Ho conosciuto Paolo un giorno del 2004, per parlare di Identità Golose, un’idea in quel momento tutta nella sua testa, che poi abbiamo concretizzato insieme e che a entrambi ha cambiato la vita. Lui voleva realizzare un sogno, io volevo dare una svolta a una vita passata a ideare e produrre grandi eventi e produzioni televisive per altri. Entrambi emozionati fin dall’inizio dall’orizzonte internazionale di questo progetto.
Un giorno, all’inizio del nostro rapporto, mi confidò il desiderio covato da tempo di scrivere un libro, mi ricordo ancora il primo titolo: "100 piatti che hanno cambiato la mia vita e…il mio peso". Dopo quasi dieci anni di silenzio, all’avvio di un proficuo rapporto con la Mondadori, è stato naturale per me ricordare a Paolo, preso da mille impegni, quel desiderio incompiuto.
Non sono quindi un lettore neutrale e con malcelato orgoglio ho divorato "XXL": storie ‘una tira l’altra’, in cui le ricette sono solo un pretesto per raccontare la vita, sua e dei 50 protagonisti. E quando si tratta di raccontare, Paolo non ha rivali, ti prende e coinvolge come pochi, sottile ed ironico, ma sempre appassionato: dall’amore per il dettaglio, a volte apparentemente inutile, si sprigionano sensazioni, sapori e profumi irresistibili.

La copertina del libro di Paolo Marchi, edito da Mondadori
Una cosa vorrei sottolineare più di ogni altra, oggi che il nostro rapporto è diventato anche una grande amicizia:
Paolo non è solo il perfetto goloso, come lucidamente lo definisce nella prefazione
Oscar Farinetti, ma soprattutto il più grande e instancabile curioso che io abbia mai conosciuto, e per curioso intendo esploratore e scopritore del nuovo.
Racconterò un episodio su tutti: un giorno eravamo insieme a Hong Kong, stavamo perlustrando i mille angoli di un vecchio mercato del pesce all’ombra dei grattacieli, con intorno un’afa soffocante e addosso la stanchezza del viaggio: a un certo punto Paolo si è accasciato sfinito su una panchina. Gli ho detto che avrei proseguito ancora un attimo, che ci saremmo ritrovati di lì a poco, ma la sua risposta è stata categorica, dobbiamo proseguire insieme. «Perché?» gli chiedo. E lui: «Perché potresti vedere qualcosa di interessante e io me la sarei persa.»
Questo è
Paolo Marchi e questo libro ne è la testimonianza.