08-06-2019
Oliver Glowig, 2 stelle Michelin nel recente passato di Capri e Roma, oggi è al timone di Barrique ed Epos a Poggio le Volpi,a Monte Porzio Catone (Roma). Cucinerà a Identità Golose Milano per 4 sere, dal 12 al 15 giugno. 75 euro vini inclusi, per prenotazioni clicca qui
E venne il giorno di Oliver Glowig. Dopo il passaggio proprio da noi a Identità Expo 2015, ecco questo cuoco di Düsseldorf, classe 1970, cucinare di nuovo a Milano. Lo farà per 4 sere di fila, da mercoledì 12 a sabato 15 giugno, secondo l’ormai tradizionale formula di via Romagnosi, che prevede un menu a prezzo fisso (e vini inclusi) a sole 75 euro. Per il taciturno Glowig parla il blasone, soprattutto le due stelle Michelin guadagnate all’Olivo del Capri Palace (ristorante in cui rimase per quasi un decennio), confermate poi all’Aldrovandi di Villa Borghese a Roma. Un tedesco innamorato dell'Italia fin da quando, nel 1999, prese la prima stella al timone del leggendario Acquarello di Monaco di Baviera, titolare Mario Gamba. È qui che scatta il click per i nostri sapori, un amore che non conoscerà mai tentennamenti o fasi di stanca: «Ho viaggiato tanto nella mia vita, ma non mi ha mai sfiorato la tentazione di cucinare altro se non italiano». A ringraziare, da settembre 2017, sono i clienti del ristorante Barrique di Poggio le Volpi, azienda agricola a Monte Porzio Catone (Roma), insegna fine dining in cui Glowig trascorre ognuno dei suoi giorni, sovrintendendo pure l’Epos, locale con una linea di carne più easy (“easy” si fa per dire: si sperimenta con frollature che arrivano fino a 210 giorni). Tutto questo succede a patto che non sia su un aereo diretto a Toronto o nel Bahrein: da pochi anni gestisce anche queste due consulenze, entrambe per il colosso Ritz-Carlton. Al Toca in Canada fa sempre il pienone (anche di critica: da poco ha ottenuto due forchette per la Guida del Gambero Rosso) e così in Medioriente, dove però lo stile è più tradizionale: «Laggiù non possiamo esagerare troppo in creatività», rivela. I piatti più gettonati all’estero? «I Ravioli alla caprese, in entrambi i posti».
Eliche, cacio e pepe di Oliver Glowig (foto Davide Ricciardiello)
Il gelato allo yogurt, qui in versione con spuma di caprino e fragoline di bosco (foto Fine Dining Lovers)
Per primo piatto, arriva uno dei piatti simbolo del cuoco tedesco, Eliche cacio e pepe con ricci di mare, anche questo con almeno 8 anni di storia. La pasta secca è un lascito indelebile dei tempi di Capri: «Dico sempre che tecnicamente sono figlio della Campania. In questo caso, le eliche di Gerardo Di Nola sono perfette perché trattengono bene il condimento, così grasso e voluttuoso. Vorrei toglierlo dal menu ma non c’è proprio verso». Il motivo c’è e lo scopriremo in via Romagnosi.
Da settembre 2017, è al Barrique di Poggio le Volpi (foto Davide Ricciardiello)
Racconti, storie e immagini dal primo Hub Internazionale della Gastronomia, in via Romagnosi 3 a Milano
a cura di
classe 1973, laurea in Filosofia, coordina la Guida ai Ristoranti di Identità Golose e tiene lezioni di storia della gastronomia presso istituti e università. instagram @gabrielezanatt