16-07-2023

Mura Mura, il Monferrato secondo Guido Martinetti e Federico Grom

Gli ex proprietari di Grom Gelato tornano tra i filari di Costigliole d'Asti con un progetto visionario che mette assieme cantina, ristorazione e ospitalità

Guido Martinetti e Federico Grom nella cantina d

Guido Martinetti e Federico Grom nella cantina di Mura Mura, il loro nuovo progetto a Costigliole d'Asti

Se avete pensato che le menti di Guido Martinetti e Federico Grom avrebbero potuto rimanere a riposo a lungo, dopo la cessione del marchio Grom, vi sbagliavate. Vino, ospitalità, ristorazione e tante novità in arrivo segnano il cammino di questi ex enfants prodige della scena italiana, oggi più che mai uomini di successo.

Costigliole d’Asti è il loro quartier generale, 80 chilometri da Torino e 140 da Milano, un luogo circondato da colline dove sono distese vigne e piantati alberi da frutto. Una porzione di Piemonte adiacente alle Langhe. Un luogo che ha dato i natali alla mamma di Guido e che, dopo la vendita del 2015 di Grom a Unilever, assieme all’amico e socio di sempre, Federico, hanno deciso di valorizzare.

Mura Mura significa “lento lento” in malgascio, la lingua del Madagascar. I due hanno immaginato che potesse incarnare il loro stile di vita, che fonde calma, estro e la giusta determinazione che conduce alla meta. Una cantina compressa tra due linee: Rigore e Fantasia. «I vini della Fantasia sono realizzati con un assemblaggio armonico e accattivante. Cercano di privilegiare i vitigni che li compongono. Ogni bottiglia è caratterizzata da una chiusura in gommalacca rossa. I vini del Rigore sono i nostri cru di proprietà coltivati a Barbaresco e nella collinetta Garibaldi a Costigliole d’Asti. La chiusura più austera è in gommalacca grigia. Un esercizio di tecnica e di stile per i primi. Una vera e propria celebrazione del Nebbiolo e del Grignolino, vitigno in cui credo tantissimo, per il rilancio futuro del Monferrato».

Mura Mura è una cantina che ricorda molto i grandi Château francesi: semplicità apparente, luci perfette per mettere in risalto dettagli e carpirne, a tratti, la contemporaneità integrata alla tradizione enologica con una sala degustazione essenziale. Interessante porre l’attenzione sul luogo che accoglie le botti in ceramica, prodotte dall’ azienda di Vado Ligure, Clayver. Hanno caratteristiche uniche descritte da Guido: «Mi ha colpito molto il materiale che compone le botti. È un grès ceramico naturale: omogeneo e compatto con analogie all’ argilla. Dotate di una struttura microporosa che favorisce lo scambio gassoso con l’esterno del recipiente in quantità limitatissime su scale temporali prolungate».

La tenuta Mura Mura vista dall'alto

La tenuta Mura Mura vista dall'alto

Se Guido è il sognatore, Federico è l’uomo dei conti, nonché promotore di progetti che arricchiscono, in questo caso, il territorio che hanno deciso di valorizzare. Potremmo stare ore a discutere sul vino fatto in vigna e in cantina ma il pensiero di questi imprenditori piemontesi è chiarissimo: le vigne devono essere curate in maniera maniacale secondo principi di sostenibilità.

La cimatura avviene a mano o “cordolando” i germogli intorno al filo più alto, in modo da consentire un maggiore equilibrio tra maturità zuccherina e fenolica. Non meno importante è la “scarzolatura”, il passaggio fondamentale con cui si eliminano tutti i germogli sul ceppo della vite e quelli che si ritengono superflui come le gemme doppie, o quelle rivolte verso il basso in modo da migliorare il flusso linfatico, garantendo maturità aromatica e consistenza delle bucce.

Dieci etichette di cui Nebbiolo declinato in Barbaresco Docg Faset, Serragrilli e Starderi, il  Grignolino d’ Asti Doc Garibaldi, senza scordare la Barbera d’Asti Docg Superiore Miolera, Langhe Doc Nebbiolo Mercuzio, il blend Romeo (dedicato al figlio di Federico, di cui Guido è padrino) e i bianchi con Favorita Bianca, Derthona Doc Beatrice e il Moscato d’Asti passito Ofelia.

Nel 2024 nascerà il loro primo Barolo di Serralunga d’Alba, frutto di un ettaro di proprietà acquistato in passato. Vini che si accomunano per eleganza più che potenza ma serve una nota speciale su Barbaresco Starderi, Romeo e Ofelia. Un nebbiolo che esprime nel calice il terroir in cui nasce: strutturato con una dolcezza e rotondità che ti fa dimenticare il tannino decisamente setoso.

Lo chef Marco Massaia e un particolare di sala del ristorante Radici

Lo chef Marco Massaia e un particolare di sala del ristorante Radici

Particolare del Relais Le Marne

Particolare del Relais Le Marne

Romeo è un blend di 80% Barbera, 15% Nebbiolo, 4% Grignolino e 1% Ruchè, esplosione di frutta rossa e note di verbena sul finale davvero emozionanti come la lieve speziatura. Ofelia è un colpo al cuore per la botrite che rende il Moscato un calice suadente e carico di quella raffinatezza, senza tempo, che abbineresti a tutto pasto.

A pochi metri dalla cantina c’è anche il ristorante Radici, condotto in comproprietà con il giovane Marco Massaia, mancato avvocato e cuoco autodidatta, colto e curioso. Esprime un’idea già convincente e moderna di territorio, con forti inclinazioni vegetali.

Dulcis in fundo, il progetto Mura Mura comprende anche il fiabesco Relais Le Marne, in cui nulla è lasciato al caso. Due residenze che si allineano al concetto di Rigore e Fantasia dei vini con camere molto diverse tra loro, uno spazio dedicato allo sport con palestra e piscina coperta (25 metri, dotata di 3 corsie con vista sulle vigne e aperta tutto l’anno). Un’ospitalità non scontata fatta di eleganza contemporanea, arte, cultura e un ingrediente invisibile che si chiama senso del convivio, espressione del Dna dei proprietari.


In cantina

Storie di uomini, donne e bottiglie che fanno grande la galassia del vino, in Italia e nel mondo

a cura di

Cinzia Benzi

laureata in psicologia, è stata rapita dalla galassia di Identità Golose. Se lo studio del vino è la sua vita, la vocazione di buongustaia è una scoperta in evoluzione

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