Un rapido passaggio dalla Franciacorta, per poi immergersi in Sardegna, Sicilia e infine tornare in Piemonte.
Così continua il viaggio tra le donne del vino incontrate al Vinitaly (qui la prima parte), con sempre nuovi progetti, idee innovative, speranze future: la creatività sembra essere sempre più donna.

Francesca Moretti con Giulia Dirindelli
Francesca Moretti, il Franciacorta Bellavista Non dosato e la sua Sardegna
Francesca Moretti è donna del vino, delle bollicine franciacortine, ma anche grande sostenitrice di terre meravigliose come la Sardegna. Se la piazza scaligera è stata occasione di far degustare, in anteprima, la Grande Cuvée Non Dosato Bellavista con un 90% di Pinot Nero e completato con Chardonnay, 36 mesi sui lieviti per un vino sapido, fresco, immediato, Francesca Moretti ha presentato l’intera gamma dei vini Sella e Mosca.
Etichette ideate da Marras per vini “marini”, in particolare Oscarì, Alghero Torbato Spumante Brut Metodo Classico. Afferma Francesca: «Il progetto Marras è motivo di grande orgoglio specie per aver portato la nostra esperienza sulle bollicine in Sardegna con questo Metodo Classico, vestito da Marras, che sta facendo conoscere Sella e Mosca con la sua nuova identità». Una bollicina che esprime tutta la sua mediterraneità.
“Iri da Iri” il nuovo Cru di Gaetana Jacono, lady Cerasuolo
Il Vinitaly 2019 è stato palcoscenico dell’ anteprima di questo Cru di Valle dell’ Acate che Gaetana Jacono, insieme all’enologo Carlo Casavecchia, definisce «la realizzazione del mio sogno nel cassetto. Erano anno che desideravo fare questo Cru, ricercando oltre all’aromaticità anche l’espressione terziaria dei profumi. Su questa strada è nato un Cru di Cerasuolo Classico, dai vigneti più qualitativi dalla terra rosso arancio dell’Altopiano di Biddine Soprano. L’assemblaggio dei vini avviene subito dopo le malolattiche per fare in modo che il prodotto si “fonda” dalle sue due varietà, Nero d’Avola e Frappato, in un unico carattere associato di colore, di profumo e di gusto. Ne segue un appuntamento ben coordinato al passaggio in legno con evoluzione in fusto mai lunga preferendo l’affinamento in bottiglia».
Aggiunge Casavecchia: «La mia lunga esperienza in Sicilia mi ha fatto concentrare sui profumi e colori di questo vino, le speziature e gli aspetti tannici devono essere vellutati e mai prevaricare d’intensità». Un vino prodotto in pochissime bottiglie con un’etichetta che lascerà il segno, genesi dal passo dantesco ove le due iridi s’incrociano, proprio Interbrand ha vestito questo Cru incontro di Nero d’ Avola e Frappato.
Uvalino, un vitigno autoctono riscoperto da Cascina Castlet
Mariuccia Borio da Costigliole d’ Asti è l’anima femminile di Cascina Castlèt e da oltre un trentennio sostiene la ricerca di un raro vitigno piemontese Uvalino da cui nasce il vino Uceline. Mariuccia racconta: «L’Uvalino, vitigno a bacca rossa, ha sempre fatto parte della mia vita. Nel passato quest’ uva veniva fatta appassire e integrato come migliorativo ad altri vini. Nel 1992 impiantai il primo filare e oggi vanto circa un ettaro e mezzo in due vigneti».
Un grande investimento economico, di energia e di credibilità che Mariuccia Boido ha sostenuto e sostiene tutt’ora, una tenacia senza pari per far riconoscere questo vitigno, nel 2002, dalla Gazzetta Ufficiale e mettere in commercio la prima annata nel 2009 con la vendemmia 2006. Uceline 2012 è un rosso muscoloso, ben definito con tannini marcati e al contempo equilibrati, profumi di frutta matura con speziature dolci e persistenti per una gradazione alcolica più verso i 15 gradi. Ne riparleremo presto.