19 agosto 1991: con un colpo di stato, Mikhail Gorbachev viene cacciato dal ponte di comando dell’Unione Sovietica.
20 agosto 1991: dopo la Lituania (11 marzo 1990) anche l’Estonia dichiara l’indipendenza, contribuendo alla dispersione della galassia Urss.
Vent’anni esatti dopo, la piccola repubblica baltica - ha le dimensioni dell'Olanda e un decimo dei suoi abitanti, circa 1 milione e 400mila - è un Paese vibrante con l’euro nel portafoglio da gennaio 2011, in crescita economica verticale appena frenata dalla recessione dell’ultimo triennio (nulla in confronto alla caduta libera di tanti altri tasselli Ue). È la forza di una realtà giovane, liberata da oltre mezzo secolo di angherie estranee alla propria identità: storicamente e culturalmente, la più settentrionale delle cosiddette tre Repubbliche Baltiche ha in realtà molto più a che spartire con i paesi scandinavi e con la Germania che non con Russia, Lettonia o Lituania.
Le ragioni sono geografiche e linguistiche: storicamente, escluso l'orientamento mono-direzionale della seconda metà del Novecento, oggi si negozia più con gli svedesi dell’isola di Gotland che non coi commercianti di San Pietroburgo. E poi l’idioma appartiene al ceppo ugro-finnico: un estone ha grande difficoltà a dialogare con un lettone ma può intendersi con un finlandese esattamente come noi ci facciamo capire dai cugini spagnoli. Oltretutto, Helsinki è ad appena due ore di traghetto da Tallinn, capitale dell’Estonia a sua volta facilmente raggiungibile dall'Italia con la compagnia Air Baltic: da Milano o Roma ce la si può cavare a/r con circa 200 euro (più i sorrisi cortesi del personale di bordo, sempre più spenti sui volti «t'ho detto che devi sederti» degli staff Alitalia).

Tale la brezza estiva, che Tallinn fu scelta come base delle competizioni marittime alle Olimpiadi di Mosca del 1980. Oggi lo sbocco al mare della città non è più affare sovietico (foto Allan Alajaan)
Tolto qualche casermone, sparute case di campagna coi tetti in eternit e una piccola comunità russa che, dopo la cancellazione della
Cortina di Ferro, proprio non ne ha voluto sapere di rientrare nei confini russi, il passato è dimenticato. La stessa splendida cittadella medioevale di
Tallinn, mortificata da pesanti bombardamenti, ha rispolverato gli antichi fasti, forte di un senso di ospitalità e di un’efficienza nei servizi che sotto le Alpi non vediamo più nemmeno al microscopio: gentilezze a tutto spiano, wireless gratis praticamente ovunque e, come abbiamo già visto nei casi di
Polonia e
Slovenia, una verve gastronomica straripante, fisiologica reazione a decenni di ingredienti negati come cioccolato, vino o anche solo il latte.
È così che, tolta qualche inevitabile punta naïf, la ristorazione media cresce ogni anno di più. E spuntano cuochi ambiziosi come
Peeter Pihel, chef del ristorante
Alexandre del
Pädaste Manor, resort sull'isola estone di Muhu, bravissimo a imbastire tecniche contemporanee su ingredienti inediti, interpretazioni personali delle fascinazioni che arrivano dalla non lontana Copenhagen. Ci torneremeo presto. Intanto appuntatevi gli indirizzi che trovate qui sotto, nelle "dida" del nostro fotoracconto.