30-01-2007
Marchesi e Troisgros, 40 anni dopo
ex editoriali
Siamo abituato a pensarlo come il padre dei più grandi cuochi italiani, ma Gualtiero Marchesi è anch’egli un figlio d’arte, oltre che un «discepolo» eccellente. Quando i congressisti pensavano di aver raggiunto il punto culminante del congresso, ci ha pensato lo storico incontro di Pierre Troisgros e del Grande Lombardo a fare montare ancora l’emozione. Racconta lo chef francese: «Quando aveva 38 anni, quindi era già adulto, Gualtiero decise di venire in stage da noi. I suoi genitori gestivano un ottimo albergo, ma lui si sentiva insoddisfatto e voleva abbracciare la professione di ristoratore. Grazie a un amico comune della moglie che frequentava il suo albergo, venne a Roanne e ci restò 7 mesi, lavorando gomito a gomito con mio padre. Poi a un certo punto improvvisamente disse: ‘Ho capito tutto, me ne vado’, e noi: ‘Cos’hai capito?’ ‘Vedrai…’. Ed è stato il primo 3 stelle d’Italia, una piazza più difficile della Francia perché più conservatrice. Ricordo ancora i suoi genitori che cantavano, la moglie che suonava il piano con una mano sola…». «E quel taleggio, migliore del Pont-l’Evêque», aggiunge Marchesi. «Dai Troisgros ho imparato il lavoro esatto sulle cotture, una lezione di semplicità e di precisione che è rimasta dentro di me per sempre». L’anno prossimo il divino Marchesi sarà non padrino ma «nonno» (come preferisce definirsi) delle giovani promesse nostrane, nella prima giornata del congresso dedicata alla creatività lombarda.
Affari di Gola di Paolo Marchi
Pagina a tutta acquolina, uscita ogni domenica sul Giornale dal novembre 1999 all’autunno 2010. Storie e personaggi che continuano a vivere in questo sito