25-09-2021
Iginio Massari sul palco dell'auditorium di Identità Milano 2021 (tutte le fotosono di Brambilla/Serrani)
«Passione per la pasticceria? No, io amo il mio lavoro. È diverso. La passione brucia in fretta». Va diritto al punto Iginio Massari, il maestro della pasticceria italiana, che ha portato sul palco dell’auditorium di Identità Milano la sua esperienza, intervistato da Carlo Passera.
«Mi chiedete se sono una persona severa, come si vede in televisione, ma non è sempre così… La vita mi ha insegnato molte cose: a essere moderato quando serve, irruento quando serve, e non risparmiare complimenti “violenti” a chi lo merita».
Massari poi parla a 360 gradi del mondo del lavoro applicato alla pasticceria: «Il talento è come il denaro, chi ce l’ha, non lo sa di possedere. E questo l’ho notato in molti professionisti. I ricchi hanno la paura di diventare sempre poveri… Io non ho mai rincorso il denaro, ma ho rincorso il lavoro, perché amo il mio lavoro. Non è la passione, la passione brucia in fretta. Il mestiere è la ricchezza più grande, che rimane e dà sicurezza, mentre il denaro va e viene. Io sono un artigiano, deciderò io quando smettere».
Carlo Passera intervista Iginio Massari
«Oggi – prosegue – l’azienda ha 150 soci, con la mia famiglia, i miei figli, i soci Nicholas Gancikoff Carrega ed Ermanno Gnutti. A novembre apriremo un negozio a Firenze, e l’anno prossimo ne inaugureremo altri».
«Orgoglioso di quello che faccio? Quello che riesco a fare discretamente bene è trasmettere il mio pensiero agli altri, e loro lo devono interpretare nel modo corretto. Ora nel centro da 3.000 metri quadri, ci sono professionisti molto preparati, alcuni che ne sanno anche più del sottoscritto. Se sei un buon maestro, l’allievo ti deve superare. Ci sono parecchi allievi che hanno fatto un grande successo, e si sono posizionati in vetta».
Massari e l'analisi sul mondo del lavoro: «Con il Covid le vendite online sono aumentate del 19.000%»
Sul futuro della pasticceria, Massari è comunque positivo: «Fino a una ventina di anni fa eravamo tutti ammalati di francesismo acuto e una malattia cronica per i giapponesi, adesso è diminuita, le nuove generazioni hanno più responsabilità e coscienza di quello che fanno».
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giornalista de La Provincia di Como, sommelier e appassionato di birra artigianale. Crede che ogni bicchiere di vino possa contenere una storia da raccontare. Fa parte della redazione vino di Identità Golose
Antoine Roland-Billecart con Gil Grigliatti di Velier e Francesca Barberini. Tutte le foto sono di Brambilla-Serrani