03-08-2018

Lo Champagne Rosé di Madame Clicquot compie 200 anni

Nel 1818 l'intuizione della dama dello Champagne: usare il metodo dell'assemblaggio per creare le sue bollicine rosate

200 anni fa, Madame Clicquot inventò il primo cha

200 anni fa, Madame Clicquot inventò il primo champagne rosé per assemblaggio di cui si abbia notizia

Erano gli inizi del 1800, quando l’acume innovativo della vedova Clicquot creò uno champagne Rosé per assemblaggio: primato assoluto che oggi festeggia 200 anni con un’edizione 2018 all’avanguardia. L’intuizione di Madame Clicquot fu di abbandonare la vecchia tecnica di colorare il vino con bacche rosse di sambuco, per concentrarsi su terroir più appaganti proprio come la regione di Bouzy, nota per essere la culla del Pinot Nero nello Champagne.

La vedova immaginò un vero e proprio assemblaggio di vini per creare il suo personalissimo Rosé. L’ispirazione arrivò nel 1818, un vero passaggio storico che segna il via all’assemblaggio con uve rosse ai suoi vini bianchi fermi con un risultato di uno champagne più forte. Idea rivoluzionaria per l’epoca perché infranse tutte le convenzioni.  

Se il segreto di questa svolta enologica era nell’assemblaggio, anche nel 2018 lo chef de cave, Dominique Demarville, afferma: «Noi di Veuve Clicquot continuiamo a elaborare il nostro Champagne Rosé assemblandolo con il vino rosso proprio come fece Madame Clicquot quando creò questo metodo 200 anni fa. Questo savoir-faire tradizionale ci permette di creare Champagne Rosé ricchi di intensità ed eleganza».  

La selezione di vini rossi e bianchi fermi avviene tra le eccellenze coltivate nei più prestigiosi vigneti della Champagne, per realizzare un vino di carattere, uno champagne che possa esprimere, oggi come allora, lo stile della Maison.  

Veuve Clicquot Rosé è creato con l’utilizzo di 50-60 Cru differenti con il 50-55% di Pinot Noir, il 15-20% di Pinot Meunier e il 28-33% di Chardonnay. L’assemblaggio comprende una percentuale che oscilla dal 30 al 45% di vini di riserva derivanti da più vendemmie, solitamente 5 o 6, tali da preservare l’inconfondibile stile Clicquot.

I vini vecchi sono conservati separatamente a tutela della selezione dei vigneti e delle vendemmie. Per completare l’assemblaggio si utilizza un 12-13% di vino rosso fermo, poi s’imbottiglia e si lascia invecchiare per tre anni nelle cantine prima di essere messo in commercio.

Il colore è rosato con sfumature ramate, al naso un’esplosione di frutti rossi freschi come fragoline di bosco, lampone che si alternano a note mandorlate e biscottate. Un raro equilibrio che mette in risalto l’audacia di questo progetto creativo che pur avendo duecento anni è straordinariamente in ottima forma.

La speciale confezione celebrativa

La speciale confezione celebrativa

Una creatività che la Maison ha voluto esprimere attraverso una confezione singolare composta da una torta di compleanno simbolica: un insieme artistico di barattoli di vernice che si trasformano in un originale secchiello per il ghiaccio con all’interno una bottiglia di Veuve Clicquot Rosé. Inoltre, in occasione del bicentenario, la Maison ha anche creato il nuovo formato Jeroboam (da 3 litri) in edizione limitata. 


In cantina

Storie di uomini, donne e bottiglie che fanno grande la galassia del vino, in Italia e nel mondo

a cura di

Cinzia Benzi

laureata in psicologia, è stata rapita dalla galassia di Identità Golose. Se lo studio del vino è la sua vita, la vocazione di buongustaia è una scoperta in evoluzione

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