06-12-2020
Lorenzo Sandano, romano, classe 1991
«Non avevo neanche 17 anni quando ho scoperto la mia passione per la cucina e per il cibo: una pulsione che inizialmente non riuscivo nemmeno a spiegarmi»: è così che Lorenzo Sandano ci racconta l'inzio di un percorso personale, e anche professionale, che oggi lo porta a 29 anni a pubblicare il suo primo libro, "100 piatti da assaggiare una volta nella vita", edito da Bur - Rizzoli (287 pagg., 20 euro). La sua firma in questi anni è divenuta nota a molti, addetti ai lavori e non, e talvolta l'avete anche trovata sulle pagine di Identità Golose e della sua Guida.
Barcellona, in particolare, fu teatro di quella illuminazione: «La mia prima vacanza senza genitori, con l'amico del cuore. Una di quelle situazioni in cui viene naturale essere curiosi e un po' intraprendenti: la capitale catalana già allora era vivacissima gastronomicamente e altrettanto abbordabile anche per dei ragazzi. Scoprii un sacco di cose e rientrato in Italia continuai a sentire quel bisogno e quella curiosità, che da allora non mi ha più abbandonato». Seguirono tanti assaggi e molta ricerca: «Nonostante i miei amici non capissero questa passione, fino ad allora era stata la musica a guidare i miei istinti, non potevo che assecondarla. In molti ristoranti mi sentivo in soggezione, un ragazzetto smilzo senza gli abiti adatti a certe formalità: ma ho incontrato persone che mi hanno incoraggiato, aiutato».
Sandano e Mauro Uliassi (foto di Andrea Moretti)
E poi c'è un certo Mauro Uliassi, uno con tre stelle sulla giacca, ma soprattutto dotato di un mix di saggezza e intuito che gli permette di andare oltre le apparenze: «La prima volta che andai a mangiare da Uliassi ci trascinai mamma e papà, nessuno voleva accompagnarmi. E dopo un menu da oltre 20 portate, dato che ci ho sempre dato dentro, lo chef mi guardò e mi chiese da dove fossi uscito io, come fossi arrivato lì. Mi portò a fare un giro in cucina e gli raccontai di questa passione che sentivo. Lui non sapeva nulla di me, ma mi guardò e mi disse che dovevo crederci, seguire la strada che avevo scelto».
Così il volume si divide in quattro parti: Roots Radicals (i primi assaggi), Il cielo su Roma (scorribande capitoline), The passenger (a zonzo per l'Italia), Around the world. I più attenti avranno colto i riferimenti musicali già nei titoli delle sezioni, ciascuna contiene 25 piatti e quindi 25 canzoni abbinate, scelte più di cuore e di pancia che con il bilancino di precisione: «Accostare musica e cucina può risultare un esercizio velleitario: ho cercato la chiave giusta e sicuramente l'istinto mi ha guidato in molte occasioni, ma ho anche seguito qualche criterio. A volte ci sono brani suggeriti dall'atmosfera del momento, canzoni che sono diventate per un motivo o per un altro colonna sonora di quell'esperienza. Poi ci sono canzoni che a mio parere raccontano qualcosa del profilo e dell'identità di un cuoco; altre canzoni ancora che mi sono state suggerite specificamente dalla degustazione, e infine brani che invece hanno avuto più a che fare con il lato estetico di un piatto».
Sandano con l'amico Alberto Blasetti, che firma le foto del libro
Tagliatelle al ragù di Massimo Bottura (foto di Alberto Blasetti)
Pubblicazioni e novità editoriali del pianeta gola
di
Giornalista milanese. A 8 anni gli hanno regalato un disco di Springsteen e non si è più ripreso. Musica e gastronomia sono le sue passioni. Fa parte della redazione di Identità Golose dal 2014, dal 1997 è voce di Radio Popolare Instagram: @NiccoloVecchia
Uno dei piatti che abbiamo gustato all'Enoteca La Torre di Roma, due stelle Michelin, chef Domenico Stile
Vincenzo Mancino, patron di Taste'accio e DOL - Di Origine Laziale a Roma - Ph. credits Andrea Di Lorenzo