13-05-2023
La brigata di Tetsu ad Asacoli Piceno venerdì 5 maggio a pranzo. Da sinistra verso destra: Lorenzo Lauretani (ai secondi); Alessandro D'Amico (ai primi); Raechelle Acosta (lavapiatti); Domenico Mora (sous chef); Giacomo Costantini (executive Chef e socio al 50%); Alessandra Alessandrini (accoglienza in sala e socia al 50%); Simone Bernabei (cameriere); Noemi Ciabattoni (pasticciera); Ludovico Croce (sommelier) e Giorgio Bachetti (cameriere). Nella foto non sono presenti Saverio Farina (sushi man) e Valeria Rapagnà (hostess di sala). Foto Paolo Marchi
Ascoli Piceno, per tutti Ascoli, è una perla incastonata tra i primi contrafforti dell’Appenino marchigiano, l’Adriatico a 28 chilometri, i monti meno. Se inizi a conoscere bene un ascolano, invariabilmente ti ricorda che “Ascoli era Ascoli quando Roma era pascoli”. Ed è vero. Città splendida, ha donato all’ossatura della Cucina italiana le sue olive ripiene e fritte, piatto dai natali nobiliari perché solo le famiglie più ricche potevano contare su grandi quantità di carne che sovente nemmeno riuscivano a consumare interamente a tavola.
Shokupan (pane al latte in cassetta tradizionale giapponese) tostato nel wagyu con tartare di toro (ventresca di tonno rosso Bluefin) e akami (parte magra del tonno rosso Bluefin), rifinito con salsa di pak-choi alla brace
Nigiri di orata con pelle e momiji oroshi
Nigiri di tonno e foie gras
Har gow, raviolo trasparente con alga aonori e ripieno di capasanta e gambero rosa Costantini mi ha impressionato per la mano sicura, l’attenzione alla materia prima e al taglio, alla sequenza delle uscite, la logica d’insieme, in una città che ti spinge a chiederti perché abbia aperto nella città natale. Di sicuro una sfida da affrontare con pazienza, senza voli pindarici, attenti al cassetto, con due menù degustazione a 80 e 120 euro, chiusi il mercoledì, aperti a pranzo giusto la domenica, per il resto solo cene, accomodandosi a un tavolo o al bancone dell’omakase.
Har gow, raviolo trasparente con alga aonori e ripieno di capasanta e gambero rosa
Somen con brodo di scorfano, caviale e trota in kabayaki
Wagyu A5, teriyaki di ponzu, zucchero filato, verdure in asazuke e gelato allo zenzero (tagliata nell'impaginazione)
Quindi una selezione di nigiri: Capasanta; Orata con pelle e momiji oroshi; Pagello con ume e oliva tenera ascolana; Ventresca di ricciola e bottarga di muggine; Tonno e foie gras; Unagi, anguilla laccata e cotta alla brace.
Dolcetti a fine pasto da Tetsu ad Ascoli, chef Giacomo Costantini
Il secondo: Wagyu A5, teriyaki di ponzu, zucchero filato, verdure in asazuke e gelato allo zenzero.
Infine le note dolci: Granita di kombucha alla ciliegia e Amazake (spuma di amazake - dolcificante naturale ricavato dal koji), namelaka alla mandorla, pesche, meringa e aria di latte.
Lascio al lettore il piacere di scoprire la piccola pasticceria.
Pagina a tutta acquolina, uscita ogni domenica sul Giornale dal novembre 1999 all’autunno 2010. Storie e personaggi che continuano a vivere in questo sito
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nato a Milano nel marzo 1955, al Giornale per 31 anni dividendosi tra sport e gastronomia, è ideatore e curatore dal 2004 di Identità Golose. blog www.paolomarchi.it instagram instagram.com/oloapmarchi