27-09-2022
L'etichetta di "Lupo Nero", neonata in casa della Tenuta L'Impostino di Civitella Paganico, Grosseto (foto Manfredo Pinzauti)
Sulle colline del Grossetano, in un territorio luminoso alle pendici del Monte Amiata, si estende l'area geografica vocata alla produzione del Vino Doc Montecucco, denominazione toscana spesso trascurata e lasciata a margine rispetto alle sue sorelle più titolate, ma che racchiude una ricchezza incredibile dal punto di vista paesaggistico e distinta da una preziosa biodiversità. Siamo a Civitella Paganico, nel cuore dell’area di produzione dei vini Montecucco, qui si trova l’azienda biologica Tenuta L’Impostino, una tra le realtà più grandi della zona, che lo scorso settembre, in occasione dei venti anni della sua nascita, ha presentato “Lupo Nero”, una nuova etichetta prodotta in edizione limitata di 5mila bottiglie. Sulle morbide colline dell’alta Maremma, racchiusa tra le province di Grosseto e Siena, l’area del Montecucco conserva testimonianze della coltivazione della vite che risalgono al periodo etrusco che – come è reso evidente da alcuni reperti rinvenuti nella zona di Seggiano e del Potentino - attraversando i secoli sono giunte fino ai giorni nostri. Dalla dominazione romana fino ai secoli successivi - in particolare durante le lottizzazioni feudali – i terreni furono indicati esplicitamente come “concessioni di terre in zone a vocazione viticola”. Ancora nella relazione di Alfonso Ademollo all’inchiesta parlamentare Iacini (1884), si mette in evidenza la qualità dei vini prodotti nella maggior parte delle zone viticole del territorio della provincia di Grosseto. Come da lui stesso affermato: «Le varietà di vite da noi conosciute e coltivate sono molte, poiché si può asserire che tutte le varietà di sì prezioso sarmento, anche le esotiche, vegetano bene nel nostro suolo… Le vigne pure da qualche tempo si sono estese ed hanno migliorato nel proprio prodotto, ma tuttavia anche per questo lato la provincia di Grosseto sarebbe capace di più, poiché la vite cresce benissimo e porge preziosi e squisiti grappoli in ogni parte della provincia, perché non abbiamo veramente né caldi né freddi eccessivi,[…] perché dovunque trovasi terreni leggeri, permeabili, aridi nelle parti elevate, dovute a sabbie, a rocce decomposte, a detriti vulcanici e sassaie. La provincia di Grosseto, per cinque sesti ha terreno adatto alla viticoltura». È all’interno di questo contesto che oggi i vini di Montecucco, ricadenti dal 1998 nell’omonima Doc e dal 2011 nella più specifica Docg dedicata al solo sangiovese, stanno cercando di farsi sempre più strada e chi li intercetta si rende conto delle loro potenzialità. E non a caso, quello con il Montecucco per Patrizia Chiari e Romano Marniga, imprenditori originari di Brescia e proprietari di Tenuta L’impostino, è stato un vero e proprio colpo di fulmine.
Tutti i presenti al debutto della nuova etichetta (foto Alessia Spano)
Pur restando fedeli alla produzione del sangiovese, che ritroviamo protagonista indiscusso in purezza nella loro etichetta “Il Viandante” Sangiovese Riserva Montecucco DOCG o in blend, nelle diverse referenze, il nuovo arrivato cede il passo o meglio lascia spazio al Merlot, varietà che nel panorama vitivinicolo maremmano ha trovato una terra d’elezione.
Le vigne della Tenuta L'Impostino
Storie di uomini, donne e bottiglie che fanno grande la galassia del vino, in Italia e nel mondo
a cura di
napoletana, classe 1978, architetto e sommelier Ais. Fa parte dei Narratori del Gusto e insieme al Centro Studi Assaggiatori di Brescia partecipa a panel di degustazione nel settore enogastronomico. Collaboratrice della rivista L’Assaggio, oltre che di altre testate, è membro delle Donne del Vino