«Ho insegnato io a cucinare a Massimiliano!»: scherzava così Raffaele Alajmo un paio di settimane fa, in diretta sul canale Instagram di Identità Golose insieme a Paolo Marchi (qui un riassunto di quella conversazione). «Pensate che abbiamo una chat con tutti gli chef dei nostri ristoranti - continuava l'amministratore delegato del Gruppo Alajmo - a cui mi hanno permesso di partecipare. L'altro giorno si stavano scambiando le foto dei piatti che avevano preparato a casa: ho mandato una foto anche io...e pure Massimiliano lo ha ammesso: ha imparato da me».
Scherzi a parte, la cucina per Raffaele Alajmo è una grande passione, oltre che un elemento fondamentale della sua vita lavorativa: «Mettermi ai fornelli è sempre stato un piacere: d'altronde i ristoranti che abbiamo aperto io e mio fratello sono nati dalla passione di entrambi per la cucina e l’ospitalità, sono due interessi che condividiamo. Il fatto che uno sia chef non significa che l’altro non cucini, così come anche chi è chef mette le proprie idee nell’organizzazione della sala o nelle scelte strategiche aziendali. Sono delle barriere che compaiono nel momento in cui si danno degli appellativi alle persone. Siamo due menti creative, ognuna specializzata nel proprio ambito: io non posso certo dire di avere la creatività, la conoscenza e la capacità tecnica che ha Massimiliano in cucina, siamo su piani diversi: io faccio il Camel Trophy e lui corre in Formula1. Però quando sono a casa mi diverto molto a fare la spesa e a cucinare».
Così può capitare di incrociare una ricetta di
Raffaele Alajmo (e della moglie
Mariangela) nelle sue storie di
Instagram, come accaduto a
Paolo Marchi, e di ingolosirsi, al punto di decidere di volerla pubblicare sulle pagine del nostro sito. La ricetta di un polpettone nato dall'ispirazione fornita da un grande prodotto: «L'idea è nata, in maniera estemporanea, dal fatto che avevo a casa del lardo di
Joselito. Prima ho provato a farmi fare degli hamburger dal mio macellaio: gliel'ho portato e gli ho chiesto di unirlo, in una proporzione del 20%, con vari tagli magri di manzo. Ne sono usciti dei fantastici hamburger da 250 grammi, che ho mangiato cotti al sangue. Visto l'ottimo risultato, ho pensato di provare a fare anche un polpettone seguendo lo stesso principio, quindi mischiando macinato magro di manzo e lardo di
Joselito. Come forse saprete, il lardo di maiale iberico
Joselito - ottenuto da capi che nell'ultima parte della loro vita si nutrono esclusivamente di ghiande (da cui la dicitura "puro bellota", ndr) - è stato certificato dall’Università di Siviglia come estremamente ricco di acido oleico. E' un grasso che, per quanto sembri un ossimoro, abbassa il colesterolo, un grasso davvero buono. Per cui, avendo qualche problema di peso e però amando anche molto mangiare, cerco di scegliere prodotti della migliore qualità possibile».

Le storie di Instagram che hanno avuto come protagonista il polpettone
Il Polpettone di Raffaele e Mariangela
INGREDIENTI
600 g di macinato di vacchetta piemontese
150 g di lardo Joselito
2 uova di montagna
2 spicchi di aglio fresco
Parmigiano 36 mesi
Latte
Pane raffermo grattugiato
Prezzemolo
Pepe affumicato Frasi
Sale di Mothia
Trito d'erbe fini

Le fasi della preparazione
PROCEDIMENTO
Unire tutti gli ingredienti, mescolando con cura fino a ottenere un composto omogeneo. Stendere il composto su un ampio foglio di carta stagnola, dandogli la forma con la forchetta. Arrotolare la carta stagnola formando un cilindro e chiudendo alle due estremita. Posizionare il polpettone avvolto nella stagnola in un'ampia padella con due dita d'acqua all'interno, portare a leggera ebollizione l'acqua e cuocere per un'ora, girando il polpettone e prestando attenzione a che non resti senza acqua. Poi estrarlo dalla stagnola e rosolarlo in burro e salvia, fino a ottenere una bella doratura.