12-06-2019

Di bolla in bolla: buona la prima

Cronaca e assaggi da un evento all'esordio. Più di 90 aziende che si dedicano all'arte delle bollicine raccolte a Novara

Due giornate, 91 aziende, 195 etichette in degustazione e dieci masterclass con un filo conduttore. Le bollicine, naturalmente. Di bolla in bolla ha vissuto la sua prima edizione il mese scorso al Castello Visconteo Sforzesco di Novara, ideale location per dare spazio a un protagonista nobile ed esigente.

Senza “conflitti” territoriali, perché il piano terra è stato dedicato allo spumante metodo classico, il primo piano allo champagne, oltre a uno spazio riservato alle eccellenze gastronomiche. Insomma, Bibiesse ha curato questo evento d’esordio novarese nei particolari, con il patrocinio dell’Associazione italiana Sommelier – sezione di Novara, Atl Novara, Camera di commercio, Club dello Champagne Novara e Comune.

E il weekend è stato premiato dall’assalto dei visitatori: buona la prima con in più un suggerimento per il futuro da parte di diversi espositori: prevedere una tappa il lunedì per poter dare agio ai ristoratori di scoprire con calma il patrimonio a disposizione. 

Il Castello Visconteo Sforzesco di Novara

Il Castello Visconteo Sforzesco di Novara

Si parte dal territorio, si arriva appunto fino in Francia. Anzi, oltre. Per il culto dell’ospitalità,  partiamo proprio da oltre confine. Dallo Champagne Extra Brut di De Barfontarc che rientra tra le etichette di Emozioni oltre il gusto. Un millesimo 2008, che offre 60% di Pinot Noir e 40% Chardonnay e affronta 7 anni sui lieviti in bottiglia. Una promessa di frutta secca che viene mantenuta al palato e vira su una freschezza che si fa sentire con autorevolezza.

Si fa apprezzare  poi da Lepreux-Penet lo champagne Secret de Bulles Brut – Grand Cru, in cui leggermente più marcata è la presenza del Pinot Noir: segno particolare di questa maison la tradizione rigorosamente manuale trasmessa nei secoli che rende ancora più intenso l’incontro con la sua delicatezza e i suoi sentori floreali.

Una sosta speciale è meritata da E. Jamart& C. Con il suo champagne Reserve Brut (70% Pinot Meunier, 30% Chardonnay), con una combinazione di profumi che fa viaggiare instancabilmente tra fiori e frutti estivi.
Se la Francia regna in questo piano, ci si può spingere  più lontano, e osare. Come con Pongracz che porge un Metodo classico champenoise Brut, 24 mesi su lieviti, con l’acidità e il profumo di mele verde in equilibrio. 

Torniamo “in casa” allora. Non può mancare una tappa in Franciacorta, con Castello Bonomi e CruPerdu – Grande Annata 2009. Da questa vigna dimenticata e recuperata esce un vino dal perlage estremamente fine, che non esita ad accompagnare a lungo. Una personalità netta, che passa attraverso un profumo raffinato, tra fiori e note di pane.

Padrone di casa senza ostentazione il Piemonte, che però schiera spumanti come l’Innominabile Metodo classico dosaggio zero Millesimato 2015 di Rovellotti, che coniuga a sua volta eleganza e persistenza. 

Con le etichette, confluiscono le storie, spesso legate alle famiglie. Come nel caso di Scuropasso, cantina del Pavese degustiamo Roccapietra Zero Pas Dosè, 100% Pinot, vendemmia 2011-12, una freschezza che non conosce tentazioni di banalità: specchio di una quarta generazione che entra con vigore e investe nel bio e nell’autonomia delle risorse energetiche.


In cantina

Storie di uomini, donne e bottiglie che fanno grande la galassia del vino, in Italia e nel mondo

a cura di

Marilena Lualdi

responsabile de l'Informazioneonline e giornalista di Frontiera - inserto de La Provincia, scrittrice e blogger, si occupa di economia, natura e umanità: ama i sapori che fanno gustare la terra e le sue storie, nonché – da grande appassionata della Scozia – il mondo del whisky

Consulta tutti gli articoli dell'autore