21-07-2021
Il Verdicchio di Villa Bucci, un bianco leggendario
La bella stagione estiva crea spesso occasioni di convivialità invitandoci ad assaggiare nuovi vini o ricercare quell’etichetta che, non importa la vendemmia, resta una garanzia di piacevolezza nel calice. Ogni etichetta svela un vino, un territorio e un produttore. Facciamo un viaggio virtuale, di vino in vino, da Sud a Nord, delle nostra Italia, e, partiamo dalla Sicilia.
Il mondo del vino di oggi è rappresentato da una generazione di donne che, per fortuna, non devono dimostrare nulla, ma semplicemente lavorare e cogliere il frutto dei propri sforzi. E’ il caso delle sorelle Sala dell’azienda Gorghi Tondi a Mazara del Vallo. Una tenuta che nasce all’interno di una riserva naturale protetta dal WWF, in cui hanno trasformato il green pensiero applicandolo in azienda. Ecco un rosato fresco, immediato, fragrante. Un vino carico della solarità di questa regione. Stiamo parlando del Babbìo Rosé, un blend di Frappato, Nero d’ Avola e Nerello Mascalese.
Nel cuore dell’ Italia troviamo Soré, il progetto al femminile delle Cotarella’s, acronimo di “Sorelle” e novità assoluta con il millesimo 2019 che si conferma vincente per il 2020. Un rosato da uve Merlot per il 92% completato da Aleatico. Siamo di fronte a un vino gastronomico a tutto tondo. Colore rosa tenue, una florealità perfettamente equilibrata al naso e all’assaggio. Suggerita una temperatura di servizio a 10°.
Spostandoci nelle Marche c’è Il Verdicchio di Villa Bucci, un bianco leggendario che dal 1983, millesimo dopo millesimo, non delude mai. Un vino a bacca bianca dei Castelli di Jesi coltivato sulle colline di Ostra Vetere, non distanti dal litorale marino, che esprime, con apparente semplicità, la leggiadria di un terroir in perfetto abbinamento con le cucine di tutto il pianeta dimostrando, anno dopo anno, la perfetta interpretazione del paradigma dell’invecchiamento.
Stessa sorte per il Gavi Monterondo di Villa Sparina, in Piemonte. La versione Monterotondo 10 anni 2009 svela un Gavi più maturo, arricchito da note quasi tostate che non invadono le caratteristiche agrumate di questo Cru. Un’edizione limitata in soli 1000 magnum che vale la pena acquistare per un brindisi estivo da ricordare.
Per finire un vino dolce, bassa gradazione alcolica tipica del Moscato d’Asti interpretato da Mongioia alle porte di Santo Stefano Belbo. Riccardo e Maria Bianco con L’Astralis sfidano il tempo. Ecco un vero fuoriclasse di denominazione, partendo dalle origini di produzione con l’antico metodo di filtrazione nei sacchi di juta, dalla vendemmia fino a Pasqua, Bianco ha costruito un macchinario simile a quello storico, ma innovativo e performante, ideale per creare il suo Moscato senza tempo. Un’esplosione di fiori, calendula, rosa gialla, camomilla per poi passare alla mela e pera cotta ben alternate a note di miele, senza mai essere stucchevole. Acidità e freschezza equilibrate e vincenti per un abbinamento con il cibo salato e speziato. Andate oltre alle apparenti facilitazioni di abbinamenti per concordanza e osate di più. L’Astralis con le ostriche o i frutti di mare v’incanterà per il perfetto equilibrio con la sapidità marina.
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