20-05-2013
Una singolare immagine dei due re della carbonara a Roma, sorpresi dietro la porta delle cucine all'ultimo piano di Eataly Roma all'Ostiense. A sinistra Alessandro Roscioli, che ha proposto la sua versione, definita ruvida, assieme con il suo cuoco Hadj Hassen Nabil. A destra Luciano Monosilio, chef di Pipero al Rex con una carbonara più elegante. Non solo loro però ieri, terza e ultima giornata del Roma food&wine festival. All'ultimo piano di Eataly hanno cucinato anche Fabrizio Ferrari de Al Porticciolo 84 di Lecco, Alice Delcourt dell'Erba Brusca di Milano, Cristina Bowerman di Glass Hostaria a Roma, Christian e Manuel Costardi di Cinzia a Vercelli e Gennaro Esposito della Torre del Saracino di Vico Equense in provincia di Napoli
In Italia il livello degli chef sarà certamente basso (ironico per favore) e, conseguenza logica, “s’è smesso da tempo di mangiar bene” come ha dichiarato Ilaria Carla Anna Borletti Dell’Acqua in Buitoni, 58enne sottosegretario ai Beni Culturali, in una intervista a Panorama che sta facendo scalpore. E’ un’entrata a piedi uniti, di quelle che nel calcio vengono sanzionate con il cartellino rosso. Non c’è stato infatti un altro momento, come quello che stiamo vivendo, che abbia visto la nostra cucina e la nostra creatività, i nostri prodotti e i nostri cuochi in gran spolvero ovunque nel pianeta.
Io sono arcisicuro, e lo leggiamo spesso, che se chiediamo a chi viene da noi il perché della scelta, tre motivi, uno è invariabilmente “perché si mangia bene”. Poi è scontato che tutti scelgano in base ai loro gusti e alle loro possibilità, ed è infinitamente più facile che siano affollate pizzerie, trattorie e trappole per turisti, che gli indirizzi stellati, ma questo avviene ovunque a meno di non credere che i capi di alta moda siano più venduti del prêt-à-porter e le fuoriserie delle utilitarie.
La Carbonara Rice dei fratelli Christian e Manuel Costardi
Speriamo che il coro di critiche che il sottosegretario sta ricevendo lo spingano a interrogarsi su un mondo che, nonostante il cognome che porta, conosce poco.
I tempi cambiano, bisogna aggiornarsi e la tre giorni del Roma food&wine festival, all’ultimo piano di Eataly Roma, testimonia la varietà di cucine e di idee che rendono buona e viva la ristorazione italiana. Esattamente come la giornata del 28 aprile da Harrods a Londra la febbre verde bianca e rossa degli inglesi. E il nostro governo a dire di no, che in Italia si mangia male.
Ieri tre chef a pranzo e altrettanti la sera, mentre allo stand Grana Padano si poteva sbocconcellare il grana invecchiato 16 mesi oppure la riserva di 24.
All’una ecco il Pollo al peperone di Cristina Bowerman, piatto che non può mancare sulla tavola dei romani il giorno di Ferragosto, il Riso alla carbonara dei fratelli Costardi, Christian e Manuel, servito in un barattolo da pomodori pelati, e il Cous Cous alle primizie primaverili di Alice Delcourt, vincitrice delle due ultime edizioni del Cous Cous Fest a San Vito Lo Capo.
Troppo curiose e simpatiche Cristina Bowerman e Alice Delcourt
Roma food&wine festival, siamo partiti, cureremo ancora di più i dettagli, i nodi, le soddisfazioni. Obiettivo: crescere bene.
Gli appuntamenti da non perdere e tutto ciò che è attuale nel pianeta gola
a cura di
nato a Milano nel marzo 1955, al Giornale per 31 anni dividendosi tra sport e gastronomia, è ideatore e curatore dal 2004 di Identità Golose. blog www.paolomarchi.it instagram instagram.com/oloapmarchi