono il secondo maggior esportatore di cibo al mondo, nonostante l'estensione territoriale di certo non enorme. Infine “Vivere”, perché una buona qualità della vita per tutti è un concetto essenziale e deriva anche da un'equa distribuzione delle terre e delle risorse idriche.

Il food truck di Alternative Burger Collective
Il padiglione - aperto da ogni lato, evitando così al pubblico qualsiasi coda per accedere - affronta questi temi con un approccio ludico e interattivo. E soprattutto offre conforto e accoglienza "easy" agli stanchi viandanti del Decumano. La musica dal vivo avvolge l'area dei
food trucks, dove si può mangiare quasi di tutto con prezzi molto contenuti (rispetto alla media di
Expo). Ad esempio il camioncino di
The Frying Dutchman, oltre a meritare un plauso per il nome spiritoso e creativo, offre saporite polpette e le tradizionali patatine fritte, che, come scherzosamente ha tenuto a specificare
Erik con un pizzico di sano campanilismo «costano la metà esatta (4.50€ invece di 9€ a porzione, ndr) di quelle del padiglione del Belgio, e sono almeno altrettanto buone!».

La greenhouse in cui si trova il ristorante del padiglione olandese
Più originali, e forse anche più sane e leggere, sono le proposte del truck dell'
Alternative Burger Collective, che nel suo menu presenta un
Hamburger a base di alghe marine (
The Dutch Weed Burger) e un particolare
Tomeato Burger. Quest'ultimo sostituisce alla carne il pomodoro come ingrediente principale, ottenendo un risultato davvero sorprendente. In particolare questa ricetta è stata studiata dallo chef israeliano
Moshik Roth, due stelle Michelin con il ristorante
&Samhoud Places di Amsterdam.
Infine nel padiglione trova spazio anche un ristorante, frutto della collaborazione tra il
De Kas di Amsterdam e la Scuola Internazionale di Cucina Italiana
ICIF, che ha fornito molti dei ragazzi della cucina. La carta è quindi un divertente incontro di tradizione olandese e cucina italiana, da gustare in un piacevole spazio costruito come una serra (così come avviene nel ristorante originale della capitale olandese).