Jorge Martín
Ostrica marinata con musetto di maiale e spinacidi Jordi Vilà
Carlo Mangio I Cerea, Portofino e Belmond: ma che trinomio perfetto al DaV Mare (con il nuovo menu)
Clos du Mesnil 2006, vendemmiato da Krug nel leggendario vigneto di Le Mesnil-sur-Oger tra il 14 e il 16 settembre. In tutto, sono 14.973 bottiglie e 800 formati magnum
Krug ha presentato il Clos du Mesnil 2006, l’ultima annata di un’etichetta che è entrata nell’immaginario collettivo degli amanti dello Champagne come una delle espressioni più strabilianti dello Chardonnay in purezza. Uscito per la prima volta nel 1979, il Clos du Mesnil è una rarità che vede la luce solo in annate eccezionali: il 2006, raccontato a Milano da Olivier Krug in persona presso N’Ombra de Vin e “abbinato” alla musica di Ozark Henry, esalta la nitida purezza di uno dei terroir più raffinati della regione, un unico appezzamento di viti Chardonnay protetto da mura, Clos du Mesnil appunto.
Le caratteristiche dell’annata 2006, tenuto conto del microclima unico di cui gode Clos du Mesnil, hanno generato uno Chardonnay di grande splendore e precisione, che si esprimono grazie alla generosità e all’equilibrio di questo straordinario 2006. Il leggendario vigneto è protetto da mura di pietra sin dal 1698 e si nasconde nel cuore di uno dei paesi più famosi della regione della Champagne per lo Chardonnay, Le Mesnil-sur-Oger. La sua collocazione privilegiata e le piccole dimensioni di appena 1,84 ettari rendono Krug Clos du Mesnil 2006 una perla di rarità assoluta. La vendemmia al Clos du Mesnil, che ha avuto luogo tra il 14 e il 16 settembre, ha fornito, infatti, 14.973 bottiglie e 800 formati magnum (che saranno rilasciati in seguito). Clos du Mesnil 2006 ha riposato oltre 12 anni nelle cantine di Krug.
Il brindisi di Olivier Krug
E alla fine eccolo nei nostri calici: è uno Champagne di sconfinata finezza ed eleganza, costruita cesellando gli aromi agrumati di pompelmo con maniacale precisione, poi folate di fiori, frutta secca e una piacevole nota di pietra focaia. Si conferma un Mesnil, marchio di fabbrica della purezza, anche al palato, fresco, raffinato, con una nota di mandorla iconica, un equilibrio mirabile e impareggiabile tra note saline e gessose, e sul finale il ritorno a un gusto agrumato inimitabile. È un Mesnil, ça va sans dire.
giornalista enogastronomico, direttore responsabile di James Magazine, ama la bellezza, gli Champagne e due colori: il nero e l'azzurro
Storie di uomini, donne e bottiglie che fanno grande la galassia del vino, in Italia e nel mondo