09-01-2022
Sarà anche perché ho avuto la fortuna di essere assunto al Giornale quando era ancora saldamente nelle mani di Indro Montanelli, e mi nutrivo dei suoi corsivi in prima pagina, i Controcorrente, fatto sta che ho sempre ammirato chi rifugge il più possibile dalle scelte facili e non segue i flussi più scontati. Luigi Dattilo è una di queste figure, che ammiro perché, titolare a Savigno (Bologna) della Appennino Food Group, si rifiuta di vivere il tartufo secondo i canoni più collaudati. Ne commercializza 32 tonnellate annue e anche per questo a un certo punto, in pratica subito, ha deciso che sarebbe stato penalizzante concentrarsi su quello pregiato bianco. Il motivo? La sua stagione dura tre mesi appena, da ottobre a dicembre, troppo poco per lui che adora il tartufo bianco ma non nega sincera dignità pure agli altri tipi, dal bianco pallido al nero pece. Che
Lo scrigno dei tartufi di casa Cerea
Verissimo, però va sempre pesato quell’un po’. Può facilmente risultare poca cosa come, meno facilmente, tanta. Lo scorso 2 dicembre tantissima perché da Vittorio a Brusaporto, si sono messi a ragionare assieme, da una parte, lo stesso Dattilo e, dall’altra, Chicco e Bobo Cerea. E attorno a un tema che andava ben oltre al tartufo bianco, così marcato da potere dare vita alla Prima verticale di Tartufi. L’ultimo mese dell’anno ha un caratteristica unica rispetto agli undici che lo precedono, e questo avviene solo in Italia: presenta tutti e
Tartare di fassona piemontese con sala Beaufort e marsala, bontà stregante da Vittorio a Brusaporto (Bergamo): E il tartufo? Macrosporum o Nero Liscio
Il Truffle Burger di Bobo e Chicco Cerea
Bianco latte al tartufo Brumale
Ma lo chef prudente è solo uno dei due freni alla sperimentazione. L’altro è tirato da chi fa economia sui territori vocati, raccoglitori, distributori, bottegai e osti che hanno tutto l’interesse a tenere vivo il mito del Bianco pregiato e del suo cugino nero, senza dissolvere mai del tutto la nebbia che avvolge questo mondo, che conta un centinaio di specie diverse ma solo cinque sono commestibili. Luigi Dattilo va controcorrente e lo stimo proprio perché porta la luce su capolavori che nascono nel buio della terra. Che non sempre corrisponde a quella che viene indicata a voce lungo la linea ideale che unisce Piemonte, Toscana e Marche.
Foto ricordo di una cena che il 2 dicembre 2021 ha fatto storia nell'universo tartufo. Da sinistra, Luigi Dattilo, Paolo Marchi e Chicco Cerea
Pagina a tutta acquolina, uscita ogni domenica sul Giornale dal novembre 1999 all’autunno 2010. Storie e personaggi che continuano a vivere in questo sito
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nato a Milano nel marzo 1955, al Giornale per 31 anni dividendosi tra sport e gastronomia, è ideatore e curatore dal 2004 di Identità Golose. blog www.paolomarchi.it instagram instagram.com/oloapmarchi