15-10-2021
Josep Roca e Alessandro Tomberli hanno partecipato alla sedicesima edizione di Identità Milano, nella sezione di Identità di Sala: qui nella foto di rito con il moderatore Federico De Cesare Viola (tutte le foto a cura di Brambilla Serrani)
Quando si parla di lavoro, soprattutto in un ambito come quello della ristorazione, si dovrebbe parlare soprattutto di "Capitale Umano": perché il lavoro non è una cosa astratta, è fatto da uomini e donne: come motivare la propria squadra, come selezionare la propria squadra, come formare la propria squadra, come rendere sostenibile e bello tanto il lavoro quanto la vita personale della propria squadra, come svilupparne il potenziale, come fare in modo che ottenga una giusta retribuzione e come motivarla, come permettere ad ogni componente di sviluppare le proprie attitudini, come riuscire a lavorare in un ambiente sano e collaborativo per far star bene la squadra, condizione necessaria per far star bene chi viene al tuo ristorante…
Sono i temi che hanno attraversato tutte le lezioni della sedicesima edizione di Identità Milano, dedicata proprio al lavoro. Lo sappiamo, dell’esperienza vissuta in un ristorante, quello che si porta a casa è il trattamento ricevuto e la bellezza della serata nel suo insieme, di cui i piatti e le bevande sono solo una parte. Al ristorante, come nella vita, sono le persone con cui interagiamo che creano valore e benessere.
Anche nella chiacchierata, anzi nei “Suggerimenti a tre stelle” - che poi erano sei (tre+tre) - che Federico De Cesare Viola ha raccolto da Josep Roca di El Celler de Can Roca e Alessandro Tomberli di Enoteca Pinchiorri si è parlato molto di tutto questo.
Josep Roca
L’importanza dello spirito di squadra e di una brigata affiatata che lavora in serenità, vede allineatissimo anche Alessandro Tomberli, storico sommerlier e responsabile di sala della storica insegna nata come Enoteca Nazionale quasi 50 anni fa, che ha compiuto come Enoteca Pinchiorri da poco i 40 anni di attività. Un’istituzione a Firenze e nel mondo della ristorazione. Tomberli ha insistito molto anche sul valore di una formazione adeguata e di una cultura di base dalla spalle larghe a sufficienza da poter portare in sala la consapevolezza di cosa sia Enoteca Pinchiorri e di cosa sia Firenze, città che ospita il ristorante e che intreccia la propria identità con quella di questa insegna, lustro e vanto del capoluogo toscano.
Alessandro Tomberli
La gioia della riapertura, della ritrovata possibilità di tornare a condividere, ad accogliere - «Non avevamo mai passato così TANTO tempo senza lavorare» ha detto Josep; «Stare fermi così a lungo è stato un delirio» gli ha fatto eco Tomberli - si è incontrata anche con l’esperienza, per i ristoratori, di ricevere in sala un pubblico geograficamente diverso, per le ovvie ragioni attinenti alle limitazioni degli spostamenti imposte dalla pandemia.
Abituati a ricevere una clientela che per un 45% proveniva da diversi paesi del mondo a El Celler de Can Roca, in questi ultimi due anni, si è vista una clientela molto più locale e anche più giovane: «Vedere il locale al completo anche durante il confinamento regionale più duro è stato davvero bello» ha raccontato Josep, che ha notato anche un pubblico più giovane, che tende ad emozionarsi più di prima e che cerca contatto.
E’ proprio per il pubblico più giovane che Enoteca Pinchiorri ha pensato a una nuova proposta «per avvicinare al tipo di esperienza che offriamo chi non conosce ancora la nostra realtà». Una serie di incontri, Pinchiorri Experience , dedicati ai produttori di Borgogna e costruiti attorno a tre grandi vini a cui vengono abbinati tre piatti della cucina tri-stellata di Riccardo Monco e Alessandro Della Tommasina. Non proprio abbordabili per tutti, per la verità (si parla di 200 euro a persona) e comunque tutti al completo fino a fine ottobre: «il 90% delle persone che sono entrate in Enoteca in occasione di una di queste serate, sono rimaste sconvolte ed entusiaste e sono tornate a trovarci», racconta Tomberli.
Anche i fratelli Roca non sono rimasti con le mani in mano: al piano terra dell’Hotel Boutique Casa Cacao, 15 stanze inaugurate un mese prima che scoppiasse la pandemia, hanno aperto una fabrica de chocolate: un laboratorio a vista, un bar, un negozio dove poter acquistare il cioccolato bean-to-bar elaborato da Jordi, fratello di Josep, e dove poter studiare, elaborare e degustare il cacao attraverso esperienze guidate.
Si contano poi due nuove insegne: la sala banchetti Mas Marroch convertita in ristorante, e Il Normal inaugurato a luglio di quest’anno, che recupera la tradizione catalana attraverso una, come suggerisce il nome, cucina diretta e spontanea.
Ultima annotazione: tanto Tamberli quanto Roca hanno raccontato di come il concetto di dress code abbia perso completamente importanza: il cliente non deve - né vuole - avere l’ansia di prestazione per come è vestito. Si tratta di rilassarsi, passare una piacevole serata, emozionarsi, stare bene assieme; tutte nuove declinazioni del nuovo concetto di lusso che ha risputato fuori la pandemia dopo averlo - e averci- masticato negli scorsi mesi: mangiare in compagnia, stare assieme, provare cose nuove, condividere, uscire, rilassarsi, stare bene.
di
nata a Milano da madre altoatesina e padre croato cresciuto a Trieste. Ha scritto (tra gli altri per Diario e Agrisole) e tradotto (tra le altre cose: La scienza in cucina di Pellegrino Artusi) per tre anni dall’Argentina dove è tornata da poco, dopo aver vissuto tra Cile, Guatemala e Sicilia. Da Buenos Aires collabora con Identità Golose e 7Canibales
Pichaya Soontornyanakij, più nota come chef Pam, e il suo maître marchigiano Sacha Di Silvestre: sono i protagonisti di Potong, uno dei migliori ristoranti del mondo, cucina "Progressive Thai-Chinese" a Bangkok, in Thailandia. Foto Carlo Passera
Unreasonable. The remarkable power of giving people more than they expect, un libro pubblicato da Will Guidara, già co-patron di Eleven Madison Park (New York) per Penguin Random House (29 dollari US se acquistato online)