Disfrutar è l’immortalità del bullismo (inteso come elBulli). E’ la prova che l’avanguardia spagnola, per molti versi un ricordo del passato, può trovare incarnazioni poderose anche nella piena contemporaneità. In un mondo della cucina che sta battendo una certa strada – minimalismo, il prodotto è principe, la tecnica nascosta – Disfrutar va controcorrente: non nel senso che la materia prima vi sia trascurata, anzi la ricerca è attentissima, il palato non mente. Né che lo show prevalga sul sapore: ogni piatto è un armonico sviluppo di aromi, consistenze, temperature; raramente, in una meravigliosa degustazione di 32 portate - portatine, ok - si va sotto la perfezione. La diversità (che abbaglia, sorprende, ammalia) sta in questo: che qui ogni piatto risulta così sorprendente e giocoso, dal punto di vista estetico e tecnico, da far ombra a ogni altra componente. Le papille ci raccontano che Disfrutar è un grandissimo ristorante, a livello mondiale; gli altri sensi ci dicono che per molti versi è persino unico.

Eduard Xatruch, Mateu Casañas e Oriol Castro

La cucina vista dalla sala

Disfrutar premiato ai 50Best 2017. Eduard Xatruch è il secondo sulla sinistra, accanto a lui Jordi Roca, Andoni Aduriz, Elena Arzak, Joan Roca, Albert Adrià, Eneko Atxa, insomma il meglio della cucina spagnola
Uno e trino, peraltro. Gli chef sono infatti tre,
Eduard Xatruch, Oriol Castro e
Mateu Casañas (proprietari e gestori anche di
Compartir, a Cadaqués, aperto nell’aprile 2012. Leggi:
Il ristorante delle condivisioni).
Bulliniani, ovviamente (leggi:
Quelli che... erano con Ferran Adrià): non solo hanno lavorato per più di 16 anni al mitico indirizzo di Cala Montjoi, ma dal 1998 hanno fatto parte del team creativo, con
Ferran e
Albert Adrià. Hanno peraltro continuato a collaborare con questi ultimi anche dopo la chiusura de
elBulli, nel luglio 2011, contribuendo fino al novembre 2014 alla concettualizzazione della
Bullipedia (leggi:
Andare a cena con Ferran Adrià). Un mese più tardi hanno invece deciso di partire con
Disfrutar, che quindi è prossimo a compiere i tre anni di vita intensa e celebratissima:
Miglior nuovo ristorante europeo 2016 per
Opinionated About Dining (primeggiando su altri otto finalisti, tra i quali tre locali italiani, anzi lombardi:
Lido 84 a Gardone Riviera,
Seta e
Tokuyoshi a Milano), stella Michelin lo stesso anno,
Breakthrough Restaurant (ossia ristorante rivelazione) per la
50Best 2017, che li ha collocati al 55° posto assoluto.

Sulla destra, la cucina; in mezzo, la sala; in fondo, il giardino d'inverno
Una messe di allori che: 1) non ha cambiato l’atteggiamento dei tre, hanno sempre l’aria di chi lavora sodo, con grande umiltà ed estrema serietà.
Casañas, poi, si vede pochissimo; 2) non rende affatto troppo patinata l’atmosfera del locale, che anzi mantiene una freschezza quasi da bistronomia d’autore, in linea con una scelta di fondo che vuole vedere qui il commensale rilassato, felice, curioso. “
Disfrutar” in spagnolo significa appunto “provare godimento, piacere, allegria”; è l’inglese
enjoy, il nostro “godere” non esprime appieno il concetto. Ma ci siamo capiti.

Foto ricordo della brigata del Disfrutar ai tempi della prima stella Michelin, nel 2016
Proprio perché, come detto, il ristorante si avvia a festeggiare i tre anni, è stato introdotto un nuovo menu, stellare. Prima era possibile scegliere una degustazione
Classic e una
Festival, con i
signature da una parte e le nuove creazioni dall’altra; in entrambi i casi potendo optare sia per una versione
short che per una più ampia. Ora è stato introdotto anche il menu
Disfrutar, che comprende il meglio dei precedenti più tre piatti esclusivi. Ovviamente abbiamo optato per quest’ultimo.
Ma prima ancora di incontrare le loro prelibatezze in carrer de Villarroel 163, a Barcellona, avevamo incrociato
Xatruch e
Castro a
Gastronomika 2017. Hanno espresso idee molto interessanti, come quella in base al quale, pur in un ristorante in cui la tecnica è protagonista, «partiamo sempre e solo dal prodotto, poi gli applichiamo i nostri concetti». Così ad esempio per le noci verdi, ossia quelle ancora “acerbe” con il mallo e il guscio così tenero che si può perforare con un grosso ago: «Noi le utilizziamo da sempre, ma quest’anno la riflessione ha portato a risultati particolarmente importanti». Partono da un assunto, al
Disfrutar: «Così come è pacifico per tutti che vi siano molte tipologie di pomodoro, così è anche per le noci». Loro le colgono tra giugno e luglio e le lavorano, perché di base sarebbero non commestibili, troppo amare e astringenti.
Recuperano anche un’antica tradizione italiana (veneta in particolare, ma non solo), che prevede di cogliere le noci a San Giovanni, il 23 giugno, quando sono ancora verdi, e quindi di candirle, dopo averle bucate con un ago e messe in acqua (con un po’ di ratafià) a perdere l’amaro e a fermentare. Il risultato diventa un componente di un piatto a-tutte-noci, in diverse consistenze e lavorazioni.

Xatruch con Albert Adrià e Joan Roca al mercato di Barcellona
Oppure utilizzano le uova di salmone come se fossero di gallina: le frullano e utilizzano questa “crema d’uovo” per realizzare una salsa bernese, per il resto classica, che condisce le costolette del salmone stesso, con biscocho di alga Codium. La testa del salmone viene invece completamente smontata fino a separarne il profilo cartilagineo del muso, dalla textura gelatinosa. E così via.
Ultima annotazione: gli appunti che vedete qui sopra si riferiscono alla nostra cena al
Disfrutar, che raccontiamo più diffusamente nella fotogallery. Chi scrive è solito annotare i piatti e segnare un asterisco (quello sgorbio che vedete alla sinistra sul taccuino) accanto a quelli che ritiene memorabili. L’esito è stato questo: un susseguirsi di asterischi.
Disfrutar è una festa per il palato e per la mente.
«Juli Soler e Ferrán Adriá ci hanno insegnato a non accontentarci mai, se esci con un piatto che ha un ottimo riscontro, immediatamente devi superarti con qualcosa di diverso. La nostra cucina, tanto qui come da Compartir, è anticonformista. Perché? Perché ci piace cucinare e pertanto evolvere» (Eduard Xatruch e Oriol Castro, Mateu Casañas)
«La tradizione ti libera. E' un’eredità che ti dà energia, forza e ispirazione per fare modernità. Se non hai un passato non puoi avanzare. La tradizione è in costante evoluzione ed in sé è già libera» (Eduard Xatruch, Oriol Castro, Mateu Casañas)
«Con loro rivive l’anima del Bulli, quando il Bulli non c’è più» (Philippe Regol)
LEGGI ANCHE: Disfrutar: brillare di luce propria, di Angela Barusi