20-12-2021

Mangiare nel castello: la splendida Rocca di Arignano con i piatti di Ugo Alciati (e di Fabio Sgrò)

A pochi km da Torino, un meritorio progetto di recupero di un maniero d'eccellenza. Con un plus: la cucina è affidata a uno dei maggiori chef piemontesi, che si avvale per l'occasione di un giovane talento... I nostri (interessantissimi) assaggi

La Rocca di Arignano, 23 chilometri a Est da Tori

La Rocca di Arignano, 23 chilometri a Est da Torino, su una collina a Nord-Ovest del Monferrato. Oggi è luogo d'ospitalità di gran classe, grazie al progetto di recupero voluto da Luca Veronelli ed Elsa Panini. Che hanno affidato la cucina a un giovane talento, quello di Fabio Sgrò, sotto la supervisione di un maestro come Ugo Alciati

C'è intanto una cosa, da dire, che poi è la più importante: il progetto di recupero dell'antica e fascinosa Rocca di Arignano - siamo in un paese di un migliaio di abitanti che fa parte della città metropolitana di Torino, circa 23 chilometri a Est dal capoluogo, su una collina a Nord-Ovest del Monferrato - è opera meritoria, di grande sostanza. L'impressione generale è che i promotori dell'iniziativa (che nasce nell'ambito squisitamente privato e imprenditoriale, e fatta salva la ragionevole scommessa sulla potenzialità anche economica dell'investimento) siano stati animati soprattutto da un sincero amore per il Bello, da una genuina disposizione a salvare e valorizzare una parte, pur periferica e "minore", del grande patrimonio culturale e storico del quale è immensamente ricca l'Italia.

La Rocca di Arignano sullo sfondo

La Rocca di Arignano sullo sfondo

Un immenso plauso, dunque, a Luca Veronelli ed Elsa Panini. Coppia nella vita (lui classe 1966, proveniente da una famiglia d'imprenditori, consulente aziendale, appassionato di giornalismo e di teatro. Lei a sua volta proveniente da una famiglia di imprenditori, biologa per formazione e cuoca per passione), si sono sobbarcati sei anni di restauro intensi e complicati, sotto lo sguardo attento della Soprintendenza Archeologica, data la natura storica dell’opera, e con l'aiuto dell'architetto Massimo Raschiatore: la rocca - struttura che si sviluppa su tre livelli di edificazione, uno del 1000, uno del 1200 e uno del 1300, epoca in cui è stato eretto il corpo di fabbrica centrale, interno rispetto ai bastioni, quello dove attualmente si trovano tutti gli ambienti abitati, che all'epoca però non fu mai ultimato - era ridotta davvero ai minimi termini, un'eredità quasi dispersa, prima del loro intervento.

 

«A differenza di tutti gli altri edifici medievali che troviamo in Piemonte, la Rocca è rimasta dormiente dal 1400. In questo è uno dei più rari esempi di architettura medievale incontaminata dal passaggio dei secoli»  

Luca Veronelli ed Elsa Panini (con figli e cane)

Luca Veronelli ed Elsa Panini (con figli e cane)

La torre della rocca

La torre della rocca

Ora invece è un vero gioiello, vocato innanzitutto all'ospitalità, con camere dove accomodarsi in un abbraccio col passato, dove riposare in ambienti che non hanno avuto ospiti per secoli, tra mattoni che rivestono le generose altezze, materiali di recupero, vecchie ceramiche, legno, velluti, portoni borchiati che sanno di storia, ferro grezzo, lana cotta e lino dei tessuti (si può anche godere di un panorama che lascia senza fiato, fatto di dolci colline, di borghi e di natura). Ci sono anche un’area benessere dedicata, un percorso sensoriale e un’opera d’arte dell’illustre scultore Arnaldo Pomodoro, "Soglia: a Eduardo Chillida".

Tutto bellissimo. Ma dato che siamo Identità Golose, non avremmo una ragione per parlarne se oltre a tutto questo non ci fosse anche un'identità gastronomica di eccellenza. Ma c'è, per fortuna: Veronelli-Panini hanno affidato la gestione del ristorante interno alla Rocca - inaugurazione l'inizio di giugno scorso, siamo insomma agli inizi - a un big, quale è indubitabilmente Ugo Alciati. E questi ha accettato la scommessa: firma dunque come consulente il menu della Locanda della Rocca, ossia l'insegna attorno alla quale gravitano gli appetiti di ospiti interni e gourmet esterni, proponendo una cucina davvero notevole.

Fabio Sgrò e Ugo Ulciati

Fabio Sgrò e Ugo Ulciati

Lo fa, essendosi affidato per la gestione quotidiana a una toque di indubbio talento: si tratta di Fabio Sgrò, classe 1985 da Santo Stefano Roero (Cuneo), giovane che pure non aveva mai lavorato con Alciati, ma si è conquistato la sua fiducia anche perché forte di un curriculum di tutto rispetto: diploma alla Scuola Alberghiera di Barolo, poi una collezione di esperienze in alcuni dei più importanti ristoranti soprattutto (ma non solo) del Piemonte, come la Locanda del Borgo Antico di Massimo Camia, l'Enoteca di Canale di Davide Palluda, il Marcelin come sous chef nel 2005, la Locanda del Pilone di Alba, persino L'Albereta di Gualtiero Marchesi, prima di tornare nel 2011 al Marcelin in veste di executive chef, poi andare in Asia con Umberto Bombana... Una specie di enfant prodige maturato senza grilli per la testa. Dunque fermo sul pezzo; affidabile; in grado - in sostanza - di andare al punto. Con Ugo propone una cucina di qualità, legata al territorio ma consapevole. Quindi pienamente contemporanea; capace di valorizzare il prodotto; inclusiva quanto basta, ma nello stesso tempo capace di proporre variazione d'autore; tecnica senza tecnicismi, ossia efficace, nel contesto nella quale di trova. In due parole: davvero convincente.

La sala ristorante

La sala ristorante

In tre lavorano in cucina, va loro dato merito, ma parte della soddisfazione per il cliente è appannaggio del sommelier-maître Mattia Di Maggio, classe 1990 da Cocconato (Asti). In sostanza: non sappiamo gli sviluppi futuri, chissà... Ma alla Rocca di Arignano sciorinano una tavola che è come quella che vorremmo sempre fosse in un'iniziativa come questa. Rischia di essere, al limite, un po' avanti coi tempi, persino troppo avanzata per il pubblico potenziale. Come sempre: la pazienza saprà essere amica, il terreno è stato reso davvero fertile.

E ora la nostra cena, nelle foto di Tanio Liotta.

Insalatina di pomodori

Insalatina di pomodori

Cipolla piattina di Andezeno con ravanelli, brassicacee affumicate, burro ai fiori e cialda di pane. Eccellente dolce/amaro

Cipolla piattina di Andezeno con ravanelli, brassicacee affumicate, burro ai fiori e cialda di pane. Eccellente dolce/amaro

Molto buone e golose anche le Chiocciole di Cherasco con crema di patate allo zafferano, tarassaco, biete, barbabietola

Molto buone e golose anche le Chiocciole di Cherasco con crema di patate allo zafferano, tarassaco, biete, barbabietola

Di nuovo notevole la Tinca di Ceresole con brodo di betulla, cipolla cotta, vitello secco, barbabietola, cetriolo, nasturzio. Il vitello è stagionato e asciugato in frigo con olio e miele

Di nuovo notevole la Tinca di Ceresole con brodo di betulla, cipolla cotta, vitello secco, barbabietola, cetriolo, nasturzio. Il vitello è stagionato e asciugato in frigo con olio e miele

Agnolotti ripieni di faraona arrosto con fondo al Marsala

Agnolotti ripieni di faraona arrosto con fondo al Marsala

Tagliolini, salsa al midollo, aglio nero, polvere di koji

Tagliolini, salsa al midollo, aglio nero, polvere di koji

Quaglia scottata, limone e zenzero, cipolle e latte, verdure del nostro orto

Quaglia scottata, limone e zenzero, cipolle e latte, verdure del nostro orto

Anguilla arrosto con salsa agrodolce di pere e verdure del nostro orto (fave, piselli, carote, le loro foglie). L'anguilla è quella Cascina Italia di Giacomo Mosso, a Ceresole d'Alba (Cuneo). C'è anche un chutney di mele

Anguilla arrosto con salsa agrodolce di pere e verdure del nostro orto (fave, piselli, carote, le loro foglie). L'anguilla è quella Cascina Italia di Giacomo Mosso, a Ceresole d'Alba (Cuneo). C'è anche un chutney di mele

Albicocca Melba, coulis di lamponi, mandorle

Albicocca Melba, coulis di lamponi, mandorle

Biancomangiare, frutta sabbiata

Biancomangiare, frutta sabbiata

Rocca di Arignano
via Gino Lisa 16, Arignano (Torino)
Tel. +39 011 4031511
roccadiarignano.it
chiuso il lunedì
menu degustazione a 54 euro


Carlo Mangio

Gita fuoriporta o viaggio dall'altra parte del mondo?
La meta è comunque golosa, per Carlo Passera

a cura di

Carlo Passera

classe 1974, milanese orgoglioso di esserlo, giornalista professionista dal 1999, ossia un millennio fa, si è a lungo occupato di politica e nel tempo libero di cibo. Ora fa l'opposto ed è assai contento così. Appena può, si butta su viaggi e buona tavola. Coordinatore della redazione di identitagolose.it e curatore della Guida di Identità Golose alle Pizzerie e Cocktail Bar d'autore. Instagram: carlopassera

Consulta tutti gli articoli dell'autore