Io spero fortemente, come tantissimi nella conca ampezzana e regione attorno, che a maggio Cortina riesca a spuntarla su St. Moritz e si aggiudichi i Mondiali di sci alpino del 2017. Sarebbe la grande occasione, non tanto o non solo sportiva, quanto economica e strutturale per far rinascere la perla (opaca) delle Dolomiti, un'incredibile Bella Addormentata (sugli allori a cinque cerchi). Qui sono mentalmente e sciaguratamente fermi al 1956, ai Giochi Olimpici illuminati da Toni Sailer. Hanno avuto in dono dalla natura un ambiente di infinita e intensa bellezza che difendono però passivamente. Facile dire di no, ma c’è modo e modo. Possibile non si riesca risolvere il caos del traffico? Possibile che i Tir debbano passare dal centro? Possibile che le due stagioni, l’invernale e l’estiva durino ogni anno di meno? Possibile basti che il primo caldo sciolga la neve come successo ora, perché i più, tra alberghi e ristoranti, comincino a chiudere dando appuntamento a luglio? C’è chi, complice la crisi, ha deciso che non aspetterà Pasqua l’8 aprile. Limitare i danni è un lento morire.

La Tartara di cervo di Marco Badalucci, lo chef dell'intera offerta ristorativa dell'hotel Cristallo a Cortina d'Ampezzo in provincia di Belluno, telefono +
Succede perché da anni non si ragiona su cosa offrire di vivo e di vincente che non sia la natura in sé. Ma a furia di credere che “tanto i turisti vengono lo stesso”, non solo non ci si chiede più quali e quanto a lungo, ma un giorno ci si scopre vecchi, un palcoscenico per il turismo becero e volgare celebrato nei film di
Vanzina, più gli echi di tempi antichi che stregano più facilmente gli arricchiti dei veri ricchi. Ci si è mai chiesti perché non girano “Vacanze a Gstaad”?
I Mondiali sono l’occasione per rinnovare la viabilità, aggiornare gli impianti e le piste, ripensare le strutture alberghiere, peccato che a St.Moritz vi sia già tutto e tutto fatto bene. Per un cinque stelle lusso, che qui a Cortina è uno solo, il Cristallo, lì ve ne sono sette, poi viene tutto il resto. Cortina come metafora di un’Italia in declino turistico. Per fortuna la candidatura iridata è segno che c’è chi lo ha capito e studi come porvi fine. Almeno me lo auguro, sarebbe criminale fosse poco più che una scusa per una vacanza a Seul dove si deciderà tutto.
Meno di un mese e la stagione invernale 2011/12 andrà completamente in archivio. E quella primaverile non esiste nemmeno. Ed è terribile perché tutto si risveglia e la conca prende colori e toni struggenti e inebrianti. Ci fosse la possibilità, le prime passeggiate sarebbero bellissime. E poi si potrebbe andare a cena, fosse aperta la struttura ma non lo sarà, in uno dei ristoranti dell’hotel Cristallo in via Rinaldo Menardi 42, telefono +39.0436.881111, info@cristallo.it. Sotto il Faloria per capirci.
Tre realtà, non una, e tutte e tre curate da Marco Badalucci, chef napoletano poco più che trentenne, con alle spalle prima la trincea del Gambero Rosso di Fulvio Pierangelini a San Vincenzo sulla costa maremmana, una grandissima scuola, e poi una seconda mecca della grande ristorazione italiana, Le Calandre dei fratelli Alajmo a Rubano in provincia di Padova.

I Casunziei di barbabietole con salsa allo zola di Marco Badalucci, bravo a interpretare con meditata fantasia una bandiera della cucina ampezzana, i tortelli ripieni di rape rosse
Tre locali perché i clienti di un cinque stelle lusso devono poter scegliere il meglio tra il meglio, secondo passioni, vocazioni e capricci. E guai mischiare le cose con un menù arlecchino. Ecco quindi la stube della tradizione, un po’ ampezzana e un po’ triveneta: Baccalà mantecato e Flan di formaggi locali; Piccoli canederli allo speck in brodo e Casunziei al burro e semi di papavero; Filetto di cervo ai funghi e Gulash di capriolo… Poi c’è la veranda per bocconi più italo-internazionali e, infine,
Il Gazebo, il gourmet restaurant con una gradevole sala più riservata e coccola, tutta in legno e bell’arredamento di montagna.
Qui Badalucci si può esprimere senza vincoli di territorio: ghiotta Tartara di cervo con mirtilli e radicchio rosso; Carpaccio di capriolo con fragoline e salsa di pistacchio siciliano; ottimi Tortelli ripieni di aringa affumicata e patata su crema di patate, datteri e pinoli; Paccheri con ragù di cervo, besciamella e salsa di acciughe e cannella, con i paccheri farciti di ragù e disposti sull’attenti nel piatto, tutto molto goloso; ricchi Casunziei di barbabietole con salsa allo zola; gagliarda Coda di rospo su crema di cavoletti di Bruxelles, ragù di lumache e alghe in tempura… e così via, di piatto in piatto, fino a un gran finale dolce.