28-01-2019
Riccardo Camanini a Madrid Fusión
Riccardo Camanini è diverso. «Quando mi avete invitato su questo palco, mi è venuta la pelle d’oca» spiega alla platea di Madrid Fusión, oggi primo dei tre giorni del congresso spagnolo numero 17, edizione d’esordio nel 2003, l’anno dopo lo chef ospite Carlo Cracco e il giornalista Paolo Marchi avrebbero avuto l’idea di creare qualcosa del genere anche in Italia, a Milano, e Identità sarebbe in effetti nata l’inverno successivo.
Ma non divaghiamo: Riccardo Camanini è diverso, dicevamo. «Ricordo quando, 20, 25 anni fa, rimanevo incantato da quel processo rinascimentale in atto nella cucina iberica… Voi siete i padroni delle tecniche. Quindi mi sono chiesto: che cosa posso andare a dir loro? Cosa posso raccontare a Madrid?». La risposta è stata: qualcosa di fortemente identitario, la pasta, «forse così riuscirò a interpretare insieme me stesso e il prodotto». Prima dello chef del Lido 84 erano saliti sul palco Ricard Camarena, che aveva raccontato alcuni piatti di straordinaria esecuzione, e quelli del Disfrutar, come sempre all’avanguardia, sensazionale la realizzazione dei loro falsi formaggi. In entrambi i casi, lezioni dal grande impatto visuale, capaci di scatenare gli scatti delle foodblogger.
In pratica, il nostro chef ha proposto tre piatti di pasta, teoricamente i più banali che ci possano essere: Spaghetti al pomodoro, Risoni in brodo, Fusilli in bianco. Le successive spiegazioni hanno chiarito che Camanini non era impazzito: si tratta infatti di versioni “speciali”.
Del primo caso vi abbiamo in realtà già parlato a lungo e in anteprima: si tratta dello Spaghettino unto in rosso coi quali si propone un’operazione di recupero della memoria gustativa. Ma altro non aggiungiamo, trovate tutto qui: Lo spaghettino unto in rosso di Riccardo Camanini (e altre sue delizie).
Spaghettino unto in rosso
«Qualche settimana fa, era il giorno di chiusura del Lido 84, passo comunque al ristorante. Dovevo, tra le altre cose, cambiare l’acqua ai ceci che avevamo messo in ammollo, a freddo. Vedo però che il liquido ha preso un bel colore ambrato, ci penso, mi scatta qualcosa e decido di tenerlo. Il giorno dopo, anzi, lo faccio ridurre per otto ore, da un litro ne viene fuori pochissimo, quasi una lavorazione improponibile».
L'acqua dei ceci ristretta, prende un gusto insospettabile...
Così la pasta in brodo è presto fatta: si cuociono i risoni come al solito, e poi s’aggiunge questa sorta di pozione magica, d’incredibile potenza gustativa e finezza.
Risoni in brodo sullo schermo del congresso
Camanini forza i processi di gelatinizzazione e retrogradazione della pasta. «Prendo dei fusilli, li cuocio in forno a vapore a 80° per 12 ore, alternando soluzioni saline spruzzate per equilibrare il punto di sale. Poi li metto in frigo a 3° per altre 12 ore», e così per una settimana. In pratica, cuoce la pasta in forno a vapore per 84 ore, raffreddandola poi per altrettante.
Fusilli in bianco
Recensioni, segnalazioni e tendenze dai quattro angoli del pianeta, firmate da tutti gli autori legati a Identità Golose
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classe 1974, milanese orgoglioso di esserlo, giornalista professionista dal 1999, ossia un millennio fa, si è a lungo occupato di politica e nel tempo libero di cibo. Ora fa l'opposto ed è assai contento così. Appena può, si butta su viaggi e buona tavola. Coordinatore della redazione di identitagolose.it e curatore della Guida di Identità Golose alle Pizzerie e Cocktail Bar d'autore. Instagram: carlopassera
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